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Ferragosto tra usanze e tradizioni

di | 2019-08-11T10:03:28+02:00 11-8-2019 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

ROMA – Il 15 agosto, prossimo ad arrivare, è l’attesissimo giorno di festa che segna il clou dell’estate, la giornata che indica più di ogni altra il termometro economico sui dati del turismo e della ristorazione. Per molti è il culmine dell’estate per altri rappresenta, usando un ossimoro, l’inizio della fine della stagione estiva, il lento avvicinarsi al termine delle vacanze. Modi diversi di interpretare una festa che fonda le proprie radici in epoca romana addirittura nel 18 a.C per volere dell’imperatore Ottaviano Augusto.

Ferragosto, infatti, deriva dalle parole Feriae Augusti, il riposo di Augusto, ed è grazie a lui che a quei tempi vennero istituite delle giornate di relax e festeggiamenti per celebrare la fine dei lavori agricoli e del raccolto, dedicate a Conso (il Dio della terra e della fertilità secondo la religione romana), ma anche per permettere il recupero di energie a chi, nei giorni precedenti, aveva svolto lavori pesanti nei campi. La festa pagana originariamente coincideva con il primo di agosto; durante i festeggiamenti si svolgevano in tutto l’impero gare di tiro e corse con cavalli e asini premurosamente addobbati per l’occasione.

Fu secoli dopo che i festeggiamenti vennero definitivamente spostati al 15 agosto per decisione della Chiesa Cattolica, che volle far coincidere la festività popolare con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria. La festività divenne definitivamente di tradizione popolare durante il Ventennio fascista quando furono istituiti ed organizzati i treni speciali di Ferragosto a prezzi ridotti, che permettevano a chiunque di raggiungere le località turistiche, in modo da contribuire così alla diffusione del turismo di massa ed a quelle che sarebbero poi diventate le classiche “gite fuori porta” con tanto di pranzo rigorosamente al sacco.

Negli anni 60 e 70 le gite di Ferragosto hanno assunto la caratteristica di veri e propri esodi verso le località di villeggiatura con intere famiglie sapientemente equipaggiate e capaci di portare, quasi in riva al mare ed anche se per un solo giorno, tutte le comodità casalinghe: sdraio, vecchi e cari mangiadischi, tavoli e seggiolini pieghevoli, addirittura i personaggi più “tecnologici ed estrosi” si presentavano con piccoli televisori portatili dotati di antenne estensibili ed alimentati dalla batteria dell’auto. Il tutto culminava poi con il meraviglioso rito del pranzo di Ferragosto che non era più un semplice panino al sacco, ma partiva dall’antipasto e seguendo tutte le abbondanti portate di primi e secondi, arrivava puntuale fino al dolce. Immancabile in ogni tavola il cocomero (anguria), vero simbolo e trionfatore dei pranzi di Ferragosto.

Scene di vita vera, riproposte con regolare cadenza ogni estate grazie alla televisione che trasmette queste simpatiche e grottesche sequenze in film in bianco e nero interpretati dai migliori attori dell’epoca. Storie comuni impresse in maniera indelebile nei ricordi della memoria di chi le ha realmente vissute, situazioni e abitudini che ormai non torneranno più. Oggi è tutto ben organizzato e semplice anche se ogni cosa ha prezzi esorbitanti in questa giornata. L’imperativo è comunque quello di divertirsi ed allora via a feste, balli, canti, grigliate, bagni in mare, gavettoni e fuochi d’artificio. Evitiamo però gli eccessi perché se vogliamo ricordare questa festa di mezza estate con piacere, cerchiamo di fare tutto senza esagerare se non con le tradizionali fette di cocomero, da servire belle fresche e quasi obbligatorie in questa situazione.

Buon Ferragosto.

Paolo Paglialunga

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