Caro poliziotto (anziano),
sembra lontano quel giorno (1 aprile) di quarant’anni fa. Una legge dello Stato che avrebbe dato un cambiamento netto, radicale e che ha, difatti, “smilitarizzato” il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, unendosi al Corpo di Polizia femminile, per andare a costituire l’odierna Polizia di Stato. Novità, cambiamenti che hanno fatto fatica ad essere accettati e digeriti tra gli uomini e le donne della prima forza di polizia civile a competenza generale e che stavano ridisegnando il sistema della Pubblica Sicurezza del Paese.
Gli anni di piombo erano stati percorsi e le stragi di Stato erano state consumate, venivano così diramate leggi ed evoluzioni per la vita civile, sociale e familiare che hanno visto in questi 40 anni protagonista la Polizia di Stato. Timore e insicurezza ad affrontare un cambiamento, come tutti i cambiamenti portano con sé, ma lo sguardo alto e la dedizione sono stati la forza per affrontare tale innovazione. Operazioni di polizia giudiziaria, collaborazioni con la magistratura, maxi processi alla mafia, gli organi dello Stato hanno dato vita ad un grande esempio di giustizia e collaborazione sociale. Ciò che si respira all’interno della Polizia di Stato è quel forte senso di appartenenza e solidarietà tra tutti i colleghi. Nessuno lascia indietro l’altro, che sia uomo o che sia donna, del passato e dell’attuale presente. Resta lo spirito gerarchico e di rispetto nei vari ruoli e figure all’interno del Dipartimento, ma in 40 anni c’è stata un’evoluzione nel valorizzare il ruolo femminile che, alla fine degli anni 50, era solo demandato alla tutela della famiglia e della donne e che invece ha aperto gli occhi sulle grandi capacità di indagine delle donne, in un mondo prettamente maschile (e inizialmente anche maschilista).
Gli anni e la stretta collaborazione hanno permesso di camminare insieme e crescere evolvendosi, con i cittadini e al loro servizio. Quel giorno dell’aprile 1981 cambia le sorti della storia ma tempra saldamente gli uomini e le donne della Polizia di Stato. Viene riconosciuta, con la vigente normativa, l’Autorità nazionale e provinciale di Pubblica Sicurezza (prefetti e questori) rispettivamente con competenza generale e tecnico-operativa, per la gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica ed ha introdotto a capo Dipartimento della Pubblica Sicurezza il capo della Polizia – direttore generale della Pubblica Sicurezza (attualmente Lamberto Giannini).
Tante sono le competenze del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, dalla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla prevenzione e repressione dei reati fino per ad arrivare alle autorizzazioni di pubblica sicurezza. La legge dell’81 vede “la nascita dei primi sindacati di polizia a tutela dei lavoratori dello stato, riconoscendo la libertà sindacale per il personale della Polizia di Stato, organizzazioni che tutelano gli interessi degli operatori di polizia senza interferire nella direzione dei servizi o nei compiti operativi”, per citare le parole del prefetto Carlo Mosca.
Giornata storica e ricca di commemorazioni che vede messaggi da varie cariche dello Stato, in primis, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che agli appartenenti della Polizia di Stato ricorda: “La Polizia è un corpo dello Stato che i cittadini riconoscono come amico, accessibile e aperto, un elemento di coesione”. E questo è uno dei capisaldi dell’amministrazione “esserci sempre”, vicino alla gente e ai cittadini. Con orgoglio e dignità, caro poliziotto (anziano), appartenere alla Polizia di Stato, in quest’era di cambiamento ha dato e continuerà a dare ad ogni uomo e donna la possibilità di essere saldamene al servizio della cittadinanza.
Con stima, un giovane poliziotto italiano.
Claudia Gaetani
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