RIETI – “E’ stata una lunga e magnifica avventura”: con queste parole e la pubblicazione “Una magnifica avventura” che riporta le iniziative degli ultimi dieci anni, Roberto Lorenzetti si è congedato dall’Archivio di Stato di Rieti di cui è stato direttore per 12 anni, salutando amici e autorità politiche, civili e religiose nel piazzale antistante la sede. “Dopo 41 anni è arrivato il giorno del pensionamento, ma a me sembra di non aver mai lavorato, perché ho fatto ciò che più mi piace: il ricercatore. Spero di aver lasciato il nostro Istituto un po’ meglio di quello che era, e, lo spero sinceramente, un po’ peggio di quel che sarà, perché nessuno di noi è padrone dei luoghi e del tempo”.
Il testimone per i prossimi tre anni passa al giovane Alfredo Pasquetti, archivista, allievo di Franco Cardini e quindi esperto di storia medievale. Ma la magnifica avventura continuerà: “A settembre, in quanto ex direttore, potrò tornare fra queste carte a proseguire il mio lavoro di ricerca come volontario e ho scelto di farlo in piena libertà e autonomia”. E per essere totalmente libero, Lorenzetti ha annunciato le sue dimissioni da vicepresidente della Fondazione Varrone e da presidente della Sabina Universitas, che saranno formalizzate nei prossimi giorni. Come ultimo atto da direttore, la consegna di due borse di studio messe a disposizione dell’Associazione Storica per la Sabina di cui è presidente (e che ha sede è presso l’Archivio di Stato), vinta dai giovani ricercatori Giada Cassar (studio su un fondo del territorio pontificio) e Andrea Salvoni (studio sulla fondazione di Cittaducale). A tutti i presenti sono stati distribuiti tre preziosi volumi firmati da Lorenzetti (edizioni il Formichiere), pubblicati dall’Archivio di Stato e dall’Associazione: due sono i suoi “Scritti minori” (ma che minori non sono affatto, con raccolte di articoli, relazioni a convegni e scritti inediti tra il 1979 e il 2020 di storia, etnografia, archivistica, politica, antropologia), l’altro è “Imago Sabinae” cartografie, cabrei, affreschi e altri documenti storico-iconografici del territorio Sabino “un territorio che più si studia, più appare indistinto nei suoi confini tra Umbria, Lazio, Abruzzo”.
La Sabina e la provincia di Rieti come non l’avete mai vista: si può riassumere così il libro “Imago Sabinae”, che inizia con le cartografie storiche, dispute di confine, possesso delle terre, cabrei e catasti, i centri storici dal simbolismo del ‘400 fino alle piante planimetriche, scene di vita e costumi nelle raffigurazioni storico-cartografiche, i resoconti e gli studi dei viaggiatori del “Grand Tour”, italiani ed europei, che hanno scoperto, raccontato e disegnato il territorio soggiornandovi per mesi e anche anni e che si conclude con la Sabina illustrata nelle tavole storiche e nelle copertine dei rotocalchi dei primi del ‘900 e fine ‘800. Ecco “L’Illustrazione italiana”, del 1883, con l’inaugurazione della ferrovia Terni-Rieti-L’Aquila, il “Corriere illustrato della domenica” del 1898 con il brigante Bernardino Viola mente uccide il parroco di Carsoli, la “Domenica del Corriere” del 1904 con i contadini in sciopero a Fara Sabina, “La Tribuna illustrata” del 1913 con un autobus che precipita nei pressi di Amatrice, l’edizione del 1925 con un fattore di Poggio Catino, morto dopo essere stato trascinato dal suo cavallo.
Tra le tavole illustrate del “Grand Tour” i disegni (acquerelli, matite, inchiostro, olio su tela) di Karl Friederich Schinckel, Gaspar van Wittel, Josephus Augustus Knip, Peter Stephens, Francis Towne e tanti altri, le cui opere parlano del territorio sabino e di Rieti nelle esposizioni di Musei e Gallerie europee. L’archivio di Stato ha dedicato molti convegni, mostre e pubblicazioni (in Italia e all’estero), sulla rivoluzione verde di Nazareno Strampelli, dalle ibridazioni del primo novecento alla battaglia del grano, incentivando il percorso di rilancio scientifico, infrastrutturale, dell’ex Istituto di ricerca Nazareno Strampelli. Per la mostra del 2011, “150 anni di Genio Italiano”, curata dall’Accademia dei lincei, dalla Fondazione Rosselli, inaugurata a Genova al Festival della Scienza, trasferita a New York presso il Centro Italiano di cultura, la sezione dedicata a Strampelli è stata curata dall’Archivio di Stato. Per Expo 2015 a Milano nel Padiglione Italia non poteva mancare la mostra storico documentaria “Nazareno Strampelli: il mago del grano”; a Strampelli poi è dedicata una sezione della mostra del 2017 a Roma al Palazzo delle Esposizioni “Dna, il grande libro della natura da Mendel alla Genomica’.
Fra le “magnifiche avventure” degli ultimi dieci anni, insieme ai laboratori di ricerca storica, gli interventi in prima linea subito dopo il terremoto del 2016 (l’Istituto è stazione operativa del Mibact e deposito dei materiali necessari al recupero dei beni culturali), la mostra sul Guado (erba tintoria coltivata nella piana reatina, molto richiesta soprattutto nel periodo dello splendore medievale di Rieti) organizzata nella Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile, mostra sulla storia della Bonifica reatina, incontro sull’utilizzo culturale dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore a Concerviano, mostra e catalogo su ‘Karnoval. E ancora “L’avanguardia artistica nella Rieti del 1969”, giornate del Patrimonio, convegni sulla presenza di Leonardo nell’area umbro-sabina, “Le carte tra le macerie” dedicata agli archivi recuperati dopo il terremoto di Amatrice, mostra sulla Prima Guerra Mondiale, la Resistenza e la liberazione, “Musica avvolgente” frammenti musicali estratti dalle opere dei protocolli notarili di Rieti e Casperia tra il XIII e XV secolo, il libro “Rieti e il suo territorio. 150 anni di storia nell’Italia unita”, nel 150esimo dell’Unità d’Italia, anche la mostra e la cerimonia al teatro Flavio con la ristampa della Costituzione con il discorso di Pietro Calamandrei ai giovani.
Il Covid ha fermato le manifestazioni pubbliche, ma sono già pronte diverse mostre: quella sui disegni di Giacomo Caprioli, i disegni del mobilificio Nicoletti, la cartografia storica della Sabina.
Francesca Sammarco
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