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E oggi ce ne andiamo in Gipsoteca

di | 2018-10-21T07:39:46+02:00 21-10-2018 6:00|Arte, Sezione 1|0 Commenti

PERUGIA – Un tesoro di perle rare recuperato da polverosi e umidi magazzini, ripulito e restaurato ed ora messo a disposizione degli studenti e, gratuitamente e su prenotazione (per ora), pure dei cittadini e dei turisti, che possono finalmente fruirne. A Perugia, con la nuova sede della Gipsoteca dell’Università, a palazzo Pontani, sono stati restituiti calchi di opere davvero splendide: dalla possente Allegoria del Nilo al drammatico Laocoonte, dal dinamico Discobolo al misterioso Marte di Todi, dall’Apollo del Tevere ad Afrodite, dalle teste di cavallo del Partenone fissate in un nitrito eterno all’arcinoto sarcofago etrusco degli sposi, dalla Chimera di Arezzo alle repliche in cemento del Leone e del Grifo e tanto altro ancora considerato che i “pezzi” ospitati nei locali sono oltre 85.

Il tutto grazie all’impegno, alla sensibilità ed al lavoro dei professori Cristina Galassi (“anima” del progetto) e Gianluca Grassigli, alla bravura delle restauratrici Paola Mancini ed Elena Mercanti, al progetto dell’ateneo, al contributo della Regione Umbria, alla vicinanza del Comune di Perugia e all’opera, silenziosa ma preziosa, di un gran numero di soggetti che hanno speso le loro intelligenze e le loro qualità professionali per condurre in porto l’impresa. Ed anche, tra gli altri, agli artigiani-artisti che, nel tempo, hanno dato vita ai gessi. L’ultimo dei quali, Roberto Cappelletti, perugino, ha orgogliosamente firmato, mezzo secolo fa, il suo lavoro.

La cerimonia di inaugurazione si era sviluppata in due tempi: la presentazione nell’aula magna (o aula del Muro Etrusco, visto che la parete esterna vanta 2.300,  o giù di lì, anni di storia) del dipartimento di Scienze della formazione con tanto di saluti delle autorità quali il rettore magnifico Moriconi (“Un arricchimento per la didattica universitaria e per la città”), la governatrice dell’Umbria Marini (“Spazio fruibile agli studenti e a cittadini e visitatori”), l’assessore alla cultura del Comune Severini e le relazioni dei vari coinvolti (Mazzeschi, Tosti per l’ateneo e Pinna per la regione); la visita alle due sezioni (etrusco-romana e greca) a palazzo Pontani, distante pochi metri.

La Gipsoteca perugina entra di diritto nella rete museale nazionale universitaria (12 atenei in tutto) e amplia la già ricca offerta culturale del capoluogo umbro, inserendosi tra i 166 musei, schedati dall’ISTAT, della regione. Il prof. Grassigli ha auspicato “l’Unione delle due Gipsoteche di Perugia (cioè quella universitaria e quella dell’Accademia di Belle Arti, ndr) magari chiamando tanti artisti contemporanei che “dialoghino” con i “gessi”. Nelle intenzioni dell’ateneo, comunque, resta forte l’idea che la Gipsoteca, che merita di essere visitata, “diventi spazio vivo nell’ottica di una apertura all’esterno, dunque alla città e ai visitatori.

La collezione di calchi venne creata nel 1962 ad opera del professor Filippo Magi come “gabinetto scientifico” per la didattica degli aspiranti archeologi e potenziata, successivamente dall’etruscologo Francesco Roncalli e dalla docente Agnese Massi. I gessi, in buona parte, furono frutto del lavoro del formatore romano Luigi Mercatali dei Musei Vaticani e del perugino Roberto Cappelletti (esecutore di tutta una serie di calchi). Gli spazi espositivi sono stati realizzati negli antichi magazzini a volte del quattrocentesco palazzo Pontani in via dell’Aquilone.

Il lavoro di restauro si è rivelato abbastanza complesso e delicato per il fatto che le opere avevano subito per decenni l’assalto della polvere, dell’umidità, degli urti e degli spostamenti, con conseguenti danni. Ma la messa s punto finale, una volta completati i restauri, ha restituito piena vita agli splendidi calchi.

Elio  Clero Bertoldi

Nella foto di copertina, uno dei calchi esposti nella Gipsoteca universitaria di Perugia

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