VITERBO – È primavera. Benché il tempo atmosferico di questi giorni non ci aiuti a sentirla più di tanto, l’arrivo di questa stagione dell’anno si accompagna, tradizionalmente, a una vera e propria sensazione di nuovo inizio. Se però la natura, dopo il letargo invernale, si risveglia, noi uomini, al contrario, possiamo sperimentare in questo periodo un maggior senso di stanchezza e apatia, umore più ballerino, se non addirittura un aumento dell’ansia. Quindi, che fare? Dobbiamo vincere la pigrizia e quel rimuginio di pensieri tipici dell’inverno. Per farlo ci sono le tradizionali pulizie di primavera.Un vero e proprio incubo per le desperate housewives, ma anche un’esigenza impellente per tutti noi. A volte, si avverte la necessità di ribaltare letteralmente casa e quando riusciamo a farlo ci sentiamo davvero meglio. Ogni cosa sembra andare al proprio posto.
Non tutti, però, conoscono il reale significato e l’origine di questa abitudine. La tradizione delle pulizie pasquali o primaverili deriva dall’usanza ebraica di pulire la casa in corrispondenza della Pasqua, una delle feste più solenni dell’ebraismo in quanto si tratta della commemorazione della ritrovata libertà del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana. In origine, questo procedimento aveva lo scopo di eliminare i residui di lievito coerentemente con il divieto di consumare o possedere alimenti lievitati durante l’intero periodo, per ricordare la fuga dall’Egitto, tanto improvvisa e frettolosa da non permettere il processo di lievitazione del pane. Alla liberazione della casa da lievito in polvere e oggetti indesiderati, viene associato un atto di pulizia spirituale in un rito di rinnovamento annuale con lo scopo di allontanare da sé qualsiasi negatività. Per le famiglie ebraiche le pulizie di primavera sono una tradizione che coinvolge tutti i membri del nucleo, bambini compresi, un momento in cui viene sottolineata l’unità familiare. L’attenzione con cui vengono effettuate le pulizie precedenti la Pesach è tale che questo rituale si prolunga in un periodo di tempo che può superare la settimana.
Per i cristiani invece le pulizie primaverili sono state collegate al sacramento della Confessione o alla benedizione delle case, diventando il modo per liberarsi simbolicamente dal peccato oppure per scacciare il diavolo a colpi di scopa dalla propria abitazione oltre a sottolineare il passaggio dall’inverno alla primavera o più in generale al cambiamento visto in chiave positiva. Inizialmente le pulizie nel periodo di Pasqua furono prescritte direttamente dalla Chiesa, con il nome di pulizie dell’Acqua Santa, da un lato come principio per il benessere spirituale e dall’altro per liberare le case dalla polvere accumulata durante l’inverno. Tuttavia le pulizie primaverili vengono effettuate anche senza necessariamente avere alla base motivazioni religiose perché rappresentano, in ogni caso, un momento in cui la pulizia scrupolosa e la liberazione da oggetti non più utili o indesiderati permettono di accogliere al meglio la nuova stagione.
Adele Paglialunga
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