VITERBO – La continua attività della Polizia postale monitora gli spazi web, particolarmente le piattaforme social, per prevenire e contrastare condotte illecite, ossia penalmente rilevanti. È proprio di questi giorni la notizia dell’importante operazione della Polizia di Stato di Savona e Genova, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica di Roma, in collaborazione con i Centri Operativi di Bologna, Roma e Firenze, e delle sezioni operative di Modena e Viterbo, che ha portato ad effettuare sette perquisizioni ad indagati, a vario titolo, per truffa e riciclaggio al termine di un’indagine avviata dopo la denuncia presentata da una donna ligure.
Attraverso queste indagini si è arrivati a smascherare una banda dedita alle cosiddette truffe romantiche commesse, appunto, su piattaforme social, con le quali le vittime vengono colpite attraverso la sfera dei sentimenti, per poi manipolarle, creando oltre al danno economico, anche quello psico-fisico. Si tratta di un fenomeno diffuso e, secondo la Polizia Postale “quasi sempre perpetrato nei confronti di persone sole, spesso donne”. Generalmente i criminali contattano la vittima sui social, attraverso una richiesta di amicizia, con un profilo che presenta foto di uomini avvenenti, imprenditori o anche militari in servizio in territori di guerra, ovviamente vedovi o separati. Le foto sono rubate dai profili di persone ignare, tanto che capitano spesso richieste da uomini con nomi diversi, ma con le stesse fotografie.
Il gruppo criminale individuato dalla Postale utilizzava, appunto, diversi profili social fake, presentandosi come un ragazzo francese, che viveva all’estero per lavoro, desideroso di instaurare un rapporto con la malcapitata, inducendola a credere in una storia d’amore tra loro. Una volta ottenute la fiducia e la confidenza della donna, l’uomo ha iniziato a chiederle somme di denaro, per necessità personali. Richieste pressanti, tanto che alla fine la vittima decide di interrompere questo ‘rapporto’ virtuale, perché si rende conto di essere stata raggirata. L’uomo, così, l’ha ricattata, minacciandola di diffondere online foto intime della vittima, che si è rivolta alla Polizia postale di Savona, per denunciare l’accaduto.
Gli investigatori hanno scoperto che in un anno sui conti correnti della banda è passato oltre un milione di euro, denaro trasferito in Costa d’Avorio, Etiopia, Burkina Faso, oltre che in Francia, Belgio, Austria e Cipro. La signora non ci ha messo molto a capire di essere stata raggirata, ma purtroppo le persone coinvolte spesso aspettano molto tempo prima di denunciare: non è facile ammettere a se stesse di essere state ingannate, ma di essere state solo un mezzo per ottenere soldi: non è facile rivolgersi agli organi preposti, in quanto prevale la vergogna.
La Polizia di Stato consiglia di controllare su un comune motore di ricerca il nome e le immagini del profilo delle persone che richiedono questo tipo di attenzioni, verificando che non vi siano già segnalazioni da parte di altri utenti; diffidare di coloro che inviano messaggi utilizzando un italiano spesso sgrammaticato; non fidarsi di chi chiede denaro con insistenza; denunciare ciò che sta accadendo, astenendosi dal pagare qualsiasi somma di denaro. Si raccomanda, inoltre, di essere estremamente cauti con le persone che non si conoscono fisicamente chiedendo, eventualmente, un parere ad una persona di fiducia su quanto sta accadendo.
Laura Ciulli
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