VITERBO – “Donna, tutto si fa per te / Tutto, pur di piacere a te… / Tutto per un sorriso e per un sì e per un no, per te… / Perché sei donna, gioia di vivere / Donna, favola splendida….”: sono le parole di una celebre canzone del Quartetto Cetra che nonostante sia stata scritta nel contesto degli anni ’50, affronta temi che sono ancora oggi molto rilevanti. Il brano riflette la forza e il potere delle donne, dimostrando come esse siano in grado di ispirare ed illuminare coloro che le circondano.
Cosa vuol dire essere donna? In questa domanda si possono riassumersi molteplici aspetti dell’universo femminile. La donna ha sogni chiusi in un cassetto, crede nell’amore e nei colpi di fulmine, ma allo stesso tempo è determinata nelle sue scelte, ha i piedi ben piantati a terra, il suo universo è un tesoro tutto da scoprire, ogni momento da lei vissuto è un tassello di un puzzle da comporre giorno dopo giorno. Le donne hanno caratteri diversi, sono lavoratrici, sono single compagne o mogli, madri o figlie, viaggiatrici o casalinghe, chiacchierone oppure timide, ognuna ha le sue particolarità che unite formano un unico universo multicolor. Una donna sa essere positiva anche nelle giornate buie perché sa progettare il futuro vivendo appieno il presente consapevole che domani non sarà uguale ad oggi. Essere donna vuol dire essere in grado di saper gestire più cose insieme, di saper tenere le redini della famiglia, senza tralasciare gli impegni lavorativi.
Per anni la società ha relegato la donna in un ruolo secondario rispetto all’uomo e tuttora, in molti ambiti, una donna deve dimostrare dieci volte di più quanto vale. Queste tematiche sono ben rappresentate nel film interpretato e diretto da Paola Cortellesi “C’è ancora un domani”, la cui vicenda si svolge nella Roma degli anni ’40, toccando diversi temi: dalla violenza sulla donna al diritto di voto (conquistato dopo tante lotte) al diritto all’istruzione. Si tratta di un film che cerca di fare luce sulle disuguaglianze tra uomo e donna: un vivo ricordo del passato ma che in alcune realtà persiste nel nostro presente. Queste problematiche hanno sviluppato nelle donne, nel corso del tempo, tenacia, problem solving e determinazione. Essere donna è ciò che rende unica ognuna di noi e che rende unica la nostra vita e uniche le nostre scelte. Ogni donna dovrebbe essere consapevole del suo essere prezioso e del contributo che sa dare al mondo.
Che cosa può significare quindi essere donna nel proprio percorso di vita? Essere prima di tutto una persona con la propria autonomia, con i propri valori e le proprie scelte e le proprie ricchezze interiori. La propria unicità è un modello irripetibile, alla cui base c’è la capacità di sapersi conquistare il proprio spazio nel mondo, libera di costruire creativamente la propria identità. E’ fondamentale, quindi, nel percorso di ogni donna che ognuna diventi sempre più consapevole delle sue qualità uniche e originali, ed essere sempre sicura, autonoma, forte e consapevole dello straordinario valore che possiede. Proprio per questo la donna dovrebbe essere celebrata tutti i giorni, non ci deve essere un’occasione particolare per regalarle fiori o cioccolatini o per portarla a cena fuori perché ogni giorno è il giorno giusto per farlo. Alle donne non serve una festa per ricordare quanto sono importanti e indispensabili.
Cosa sarebbe un mondo senza donne? Sarebbe come una notte senza stelle, una giornata senza sole, un arcobaleno senza colori, un giardino senza fiori; sarebbe come vivere senza api,per cui niente vita niente esseri umani. Le donne entrano nel ciclo produttivo della vita dal portone principale non sono il sesso debole, la fragilità non appartiene loro ma a chi le vuole sottomesse e maltrattate in nome di un maschilismo malato e assurdo. Per questo il nostro posto nel mondo non è sotto qualcuno, ma al suo fianco e soprattutto al suo pari. Non è comunque il caso di soffermarsi a polemizzare e dibattere su argomenti vecchi ma purtroppo sempre attuali, come quelli della parità di genere, del diritto delle donne di ambire a ruoli di prestigio in ogni ambito, della mancanza di conciliazione e tanto altro. Bisogna invece soffermarsi a pensare al fatto che siamo esseri superiori perché tutte le donne portano in sé il grande dono della generatività non solo riferita alla gravidanza e al parto, ma al fatto che ogni donna è madre perché ha la capacità di generare il mondo cioè praticare il proprio femminile per costruire bellezza nel mondo.
La forza generativa è una possibilità continua di rinascita. È l’esigenza di un mondo nuovo in questi tempi cupi di paura, guerre, violenze ed incertezze. Il nostro domani passa proprio dalla capacità che abbiamo di praticare l’accoglienza e la generatività. Allora, donne, amiamoci per come siamo: casalinga, moglie, madre, figlia, infermiera, badante, operaia, impiegata, manager, bella o brutta. Non facciamoci condizionare dai venti della corsa al profitto e dagli stereotipi della moda: non serveimitare gli uomini solo per sentirsi dire che si può competere con loro. Semplicemente, amati: perché sei unica. Il tuo ruolo qualunque esso sia è insostituibile. Non importa che tu sia famosa o no. Il tuo successo lo puoi trovare solo nella pace della tua interiorità. Se chi ti è vicino fa fatica a riconoscere i tuoi meriti, a comprenderti, cerca di sorridere sempre. E, se necessario, difenditi.
Non importa se ti vedono fragile, lunatica, debole. Trova la forza in te e, se proprio vogliamo seguire il vento che soffia, usiamolo per essere “impollinatrici” di amore e bellezza in famiglia, in ufficio, ovunque siamo chiamate ad esserci. Non serve una festa ma la costanza della goccia che scava la roccia, del seme che germoglia nella terra fertile. E, se siamo nel deserto, facciamo in modo che le nostre lacrime, purtroppo, possano renderlo meno arido. Non dimentichiamo mai che solo prendendoci per mano, con spirito di solidarietà ed amore, si possono sconfiggere ostacoli e pregiudizi. Ogni donna è unica. Che sia mamma, amica, confidente, compagna, moglie, nonna, tutti i giorni c’è un ottimo motivo per celebrarla, poiché le donne sono sempre speciali.
Grazie, donna.
Adele Paglialunga
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