ROMA – Un documento che mette al centro le persone e la loro dignità che non può certo essere cancellata. È la Dichiarazione Dignitas infinita, presentata alla stampa dal cardinale Victor Fernandez, prefetto del dicastero della Dottrina della fede (che ne ha curato la redazione) ed approvata dal Papa, il 2 aprile, data che ricorda il diciannovesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
Una summa del magistero del Pontefice, proprio a 75 anni dalla Dichiarazione dei diritti umani, con la quale la Dottrina della fede propone nei tre capitoli e relative 116 note di corredo bibliografico, quelle che rappresentano delle violazioni, tra l’altro più che mai attuali, dei diritti umani. I drammi dell’umanità come povertà, guerra, calvario dei migranti, ineguale distribuzione delle ricchezze, ma anche la tratta delle persone, gli abusi sessuali, le violenze contro le donne, l’aborto, la maternità surrogata, l’eutanasia ed il suicidio assistito, lo scarto dei diversamente abili, la teoria del gender, il cambio di sesso, la violenza digitale.
Tutto questo ribadendo a piena voce la riaffermazione assoluta della dignità umana, come principio inalienabile e richiamando la Dichiarazione dei diritti universali dell’Onu. Ferma la condanna, senza sconti per nessuno, di tutte le guerre e contestuale difesa della dignità umana da ogni sopruso: no all’aborto, no alla pena di morte, ma anche all’accanimento terapeutico e all’eutanasia (perché la morte deve essere accolta, ma mai praticata). Dignità sempre tutelata “al di là di qualsiasi circostanza”, con la citazione di Giovanni Paolo II che, incontrando i disabili nel 1987 al Parkstadion di Gelsenkirchen, parlò appunto di “dignità infinita”.
La Chiesa, dunque, annuncia, promuove e si fa garante della dignità umana, che “non viene concessa alla persona da altri esseri umani, a partire da determinate sue doti e qualità, in modo che potrebbe essere eventualmente ritirata”. “Una via maestra sulla quale molti passi avanti sono stati fatti, ma tanti ancora ne mancano, e a volte purtroppo si torna indietro”, come ribadito da papa Francesco nel documento in occasione della ricorrenza del 75° anniversario della promulgazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948).
Laura Ciulli
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