ROMA – Si chiama Digital Detox e vuol dire “disintossicazione dal digitale”. La nuova tendenza, che vuole limitare l’abuso di social network e affini, si è già diffusa in tutto il mondo e sono sempre di più i ristoranti, gli hotel e i bar offlimits agli amanti del digitale.
Anche Miss Italia ha aderito ed ha imposto alle 182 partecipanti 12 ore “senza rete”. Una vera e propria prova di resistenza per alcune di loro, ma le parole della madrina del concorso sono state chiare: “Diamo un segnale di civiltà, è ora di riconnettersi alla vita reale”.
Nonostante sia impensabile pensare a un mondo privo del digitale, lo scopo del movimento è alto e vuole contrastare una crescente dipendenza che si è diffusa soprattutto tra i giovani. Secondo i dati raccolti da Agi-Censis, l’81% delle persone tra i 18 e i 34 anni si connette sistematicamente anche dal proprio letto, andando a peggiorare la qualità del proprio riposo. Una pratica che sta portando molti problemi alle ultime generazioni, le prime a essere nate in un mondo “full digital”. Tra loro, chi non riesce a connettersi afferma di essere subito colto da ansia, depressione e sindrome da esclusione, come ha evidenziato un’inquietante ricerca effettuata dalla Royal Society for Public Health britannica. La sindrome da carenza di “like” è andata diffondendosi in maniera capillare, tanto da cominciare a spaventare un considerevole numero di persone. Anche a Milano, il 12, 19 e 26 settembre ben diciotto locali aderiranno al movimento Digital Detox, invitando i loro clienti a lasciare lo smartphone e gli altri device da parte.
L’iniziativa sembra essere destinata a replicarsi nel tempo, seguendo una voce sempre più riecheggiante in tutto il mondo. A suo modo, anche la Francia ha aderito al movimento, vietando categoricamente l’utilizzo dei cellulari in classe, anche se per scopo didattico. Per alcuni, il Digital Detox potrebbe essere considerato un vero ritorno al medioevo, eppure, potrebbe essere un’ottima occasione per tornare ad alzare gli occhi, e guardare negli occhi il mondo che da tempo abbiamo smesso di osservare.
Diego Galli
Nella foto di copertina, alcuni smartphone
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