//Ma davvero il Mondo non merita di finire?

Ma davvero il Mondo non merita di finire?

di | 2023-12-23T18:53:42+01:00 24-12-2023 6:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Finché quella donna del Rijkmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo

“La lattaia” di Jan Vermeer

Un breve componimento della poetessa polacca Wisława Szymborska (1923 – 2012) può forse simboleggiare plasticamente il Natale ormai alle porte. La poesia è dedicata al dipinto La lattaia (conservato presso il Rijkmuseum di Amsterdam) di Jan Vermeer, pittore olandese del 1600. Un quadro semplice e profondamente espressivo in cui viene rappresentato il gesto compiuto quotidianamente da una giovane donna che versa il latte da una brocca in una scodella. L’autrice attribuisce a questa sorta di rito uno straordinario significato: il Mondo non merita la fine del mondo.

Ma è davvero così? Qualche dubbio, peraltro legittimo, sorge. Basta guardarsi intorno: due guerre sanguinose e cruente (in Ucraina e in Palestina), potenzialmente in grado di evolversi su scala ancora più ampia e dalle conseguenze disastrose per l’intero pianeta; altri conflitti, soprattutto in Africa, ugualmente drammatici, sebbene confinati in ambiti meno internazionali. Il tutto accompagnato dalla fortissima sensazione che le strade verso la pace sono ancora tute da individuare e da esplorare. E intanto si continua a morire, con lutti e devastazioni e miserie che colpiscono (come sempre, purtroppo) i più deboli e i più indifesi.

La poetessa polacca Wisława Szymborska

E ancora (anche negli ambiti più ristretti di casa nostra) corruzione dilagante, disonestà diffusa, piccole e grandi ingiustizie, violenze d’ogni genere… Ma veramente il nostro Mondo, quello realizzato nel corso dei secoli, merita di non finire sepolto sotto l’ignoranza e l’incuria? Siamo sicuri di stare facendo tutto ciò che è in nostro potere per impedire una morte annunciata (e anche meritata)? E’ difficile dare una risposta netta e precisa perché i segnali, anzi i fatti indicano invece che stiamo galoppando verso il baratro senza riuscire a trovare contromisure adeguate. Ogni giorno massacriamo l’ambiente che ci circonda inondando l’atmosfera di veleni d’ogni genere; siamo persino incapaci di differenziare correttamente i rifiuti e di depositarli negli appositi contenitori negli orari stabiliti. Piccoli gesti di quotidiana maleducazione.

Eppure, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, la speranza di una svolta e di un cambiamento profondo non è del tutto svanita. Qua e là affiorano, sia pure con grande difficoltà, momenti di sincera illuminazione. Perché cambiare si può e si deve. Il ricordo della nascita di un Bambinello in un’umilissima stalla, circondato solo dall’affetto del papà e della mamma e riscaldato, per quanto possibile, soltanto dal fiato di un bue e di un asinello, è nello stesso tempo un monito e un augurio. Quell’avvenimento di due millenni fa insegna a tutti noi, al di là delle convinzioni religiose di ognuno, che l’umanità e con essa il mondo meritano di continuare ad esistere.

Ai nostri figli e ai nostri nipoti stiamo consegnando una Terra arida e rancorosa, priva di amore e di ogni altro sentimento di condivisione e consapevolezza, ma siamo ancora in tempo. A patto di cambiare. Subito. Senza se e senza ma. Se il cambiamento avviene in ognuno di noi, allora ce la possiamo ancora fare. A partire dai piccoli gesti che giorno compiamo, come appunto quella della lattaia di Vermeer. Solo in quel caso il Mondo non meriterà la fine del mondo.

Buona domenica e soprattutto Buon Natale.

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi