PALERMO – Raffigura il piede di una dea (Artemide, dea della caccia oppure Peitho, dea della Persuasione) il frammento marmoreo tornato il 10 gennaio al suo posto ad Atene, ad unirsi al corpo della figura femminile finemente scolpita nel frontone del Partenone. Il rientro in Grecia del prezioso tassello è stato reso possibile da un accordo tra il museo Salinas di Palermo, dove era conservato il reperto, e il museo dell’Acropoli di Atene. Il tassello, noto come frammento “Fagan”, era custodito in Sicilia dal 1820, quando l’allora Regio Museo dell’Università di Palermo lo aveva acquistato dalla vedova del console inglese Robert Fagan.
In cambio del frammento – che secondo gli attuali accordi potrà rimanere in Grecia per quattro anni, rinnovabili per ulteriori quattro – arriveranno a Palermo due importanti reperti provenienti dalle collezioni del Museo dell’Acropoli: una statua acefala di Atena, databile alla fine del V secolo a.C., e un’anfora policroma del cosiddetto periodo geometrico, risalente all’VIII secolo a.C.
Il ritorno ad Atene del frammento del Partenone, indice di una significativa collaborazione culturale tra l’Italia e la Grecia, è stato salutato in patria con grande risalto e commozione: insieme alla ministra della Cultura e al direttore del museo, ad accogliere il prezioso fregio, all’interno del museo dell’Acropoli, era presente lo stesso primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, che ha ricevuto il fregio dall’Assessore alla Cultura del Governo regionale siciliano e dal direttore del museo Salinas.
”L’accordo di collaborazione con il Museo dell’Acropoli di Atene – ha sottolineato l’assessore siciliano alla cultura Carmelo Samonà – ci permetterà, inoltre, di realizzare iniziative culturali comuni di grande spessore e rilevanza internazionale, iniziative che daranno la giusta visibilità alla nostra Regione”.
Il frammento “Fagan” era l’unico resto del Partenone esistente in un museo italiano, mentre la gran parte di essi si trovano ancora nel British Museum di Londra, in quanto furono acquistati, tra il 1801 e il 1804, dall’aristocratico britannico lord Elgin quando il governo ottomano, allora plenipotenziario in Grecia, li aveva messi in vendita…
I frontoni del Partenone erano due raffinati complessi di sculture in marmo pentelico, il marmo caratteristico della Grecia, bianco a grana fine, che può assumere tenui tonalità di giallo oro, talvolta con brillanti venature verdastre. Furono voluti da Pericle per decorare il tempio di Atena Partenos, nell’acropoli di Atene, e commissionati a Fidia, il maggiore scultore del tempo, e ai suoi allievi tra il 447 e il 432 a.C; sono considerati tra i capolavori di Fidia e della scultura greca classica.
“Nel complesso – ha ribadito la ministra greca per la Cultura Lina Mendoni – l’intenzione e l’aspirazione del Governo siciliano di rimpatriare il Fregio palermitano ad Atene, non fa altro che riconfermare e rinsaldare ancora di più i legami culturali e di fratellanza di lunga data delle due regioni”. E aggiunge: ”Con questo gesto, il Governo della Sicilia indica la via per il definitivo ritorno delle sculture del Partenone ad Atene, la città che le ha create”.
Maria D’Asaro
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