Una delle cose belle in questa fase 3 oltre a (ri)vedere amici e parenti che vivono in altre città italiane, come a Roma nei pressi di ville e parchi. In ognuno di questi parchi sono rimaste testimonianze delle famiglie proprietarie che avevano costruito all’interno e in altura, le loro dimore suburbane dove poter respirare aria pulita e fresca. Cosi dopo la nomina di Giovanni Battista Pamphilj, eletto Papa Innocenzo X nel 1644, la famiglia decise di costruire un casino immerso nel verde e per questo chiamato del Bel Respiro. Ad occuparsi del progetto della Villa fu incaricato Camillo Pamphili, figlio di Pamphilio Pamphili e della temibile Olimpia Maidalchini. Suo zio paterno era lo stesso Papa che, spinto dalla madre, lo nominò cardinale nel primo concistoro.
A vederlo il villino non ha infatti l’aspetto di un’architettura del periodo Barocco, piuttosto si nota una corrispondenza con la compostezza degli edifici tardo rinascimentali, ispirati alla regolarità dell’architettura romana. I lavori durarono otto anni e l’esecuzione fu affidata a Giovanni Francesco Grimaldi che riuscì, con un complesso lavoro di giardinaggio e terrazzamenti a dare forma ad uno straordinario insieme che comprendeva anche un grandissimo “giardino segreto” con statue, fontane e siepi sempre verdi, disposte a formare i simboli araldici dei Pamphilj: la colomba e il giglio.
Il villino venne presto chiamato il “palazzo delle statue” oltre che Casino del Bel Respiro, il perché era ed è evidente sin dalla facciata decorata con elementi ispirati alla Roma classica, a cominciare dai quattro profili di imperatori romani ed a una serie di fregi a rilievo, che in realtà sono fronti di sarcofagi antichi riutilizzati.
Attualmente sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il villino fu ristrutturato all’interno proprio per la nuova funzione. Tutte le statue, i busti e i bassorilievi che arredavano il pianterreno del piano nobile, furono trasferiti al palazzo Doria Pamphili a via del Corso in epoca posteriore al 1799. L’ingente collezione di quadri, tra cui la Maddalena penitente di Caravaggio, furono trasferiti quando fu creata la Galleria del palazzo al Corso, la cui costruzione venne iniziata nel 1731.
Il Villino e i giardini limitrofi furono acquistati nel 1967 dal Demanio dello Stato e interamente rielaborati per essere adattati a sede di rappresentanza. Ma la storia non è ancora finita perché, negli anni ’80, il Villino rischiò di diventare la residenza personale del Presidente del Consiglio e per impedirlo si mossero Giulio Carlo Argan e Antonio Cederna. Alla fine di una lunga mediazione durata 5 anni la Villa divenne definitivamente sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è qui che si riuniranno, nei prossimi giorni, gli Stati Generali.
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