Quanti anni ha il mastodontico platano di Curinga, un paese a circa 40 chilometri da Catanzaro, candidato ad albero europeo dell’anno? Sicuramente è quasi millenario: la datazione sarà fornita entro le prossime settimane dall’analisi dendrologica a cura dell’Università della Tuscia (Viterbo) in collaborazione con il Cedad dell’Università del Salento per le analisi con il radicarbonio.
Ma intanto, in attesa della datazione precisa e ufficiale e della relativa assegnazione contesa all’Italia da Spagna e Russia, il platano e il vicino eremo di Sant’Elia sono diventati una ricercatissima meta turistica.
Nel weekend di fine febbraio a Curinga si sono contati migliaia di turisti-ambientalisti con una lunghissima coda di auto durata ore in attesa di raggiungere l’ormai famosissimo albero che fino a pochi mesi fa era considerato di pregio ma semisconosciuto ai più e ora diventato un’ambita meta turistica che sta portando alla ribalta della cronaca l’intera zona di Curinga. Le autorità locali sono state costrette a posizionare intorno all’albero millenario una barriera di protezione per tutelarlo dall’assalto dei visitatori.
Il platano Curinga si trova in una posizione molto particolare: affacciato sul mar Tirreno, si protende su un piccolo ruscello. Maestoso, dall’alto dei suoi mille anni fa da guardiano sulla foresta che lo circonda. Si pensa che sia stato piantato dai monaci basiliani giunti in Calabria più di mille anni fa, gli stessi che costruirono l’eremo di Sant’Elia. Ma c’è anche chi ritiene che l’albero potrebbe essere ancora più antico.
E’ completamente cavo e ha un’apertura larga oltre 3 metri. All’interno si ha la sensazione di trovarsi dentro un’incredibile grotta boscosa. E’ per le sue enormi dimensioni che viene ritenuto il platano più grande d’Italia e forse d’Europa.
Lascia un commento