SANT’ANGELO DI ROCCALVECCE (Viterbo) – Nel piccolo borgo di Sant’Angelo di Roccalvecce in strada ci sono poche persone, sedute all’ombra, fuori l’uscio di casa. In quest’angolo sperduto della provincia viterbese non ci si passa per caso, è fuori dagli itinerari turistici, le strade, quelle trafficate, sono ben distanti. Non ci sono particolari attrattive, se ci vuoi andare devi farlo per scelta.
In questo caldo pomeriggio d’estate Tina Loiodice (nella foto a sinistra), artista romana specializzata in grandi murales, è arrampicata di fronte al muro esterno di una casa, per fortuna all’ombra, intenta a dipingere la sua quarta opera che, nelle intenzioni degli organizzatori e nelle speranze dei pochi residenti, dovrebbe contribuire a portare sin qui turisti e curiosi.
I suoi abitanti per dare slancio a un turismo peraltro mai esistito si sono affidati al mondo irreale delle fiabe. “Abbiamo deciso di realizzare – afferma Gianluca Chiovelli, presidente della locale associazione culturale Acas – un itinerario artistico costituito da murales e installazioni lungo tutte le vie; il tema portante è quello fantastico della fiaba, della leggenda, della mitologia”.
Un lavoro che Tina Loiodice ha iniziato a maggio e che sta tutt’ora portando avanti. “Alice nel paese delle meraviglie”, romanzo fantastico pubblicato nel 1865 dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll, è stato il primo a essere realizzato; poi è toccato a “Il piccolo principe”, racconto di Antoine de Saint-Exupéry, e quindi a “Trilli campanellino”, il piccolo personaggio immaginario creato da James Matthew Barrie nella sua popolarissima opera Peter e Wendy. In questi giorni l’artista romana sta portando a termine quello che dovrà raccontare “La piccola fiammiferaia”, una fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta nel 1848. Per il futuro sono in progetto opere che prendono spunto dai racconti dei fratelli Grimm, Andersen, Collodi ma anche dai miti greci, dalle leggende locali oppure le favole popolari raccolte da Italo Calvino o quelle, più moderne di Gianni Rodari.
A Sant’Angelo di Roccalvecce si affidano agli enormi e coloratissimi murales nella speranza che il mondo delle fiabe possa attirare la curiosità dei turisti contribuendo così anche al rilancio economico del territorio ed evitare quello che appare ormai l’inesorabile abbandono del borgo. L’inizio è stato promettente, i primi turisti in questa estate del 2018 si sono già fatti vedere, aumenteranno con il crescere del numero dei murales realizzati.
A corredo del progetto principale ce ne sono altri: l’apertura degli antichi sentieri rurali attorno al paese che costituiranno un tracciato storico-naturalistico, il restauro dei luoghi d’interesse già esistenti come la fontana (che proviene da sorgenti già scoperte dagli Etruschi), l’edicola/cappella all’inizio della strada principale, i forni comuni, la ripulitura di alcune zone verdi che sono degenerate in discarica e così via.
“Il tutto autofinanziato e a impatto zero – tiene a sottolineare Chiovelli – non si costruisce né si abbatte niente. Si restaura, con criterio e, in taluni casi, si abbellisce”.
Gianni Tassi
Nella foto di copertina, uno dei murales realizzati a Sant’Angelo di Roccalvecce
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