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Coronavirus, incertezze nel ritorno a scuola

di | 2020-09-20T09:37:55+02:00 20-9-2020 6:35|Attualità, Sezione 8|0 Commenti

FIRENZE – Un rientro a scuola tra gioia e incertezze, abbracciato dalla paura per una possibile chiusura repentina a causa di possibili contagi. Questo il primo giorno di scuola riassunto in poche parole: sia gli studenti che i docenti lo aspettavano da tanti, troppi mesi.  La spensieratezza del rientro ha dovuto fare i conti con una difficoltà che, soprattutto nelle scuole più frequentate, si è dimostrata complicata da affrontare: il distanziamento sociale.

Problematica non di poco conto, che ha visto mettere in atto ingressi scaglionati fra entrate in anticipo e uscite posticipate, ma la storia è sempre la stessa: i ragazzi fuori dalla scuola stanno senza mascherina, si abbracciano, e il distanziamento diventa la prima fonte di possibile contagio. Sembra quasi che la riapertura delle scuole sia diventato il principale motivo per reincontrarsi. Ma la campanella suona, i ragazzi entrano e fra cartelli informativi e adesivi a terra, è obbligatorio igienizzarsi le mani e raggiungere, evitando i ragazzi in sosta, la propria aula.  Ma una volta entrati, nulla è cambiato, mesi a parlare di sicurezza per trovare banchi adeguati e rispettare così le distanze.

Ma comincia la lezione, il docente timoroso, tiene la mascherina, e inizia a parlare di come sarà difficile convivere con queste nuove norme, e poi comincia a spiegare le difficoltà a cui andremo incontro, l’esame, le lezioni in classe, fino a giungere a quella che era la “vecchia scuola”, finalmente spiega l’argomento del giorno, ma suona la campana, le lezioni sono più corte.  Mentre si concretizza l’idea di vivere una semplice facciata che illude la realtà promettendo sicurezza, arriva la ricreazione, tutti seduti, e i ragazzi, discutendone con i docenti, dubitano di resistere 7 ore a scuola seduti, tornare a casa e doverne passare altrettante sui libri di scuola, sebbene sulla poltrona di casa.  Finito l’intervallo arriva l’ora della palestra, tutti pronti ad igienizzarsi, ma senza il cambio sportivo, quest’anno non si possono usare gli spogliatoi, si cambia solo la maglietta se sudata, in classe, non importa se ci sono ragazze e ragazzi.  Poi si scende, si va fuori, gli spazi chiusi non si possono usare, ma già durante il percorso si sente quell’amara sensazione di scarsa sicurezza, che si concretizza giunti in palestra: corse ed esercizi tutti ammassati.

Perlomeno adesso gli studenti, e i docenti, hanno il privilegio di seguire le lezioni di persona, di vedersi faccia a faccia, di poter finalmente vivere quella relazione essenziale nella scuola. E dopo mesi di attesa possono tornare a dar vita ai cuori dei ragazzi, dando loro l’energia e la voglia di tornare a studiare, insieme, non soli davanti ad uno schermo.

Boris Zarcone

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