//Covid meno aggressivo, preoccupa l’influenza

Covid meno aggressivo, preoccupa l’influenza

di | 2024-01-13T12:43:21+01:00 14-1-2024 6:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Nell’ultimo mese, circa 15 milioni di italiani si sono ammalati a causa dell’influenza che quest’anno si è presentata in forma particolarmente aggressiva. Un dato preoccupante, soprattutto perché – a parere unanime degli esperti – è motivato dal fatto che, nonostante i numerosi e accorati appelli, coloro che si sono sottoposti alla vaccinazione sono stati pochi. O comunque in numero non sufficientemente alto da creare un argine efficace al dilagare dei virus di tipo influenzale. E’ chiaro che la malattia non ha colpito tutti contemporaneamente, ma si è concretizzata in ondate consecutive che, di fatto, sono diventate un unico “tsunami sanitario”. Che peraltro continua a manifestarsi anche in questi giorni, anche se sembra che il picco stia per essere raggiunto, se non addirittura già superato. Quindi la situazione lentamente dovrebbe rassenerarsi nelle prossime settimane.

“Stanchezza vaccinale”: così il professor Matteo Bassetti, direttore del reparto malattie infettive dellʼospedale San Martino di Genova, definisce quanto accaduto da ottobre in poi. Era quello il periodo indicato per la vaccinazione anti-influenzale, ma le raccomandazioni non sono state evidentemente ascoltate. Con conseguenze gravi in alcuni casi perché la malattia sta colpendo duro, generando numerosi ricoveri anche in terapia intensiva. Sinceramente dover andare in ospedale a causa dell’influenza, è abbastanza incomprensibile. Tanto più che proprio le drammatiche esperienze dovute al Covid avrebbero dovuto indurre a comportamenti molto più orientati verso la prevenzione.

Ma perché, ad un certo punto, ci siamo stancati delle vaccinazioni? La “colpa” è da attribuire al massiccio uso di dosi per bloccare il dannato “draghetto coronato”, unito ad una campagna in qualche modo diffamatoria, alimentata oltre che da sedicenti esperti anche da certa parte (molto piccola, per fortuna) del mondo scientifico che ha attribuito a quei tipi di vaccino ogni tipo di nefandezza. C’è un dato di fatto oggettivo, però, che non si deve mai dimenticare: se l’umanità intera è riuscita in qualche modo non a sconfiggere definitivamente il coronavirus, ma quanto meno a controllarlo, ciò si deve pressoché totalmente all’effetto dei vaccini. Che possono anche non piacere, ma certamente sono stati molto utili.

“Stiamo vivendo la stagione influenzale peggiore dellʼera moderna – sottolinea ancora il professor Bassetti -. Cʼè una grandissima circolazione, avere 15 milioni di italiani a letto nellʼultimo mese non è un bene anche perché sono forme che si prolungano nel tempo. Ma i casi gravi e i ricoveri sono nella norma rispetto agli anni precedenti”. Per Bassetti la causa del boom dei contagi sta principalmente nel flop delle vaccinazioni: “La circolazione è molto elevata perché le vaccinazioni sono in calo, c’è una stanchezza vaccinale degli italiani che non riesco a comprendere e che è gravissima. I vaccini non sono nemici dei cittadini e devono essere somministrati a più persone possibili. E in tutto questo (ospedali pieni, conseguenze sulla salute) va anche messo in conto l’impatto economico e sociale”.

Il professor Matteo Bassetti

Sul fronte Covid, intanto, in Italia si registra la quarta settimana di ricoveri in calo negli ospedali. L’ultima rilevazione della rete sentinella della Fiaso (Federazone italiana aziende sanitarie e ospedaliere), relativa ai primi giorni del 2024, segna una diminuzione del 22% dei pazienti ricoverati. “Si conferma ormai la discesa dei ricoveri Covid, ma la pressione sugli ospedali non accenna a diminuire per via dell’influenza – spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore -. Stiamo purtroppo vedendo polmoniti gravi non dovute al Covid ma alle conseguenze dell’influenza anche nelle terapie intensive”. Il calo più significativo (-27%), arriva per i ricoverati ‘con Covid’, cioè pazienti in ospedale per altre cause ma risultati positivi al coronavirus, segno di una riduzione anche della circolazione virale. Si registra il calo anche nei ricoveri ‘per Covid’: -10% tra coloro che occupano posti letto nelle malattie infettive o nelle medicine con sindromi respiratorie e polmonari da riferire all’infezione da SARS COV-2.

L’età media dei pazienti è di 77 anni e quasi nella totalità dei casi si tratta di soggetti con altre patologie che aggravano il quadro clinico. In calo del 27% anche i pazienti Covid ricoverati nelle terapie intensive. L’incidenza dei ricoveri in terapia intensiva sul totale passa dal 6 al 5,5%, si tratta in termini assoluti di pochi casi per ospedale e anche qui il profilo è quello di pazienti con età media di 70 anni con altre patologie.

Qualche numero, infine. “Purtroppo alla fine del 2023, abbiamo superato la soglia dei 7 milioni di morti da Covid19 segnalati all’Oms dallo scoppio della pandemia – scrive su X la direttrice della Preparazione e la prevenzione delle epidemie e le pandemie all’Oms, Maria Van Kerkhove -. Il vero bilancio delle vittime è più alto, con stime fino a 3 volte di più a livello globale”. La pandemia non costituisce più una minaccia per la salute pubblica di portata internazionale ma è “ancora una minaccia globale”, aggiunge Van Kerkhove. In Italia, il numero di decessi sfiora quota 200mila, esattamente 195.494 qualche giorno fa. Che, per rendere bene l’idea, significa una città come Messina completamente cancellata…

Buona domenica.

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