SECINARO (L’Aquila) – Che l’imperatore Costantino ne sapesse una più del diavolo e che cercasse di trarre tutto a suo vantaggio è cosa nota, ma che avesse approfittato anche di un meteorite caduto a Secinaro, un paesino dell’Abruzzo, a fini propagandistici non è notizia molto diffusa. E’ l’astronomia che ci viene incontro per spiegare, o meglio fare ipotesi, sul famoso episodio e ci fa capire meglio con chi ebbero a che fare i romani nel IV secolo, quando la nuova religione prese il posto del paganesimo e rivoluzionò la visione del mondo nonché la mentalità occidentale.
Costantino, come molti sapranno, legalizzò, nel 313, il cristianesimo pur di avere il consenso di una buona parte della popolazione che si era ormai convertita alla nuova religione. Per rimanere da solo a gestire il potere imperiale, prima di lui diviso in quattro con la cosiddetta “tetrarchia”, uccise quattro imperatori e anche la moglie stessa. Non era proprio ciò che si definirebbe una “brava persona”, né tantomeno uno con solidi valori, soprattutto cristiani. Le fonti ne parlano come di un grande politico ma a livello personale la tradizione non gliela fa passare liscia sotto il profilo etico. Solo il vescovo Eusebio di Cesarea ne fa un panegirico ma per ovvi motivi: lui non poteva non essere di parte.
Costantino infatti, varrà ricordarlo, aveva conferito il potere temporale alla Chiesa. Questa, così, da comunità che riuniva gli adepti dal punto di vista spirituale, diventò grazie a lui una potenza con enorme peso politico. Costantino aveva calcolato tutto: la chiesa gli serviva come guida per tutte le popolazioni cristiane difficilmente controllabili perché sparse per tutto l’Impero. Insomma, l’imperatore che sconfisse il suo avversario Massenzio a Ponte Milvio se la sapeva giocare bene in termini di immagine e di propaganda. Non a caso ancora oggi egli rimane nella nostra memoria come il primo imperatore che si convertì al Cristianesimo dopo aver visto in sogno – la fonte è sempre Eusebio di Cesarea – una croce infuocata con la scritta “in hoc signo vinces” (sotto questo segno vincerai). Questo presagio gli sarebbe valso, secondo la tradizione, la vittoria.
Nessun libro di scuola mette in dubbio questa leggenda tanto che quando si parla di Costantino – cui tra tante cose si deve l’istituzione dei dogmi contenuti nel “Credo” – i più ricordano più o meno solo questo episodio. Ma a Secinaro (L’Aquila), un paese ai piedi del monte Sirente, c’è un laghetto che può raccontarci un’altra verità. I suoi 342 abitanti conoscono un particolare di questa storia che smentisce un po’ la fama leggendaria e mistica di Costantino. Il laghetto in questione, anche conosciuto come “cratere del Sirente”, che se ne sta lì da sempre alle pendici dello splendido monte, potrebbe avere qualcosa a che fare con il famoso “sogno di Costantino”. Oggi la scienza è propensa ad appoggiare la leggenda medievale secondo cui nel 312 d.C. un astro avrebbe terminato la sua caduta proprio qui, sotto al Sirente. Qui esso potrebbe aver distrutto anche un tempietto pagano dedicato alla dea Sicinna (da cui il nome del paese), ma soprattutto provocò una voragine, un cratere, appunto.
Scoperto nel 1990, esso mostra il bordo compatibile con l’attrito di un corpo celeste e da allora la scienza si è sguinzagliata alla ricerca di una conferma storica. Era questa la luce infuocata che Costantino aveva visto sfrecciare in cielo? Molti elementi fanno propendere per il sì. Nel tempo le notizie su questo evento astronomico si sono incrociate, dando vita ad altre storie in cui la presenza del paganesimo in questi questi boschi si intreccia con culti cristiani e altre teorie. Forse ad una conclusione certa non si giungerà mai ma un fatto rimane, poi ognuno la pensa come vuole: il 312 è l’anno in cui si svolse la battaglia di Ponte Milvio, proprio quella fatidica cui Costantino si sarebbe accinto dopo aver visto o sognato la famosa croce infuocata che, a questo punto, potrebbe essere stato il meteorite.
Probabilmente il passaggio del corpo celeste si vide anche a Roma e l’imperatore, un maestro in fatto di propaganda politica, non deve essersi fatto scappare l’occasione per portarsi a casa i consensi di tutti i cristiani. Lo fece talmente bene che il messaggio è rimasto sui libri di storia e lui continua ad essere considerato il primo imperatore che volle convertirsi al nuovo culto, che vietò le persecuzioni. Come sia andata con certezza non lo potrà dire mai nessuno ma questo è quanto. La verità sta nel silenzioso laghetto di Secinaro.
Gloria Zarletti
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