C’è un pezzetto d’Italia (in alto a sinistra, guardando la cartina) incantevole e affascinante: un angolo di Liguria, precisamente la Riviera di Ponente, dove la roccia “precipita” direttamente nel mare. L’uomo ha dovuto lottare duramente nel corso dei secoli per ricavare spazi vitali da colline e alture che ben poco offrivano per consentire di procurarsi cibo e risorse. E così la principale attività agricola è stata ed è tuttora la coltivazione degli ulivi, alberi tosti e resistenti, capaci di abbarbicarsi anche sui crinali più scoscesi e ripidi. Ma i liguri non si sono mai abbattuti e sottraendo metro su metro alla ruvidezza della Natura hanno saputo creare una fiorente attività basata sui fiori. E così la A10 (che collega Genova e Ventimiglia, perforando decine di montagne) è appunto l’Autostrada dei Fiori.
E poi c’è il mare che costituì per secoli la principale fonte di sostentamento alimentare di quelle popolazioni e che oggi è culla di un turismo di qualità che, di fatto, non conosce stagionalità. Si pensi a Sanremo che in pieno inverno diventa il fulcro della musica leggera italiana e non solo, senza tralsciare il Casinò; all’aristocratica Bordighera (la “città delle palme” che ammaliò persino Monet) costellata da decine di ville in stile Belle Epoque. E ancora la suggestiva Portofino, prezioso borgo di qualche chilometro quadrato, popolato da meno di 400 abitanti, sui cui speroni a picco sul mare hanno costruito residenze principesche gli Agnelli, Berlusconi, Tronchetti Provera e i più importanti nomi del jet set e dell’imprenditoria mondiale. A qualche chilometro di distanza, l’austera Santa Margherita Ligure (famosa in campo gastronomico per i gamberoni rossi, particolarmente apprezzati per la qualità e il sapore delle carni) dalla effervescente proposta culturale.
Un ventaglio di proposte che trovano rappresentazione plastica nelle centinaia di panfili e yatch che vengono ormeggiati nei porticcioli e nelle baie naturali che punteggiano l’intera Riviera dei Fiori e che, per il clima mite anche d’inverno, continua ad attirare benestanti stranieri e italiani che, abbastanza di frequente, scelgono quelle zone per prolungati soggiorni invernali o anche come seconda residenza. Ad una dozzina di chilometri da Sanremo, ecco Ventimiglia, ultimo avamposto italiano prima della Francia. In verità, il confine fisico è all’interno di un tunnel e si configura con un cambio di illuminazione e con uno “scalino” sull’asfalto che si percepisce nettamente a causa del sobbalzo che produce.
Comunque, Francia per modo di dire perché quelli erano territori italianissimi, ceduti con gli accordi di Plombières (1858) stretti fra Cavour e Napoleone III, quando il Regno di Sardegna promise la cessione di Nizza e della Savoia all’alleato francese in cambio del sostegno militare per la causa dell’unificazione italiana. In realtà, al sovrano di Parigi interessava ben poco dell’italica unità: gli premeva piuttosto contenere le mire espansionistiche dell’Impero Austro-Ungarico. Come che sia, a partire da Mentone (primo comune francese oltre la frontiera), la Riviera dei Fiori diventa fino a Cannes Costa Azzurra, compreso il Principato di Monaco.
Nizza è una città meravigliosa in cui passato e presente si coniugano in modo sorprendentemente affascinante. L’antica Nicaia, fondata nel 350 aC da coloni greci provenienti da Focea, si affermò ben presto come porto commerciale e militare di straordinaria importanza strategica. I Romani ne intuirono le potenzialità e impiegarono ingenti risorse per conquistarla e sottometterla dopo anni di sanguinose guerre facendola diventare una delle zone più produttive di quelle terre che denominarono genericamente Gallia, portandovi altresì una delle più importanti strade consolari, la via Aurelia che costeggia l’intero Tirreno fino ai territori ora francesi. La zona più interessante è appena al di là delle strutture più moderne: un dedalo di viuzze e il caratteristico mercato ai piedi della chiesa di Saint Roch che costituisce di per sé un’attrazione. Da non perdere la cattedrale barocca di Santa Reparata, la protettrice, che secondo la leggenda fu uccisa dagli aguzzini dell’imperatore Decio: il suo cadavere fu messo su una barca fatta poi andare alla deriva, ma l’imbarcazione, guidata dagli angeli, sarebbe poi arrivata a Nizza e il corpo sepolto in quella che poi divenne la Cattedrale a lei dedicata. Infine, sono immancabili i due passi sulla Promenade des Anglais, il lungomare sul quale si affacciano gli alberghi più prestigiosi (e costosi), a cominciare dal Negresco.
Altra aria si respira a Cannes, famosa per il Festival del Cinema (si svolge in maggio) e per la Croisette, un paio di chilometri di passeggiata incastonata tra il mare e la zona commerciale dove si sono insediate le più importanti maison di moda, oltre che naturalmente hotel di gran lusso, tra i quali primeggiano il Martinez e soprattutto il Carlton, la cui suite da 500 metri quadrati (praticamente un castello) fu inaugurata dall’attore Arnold Schwarzenegger alla modica cifra di 42mila euro a notte. Accanto al Palais du Cinema, caratterizzato dal red carpet (tappeto rosso) sul quale sfilano e posano per i fotografi tutte le star, l’immancabile casinò (ce ne sono decine nel giro di pochi chilometri).
Infine, per chi si avventura da quelle parti, è impossibile non fermarsi nel Principato di Monaco con tappa obbligata a Montecarlo. Va detto subito che si tratta di un mondo a parte, lontanissimo dalle persone normali, dove si respirano costantemente lusso e ricchezza. Che non sono peccati, ma che lo diventano quando si trasformano in sfrontata ostentazione. Ferrari, Lamborghini, Bentley, Cadillac, Rolls-Royce parcheggiate in ogni dove, insieme a tantissime Cinquecento che, forse, costituiscono la maggioranza dei veicoli. E’ uno degli Stati più antichi del mondo, in quanto esiste dalla fine del XIII secolo; la sua origine si fa risalire all’iniziativa di Francesco Grimaldi, un nobile guelfo genovese che travestendosi da monaco (proprio a questa circostanza si deve il nome) riuscì ad impadronirsi con destrezza di un castello di proprietà di un rivale ghibellino.
Il Principato di Monaco è il penultimo Stato sovrano del mondo per estensione (poco più di 2 chilometri quadrati, secondo solo alla Città del Vaticano) ed è abitato da circa 38mila persone: 8mila sono cittadini veri e propri, il resto residenti. Ancora oggi a governare sono i Grimaldi: in carica Alberto II, figlio degli amatissimi Ranieri e Grace Kelly, fratello di Carolina e Stefania, sposato dal 2011 con Charlène Wittstock e padre di due gemelli (nati nel 2014): Gabriella Thérèse Marie e Jacques Honoré Rainier, che è il primo in linea di successione al trono monegasco.
Va smentita la nomea che il Principato sia un paradiso fiscale. O meglio, lo è ma solo per i cittadini che sono totalmente esentati dalle tasse. Ma diventare monegaschi è faccenda assai complicata. In primo luogo bisogna acquistare casa da quelle parti: un’impresa tutt’altro che semplice visto che le abitazioni hanno costi proibitivi (si parte almeno da 50mila euro al metroquadro); poi bisogna versare in una della banche indicate dallo Stato un gruzzoletto di qualche milione di euro.
A questo punto parte la procedura per acquisire lo status di residente che si conclude dopo almeno 5 anni. Un periodo durante il quale il candidato deve dimostrare di risiedere almeno 180 giorni l’anno. Trattandosi molto spesso di uomini d’affari impegnati in ogni angolo di mondo, vengono assoldate persone che hanno il compito di accendere le luci e di consumare energia elettrica, gas e acqua per dimostrare appunto la “presenza” in casa. Ancora più complicata la procedura per diventare cittadini, ma quando ci si riesce si possono godere di privilegi importanti, come appunto l’esenzione fiscale. Che, evidentemente, interessa molto a miliardari d’ogni nazionalità.
Fortissimo il ricordo di Ranieri e di Grace: per il principe, scomparso nel 2005 all’età di 82 anni, lo scorso 31 maggio in occasione del centenario della nascita è stata organizzata una grande festa durante la quale il centro storico è stato chiuso agli stranieri e riservato ai soli monegaschi. Alla principessa (morta in un tragico incidente stradale nel 1982 quando aveva 53 anni) sono state dedicati monumenti, strade, enti benefici. I due (che si erano conosciuti nel 1955 mentre Grace stava girando a Montecarlo il film Caccia al ladro con Cary Grant) si sposarono nel 1956 nella semplice, ma affascinante cattedrale di Monaco, dedicata all’Immacolata Concezione, e lì sono sepolti uno affianco all’altra.
A Montecarlo, poi, d’obbligo un passaggio al casinò (uno dei più famosi al mondo), di fronte al quale si staglia l’imponente Hotel de Paris, anch’esso (ça va sans dire) dai costi proibitivi. “L’unica cosa che manca nel Principato è lo spazio”, si sente ripetere e allora hanno pensato di sotterrare tutto il possibile (compresi stazione e ferrovia, sotterranei anche i centri commerciali) e di sviluppare in altezza il settore edilizio. Recentemente hanno completato un enorme grattacielo di colore blu: venduti tutti gli appartamenti a 80mila euro al metroquadro. Per chi fosse interessato è ancora in vendita una villa che occupa gli ultimi tre piani… E’ attualmente in costruzione un quartiere semigalleggiante, al quale hanno contribuito i maggiori studi di architettura di tutto il mondo: oltre ai garage per le auto, saranno disponibili per gli inquilini anche posti barca… Nel Principato, infine, i reati sono praticamente inesistenti (il carcere non ha “ospiti” da anni…): la Polizia monegasca è presente ovunque ed è formata solo da agenti di nazionalità francese, perché il reclutamento è stato affidato alla Gendarmerie di Parigi. Va anche aggiunto che praticamente tutti i lavoratori che operano in ogni settore non risiedono nel Principato a causa dei costi proibitivi delle abitazioni: sono pendolari dalla Francia e dall’Italia.
La protettrice del Principato è Santa Devota (originaria della Corsica), che si convertì al Cristianesimo e morì ventunenne a causa delle persecuzioni ordinate dall’imperatore Diocleziano. Il governatore romano di Mariana aveva ordinato di bruciarne il corpo, che venne invece nottetempo trafugato da un certo Graziano e da un presbitero di nome Benenato, con lo scopo di dare una sepoltura cristiana alla giovane martire. Diretti in Africa, a causa di una tempesta furono dirottati lungo la costa ligure, presso il vallone dei Galmati, oggi parte del Principato di Monaco. La tradizione vuole che dal corpo della santa sia uscita una colomba che abbia indicato la via ai due uomini. Nel punto della riva in cui l’imbarcazione con la santa approdò, il 27 gennaio 312, fu trovato un inusuale roseto fiorito e, poco distante, il corpo di Devota.
La Costa Azzurra? Certamente bella (soprattutto Nizza), ma decisamente meglio la Riviera dei Fiori nel suo insieme. Parere personale, sia chiaro.
Buona domenica.
Nell’immagine di copertina, una panoramica della splendida baia di Portofino
Non sono paragonabili lo sciattume della riviera ligure, Ventimiglia in testa , alla costa azzurra , che riesce a valorizzare qualsiasi cosa possegga , per poco che sia. Per non parlare dell’orda di migranti che in riviera ligure ciondolano senza meta creando degrado al degrado.