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Così Veronica batte la sclerosi multipla

di | 2019-05-24T20:13:06+02:00 26-5-2019 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

NAPOLI – Fa sempre un certo effetto leggere notizie relative a scoperte scientifiche che possano agevolare, aiutare, risolvere problemi seri legati a malattie di una certa gravità. Affrontare tutto il mistero che circonda la vita di un uomo è cosa drammatica e allo stesso tempo affascinante. Dietro ogni scoperta c’è un lavoro che dura anni e che, in qualche modo, lascia intravedere a che livello di complessità si posiziona la vita di un essere umano. Intrighi cellulari, connessioni nervose, particelle microscopiche che si muovono secondo un disegno magistrale che permette, fondamentalmente, di godere della vita. Un rapporto misterioso, magico, incredibile che solo menti “non applicate” possono definire di origine casuale. Una macchina perfetta, la nostra, che si muove secondo sincronie impensabili a livello umano, secondo un disegno e un destino che nessuno azzarderebbe minimamente a sognare.

Ogni scoperta, ogni ricerca è come se ci facesse avvicinare all’insondabile mistero, a scoprire cosa c’è alla base di ogni nostra esistenza. Certo è che lo scoprire certe meccaniche organiche non esaurisce la domanda cruciale del perché e del come noi esistiamo. Se a livello tecnico può essere percepito il funzionamento del corpo, ben più difficile è dare risposte a carattere esistenziale relative all’essere, all’esistere, al vivere.

Queste scoperte riempiono di orgoglio e felicità quando riescono a risolvere malattie gravi, quando aiutano persone malate ad essere alleviate nelle loro sofferenze. Ultimamente una dottoressa napoletana, Veronica De Rosa, è stata insignita di una importante onorificenza proprio perché ha realizzato scoperte straordinarie in merito alla sclerosi multipla.

La malattia di cui Veronica si occupa fin dal 2003 è, infatti, la sclerosi multipla, tanto che nel maggio 2018 ha vinto il Premio Rita Levi Montalcini che Aism e Fims (Federazione italiana sclerosi multipla) assegnano ogni anno a un talento under 40. Napoletana, 39 anni, una laurea in scienze biotecnologiche e un dottorato in oncologia e endocrinologia molecolare, autrice di numerosi articoli scientifici, De Rosa lavora all’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del CNR di Napoli e nel tempo ha indirizzato le sue ricerche sulle relazioni esistenti tra metabolismo e sistema immunitario.

L’Aism, Associazione italiana sclerosi multipla) ogni anno consegna il premio Rita Levi Montalcini ai ricercatori che hanno offerto un contributo importante ed un impegno costante alla lotta contro questa malattia. La napoletana ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme alla delegazione dei ricercatori della Fism.

“Nel sangue periferico – spiega Veronica – esistono alcuni precursori delle cellule T regolatorie che siamo in grado di estrarre e attivare in laboratorio per ripristinare la genesi di cellule T regolatorie correttamente funzionanti. Il passaggio finale sarà infonderle nuovamente nei pazienti in modo che tornino a produrre un’azione capace di tenere a bada le cellule infiammatorie”. Il percorso è lungo, ma esistono già studi clinici analoghi che sono stati applicati in altre patologie come il diabete. “Se si riuscirà a correggere – aggiunge – il malfunzionamento del sistema immunitario si potrà pensare di bloccare la sclerosi multipla al momento della diagnosi”. Veronica De Rosa, spiega il presidente Fism Alberto Battaglia, “è una dei 409 ricercatori che abbiamo finanziato e il 76% dei quali continua anche a distanza di anni a fare ricerca sulla sclerosi multipla”.

L’Aism ha deciso di conferirle il premio perché “la carica innovativa della sua ricerca sta nell’aver aperto la serratura, le porte del sistema immunitario e del metabolismo delle singole cellule, fino a comprendere sempre più da vicino i meccanismi intracellulari che sottostanno alla sclerosi multipla”.

La premiazione è avvenuta a Roma nel corso dell’ultima giornata del congresso scientifico dell’Aism. L’edizione di quest’anno del premio ha un valore speciale dal momento che si celebrano anche i 50 anni dalla nascita dell’associazione.

Parte quindi da Napoli e dall’Ateneo partenopeo la speranza nel campo della sclerosi multipla. Il lavoro condotto dall’equipe della Federico II è stato quello di arrestare la progressione della malattia nei topi mediante il sequestro del cosiddetto ormone “spezza fame”, la leptina. Bloccando l’ormone della leptina nei topolini la malattia non progredisce e si riduce la presenza delle cellule immunitarie implicate nella patologia.

Una scoperta che suggerisce nuove vie per tenere sotto controllo l’avanzare della malattia e che apre nuove speranze per tutti i malati di sclerosi multipla, patologia che si manifesta in genere tra i 18 e i 45 anni e che colpisce, in Italia, 50 persone ogni 100 mila abitanti.

“La ricerca che vogliamo è quella che cambia la realtà della sclerosi multipla – conclude Mario Alberto Battaglia, presidente della Fism -. Negli ultimi 10 anni abbiamo investito oltre 74 milioni di euro nella ricerca, 54 dei quali provengono dal 5 per mille; abbiamo sostenuto 422 ricercatori, erogato 172 borse di studio e finanziato 582 progetti di ricerca dal 1987 ad oggi. Vincere la sclerosi multipla è una sfida che richiede l’impegno di tutti, non solo di chi vive con la malattia”.

Innocenzo Calzone

Nella foto di copertina, la ricercatrice napoletana Veronica De Rosa

 

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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