MILANO – Vivere, nonostante tutto. Affrontare affanni, malattie cercando sempre un equilibrio, soprattutto con lo sport. Nell’osservare chi ci è accanto non giudichiamo ma amiamo le nostre e altrui diversità. È ciò che capita a chi soffre di una malattia invalidante conosciuta come linfedema, ossia il ristagno di linfa nei vari distretti dell’organismo, espressione di una compromissione del sistema linfatico.
Questo impervio percorso è stato affrontato da Rossella La Gamba, giovane avvocato milanese, che racconta con una toccante testimonianza la sua malattia: “Prima di scoprire il tumore, avevo una vita normale. Attività fisica, niente terapie, interventi chirurgici. Come tutti, libera di esprimermi anche con il corpo. La malattia era qualcosa di esterno, che non mi apparteneva, non avevo mai vissuto sulla mia pelle. Dal 2018, subisco quattro interventi e i medici mi avvisano che nel 5% dei casi potrebbe arrivare un linfedema, nel mio caso linfedema secondario, conseguenza di un tumore dovuto all’asportazione dei linfonodi”.
“Nel maggio 2020 – continua Rossella – ho visto le mie gambe gonfiarsi e ho iniziato a preoccuparmi di ciò che stava accadendo. Nel cercare un medico che si occupasse del mio problema, a Genova, ho poi conosciuto una persona umana, empatica, un medico che mi ha spiegato che il linfedema è invalidante, non c’è guarigione. Ognuno lo sviluppa a suo modo. Però la mia premura era fare sport nonostante il linfedema. Correre nonostante tutto. Ecco ciò che volevo fare. ‘Voglio correre la maratona’ dissi al dottore e lui mi ha spiegato come”.
Il linfedema può essere di tipo primario, causato da anomalie congenite a carico del sistema linfatico, e di tipo secondario che consegue a patologie quali adenopatie, diabete, linfangite, cellulite batterica, erisipela, filariosi linfatica o deriva dalla rimozione chirurgica dei linfonodi (eseguita, per esempio, per asportare masse tumorali). Il sintomo più ricorrente del linfedema è il gonfiore ad un braccio o ad una gamba. Tra gli altri sintomi, alterazione della cromia della pelle, difficoltà a muovere l’arto colpito, pelle suscettibile alle infezioni, prurito e tensione della pelle. Con la malattia bisogna indossare calze e pantaloncini medici per il drenaggio, fare fisioterapia e corsi di riabilitazione giornalieri.
“Con il linfedema, io convivo. Le calze sono la mia seconda pelle, parte della mia vita. Devi accettarle d’estate e d’inverno. La vita con il linfedema non è semplice, cambia la tua quotidianità. Devi gestire le tue gambe, non puoi stare tanto in piedi. Vivi una ‘vita compressa’ , puoi riuscirci cercando di accettare la malattia e conviverci. Io ho deciso di correre, bisogna fare sport. Le gambe devono muoversi, devi trovare lo sport giusto per le tue gambe. Il mio prossimo obiettivo è la maratona”.
Non esiste una terapia completamente risolutiva. Per migliorare i sintomi del linfedema è raccomandata la terapia complessa decongestiva (con linfodrenaggio, bendaggio, pressoterapia, tutori elastici). La chirurgia è riservata ai casi di estrema gravità. “Lo sport è fondamentale – conclude Rossella – bisogna andare oltre la malattia come ci hanno insegnato i grandi campioni (Zanardi, Vialli). Le tue gambe sono compresse, sono delle gambe diverse. Le calze sono compressione alla vita e al corpo”. Fondamentale sensibilizzare chi soffre di linfedema “Non scoraggiarsi mai e cercare di andare oltre la sofferenza”.
Claudia Gaetani
Fantastica Rossella, grande guerriera, anch’io un linfedema primario all’arto inferiore sinistro, anch’io combatto tutti i giorni come tante altre persone,mi piacerebbe molto incontrarla Rossella e stringerle la mano
Grande campionessa, anch’io come te combatto questa battaglia, sarebbe bello incontrarci per scambiare le nostre idee Grazie e ciao
Io invece ho intrapreso l alpinismo e le arrampicate
Ciao a tutte/i grazie per questi meravigliosi commenti.
Sono onorata di poter condividere con voi questo “piccolo” pezzo di vita 🙏.
Vi contatto al più presto ❣
Convivo con il linfedema primario dall’età di 13 anni. È invalidante sotto ogni profilo, anche quello psicologico.
Difficile e molto andare avanti e condurre una vita normale. Quasi impossibile.
Solo chi ci è dentro può capire…
Grazie mille per la vostra testimonianza e per aver condiviso questo articolo che vuole motivare ancor di più a non arrendersi.
Rossella hai dato l’esempio di quanto la forza interiore domina corpo e mente.
Hai dato l’esempio a tutti noi, di quanti ci si deve davvero pensare 1000 volte prima di lamentarsi.
Splendida per quello che sei
Elisa
Complimenti sei un esempio di vita!Anch’io ho un linfedema al arto inferiore destro di 3 stadio dopo ché mi hanno tolto 24 linfonodi, e un sollievo vedere ché sei così forte ,la vita è bella è noi dobbiamo gestire questa maledetta malattia anche se a volte è pesante!Un abbraccio forte!❤