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“Contatto”, i Negramaro riaccendono l’umanità

di | 2020-11-14T18:57:27+01:00 15-11-2020 6:15|Sezione 4, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – “Le mie canzoni nascono dalla merda del quotidiano: tirarsi via da uno stato emotivo è fondamentale e queste canzoni sono vita”. È la puntualizzazione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro alla presentazione del nuovo album “Contatto” della band per Sugarmusic, disponibile ovunque e sulle piattaforme digitali da venerdì 13 novembre, a distanza di tre anni dal successo del precedente disco “Amore che torni” che è stato certificato doppio disco di platino.

“Ritengo sia una pagina di storia emozionante – esterna Sangiorgi –. Sono stati due anni e mezzo di lavoro incredibili per la realizzazione di questo disco in cui la musica era corollario a quello che siamo”. Il titolo dell’album evoca ciò che stiamo vivendo durante questo periodo di pandemia: “Il titolo è nato più di un anno fa, quando eravamo abituati a contatti, agli abbracci. Questa parola ha la sua fisicità, oggi diventata tutt’altro, ma è tornata ad essere più sognata, entrata di diritto nelle piccole storie di questo concept-album. Durante il lockdown non sognavo più e abbiamo lavorato da casa per recuperare i brani del disco e l’album ha acceso questo sogno automaticamente”.

“Contatto” è un concept-album di dodici canzoni sul cambiamento il cui simbolo è la farfalla che incarna proprio l’evoluzione e il movimento. La copertina del disco è un progetto 3D nato dalla collaborazione tra i Negramaro e il 3D Artist Amin Farah di Theblacklab, con la direzione creativa di Thestylepusher: sono raffigurati quattro umanoidi, senza caratteristiche somatiche definite, che con le loro ombre riproducono appunto una farfalla. “La pandemia ingoia tutto e questo è l’album della immaturità nella sua maturità. Il covid fa riflettere di più ma un cantante deve poter dire quello che pensa perché tutto quello che ci circonda è politica. La parola Contatto è una culla di pace in queste canzoni”. “Contatto” è un album combattente in “Noi resteremo in piedi”, coraggioso e pieno di speranza su “Non è mai per sempre” e “La cura del tempo”, una presa di coscienza collettiva dove nessuno si salva da solo come in “Dalle mie parti” e “Terra di nessuno”, in un mondo che tocca a noi ribaltare e rivoluzionare con le nostre singole azioni. Come moderni tedofori, oggi più che mai, il contatto è la parola del futuro attraverso il quale condividere e accendere scintille. Questa pandemia sta portando tutti ad altre direzioni. “Io cambio mestiere se questo dura ancora due anni o canto solo per mia figlia – confessa Sangiorgi –. È di certo una provocazione, ma siamo molto forti per sopravvivere, per vivere rispettando gli altri cominciando a metterci la mascherina che serve ed è sacrosanta oggi in un mondo che sarebbe nulla senza umanità”.

Ad aprire il disco è “Noi resteremo in piedi”: “È un manifesto e anche un germoglio per il futuro. Non mi va di essere cantante per non dire quello che penso come uomo, naturalmente sempre educato: racconto delle cose che siano sempre più comprensibili anche se non sono da ballare. C’è la voglia di dire alle nuove generazioni di avere un confronto con la nuova musica”. In “La terra di nessuno” Lucio Dalla è citato nel testo con un riferimento alla canzone “Anna e Marco” e omaggiato con uno dei suoi tipici vocalizzi scat: “È la terra di tutti e fa male vedere l’assenza di vitalità e di vita con il diritto di ripopolare questo pianeta.  L’ho scritta durante il lockdowm: si devono sostituire Adamo ed Eva ad Anna e Marco, simbolo della diversità, che sognano di cambiare il mondo che ha bisogno più di rispetto, perché è stato straziante vedere le strade vuote durante il lockdown”. Nel brano “Dalle mie parti” le orchestrazioni sono state arrangiate dal maestro Stefano Nanni, storico collaboratore di Luciano Pavarotti, che ha diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta del maestro Ennio Morricone. “Siamo stati a registrare nei suoi studi quando era ancora vivo – precisa Andrea Mariano –. È stata una grande emozione respirare in un luogo di lavoro di una icona della musica”.

Naturalmente i mancati concerti sono una negazione per una band. “Ben venga ogni possibilità alternativa – osservato Emanuele Spedicato –. Spero che sia uno stimolo per la dignità di tornare a un posto di lavoro: non basterà per la precarietà attuale e siamo spaventati da ciò che vediamo oggi: vorrei uno Stato, dei politici che iniziano a considerare l’arte e la cultura non un bene di lusso ma di necessità primaria, perché l’anima va alimentata come il corpo”. I Negramaro sono Giuliano Sangiorgi (voce e chitarre), Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatori), Emanuele Spedicato (chitarre), Ermanno Carlà (basso), Danilo Tasco (batteria) e Andrea De Rocco (campionatore).

Franco Gigante

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