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Il consumo di alcolici preoccupa sempre di più

di | 2023-05-07T06:18:53+02:00 7-5-2023 6:21|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

PALERMO – Questi i dati dell’Osservatorio nazionale dell’Istituto superiore di Sanità sul consumo di alcolici, sulla base delle cifre fornite dall’Istat relativamente al 2021: a bere alcolici sono complessivamente 36 milioni di italiani, 20 milioni gli uomini e 16 milioni le donne. Di questi, i consumatori abituali, cioè chi beve alcolici ogni giorno, sono circa dieci milioni e mezzo circa; tra essi, ci sono purtroppo circa 7 milioni e 700.000 persone, di età superiore agli 11 anni, che consumano alcool in quantità tali da mettere a rischio la propria salute.

In particolare, all’interno del numero così elevato di super consumatori di alcolici, vi sono poi circa 3.500.000 di cosiddetti ‘binge drinkers’, coloro che fanno uso di alcol in modo compulsivo: quelli che non riescono a smettere di bere in un intervallo di tempo fra i trenta minuti e le due o tre ore e quindi finiscono per ubriacarsi. Ancora, sono poi 750.000, al loro interno, i ‘consumatori dannosi’, coloro cioè che hanno provocato ormai un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale.

Comunicati nel mese di aprile scorso, in occasione della giornata dedicata alla prevenzione e alla sensibilizzazione contro l’abuso di alcol, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità registrano una leggera flessione rispetto al 2020 per gli uomini, ma sono invariati per quanto riguarda le donne. E comunque i numeri rimangono elevati, distanti dagli obiettivi di Salute sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Quali gli effetti dell’alcol sull’organismo umano e quali i soggetti più a rischio?

L’alcol altera il normale stato psichico, agendo sui neurotrasmettitori che trasferiscono le informazioni ai neuroni. L’assunzione di alcol aumenta la produzione di dopamina e il rilascio di endorfine, sostanze queste che incidono sull’umore, riducendo i freni inibitori e inducendo senso di rilassamento ed euforia. Viene però anche depressa l’attività cerebrale, indotta sonnolenza e, talvolta, insufficienza respiratoria. A lungo termine il cervello cerca adattamenti a aumenta la tolleranza all’alcol, cosa che apre la strada alla dipendenza.

Tra i consumatori di alcol, i più a rischio sono i giovani (la fascia compresa tra gli 11 e i 25 anni), che sono ben un milione e 370 mila soggetti, e tra questi 620.000 sono i minorenni; ma rischiano anche i due milioni e mezzo di donne e i 2.600.000 anziani, oltre i 65 anni, che quotidianamente bevono troppo.

“I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione di ritorno ai livelli pre-pandemia Covid-19, anche se cresce l’esposizione al rischio da parte delle donne, tanto giovanissime, quanto anziane – dichiara Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcool dell’Istituto superiore di sanità –. Al fine di delineare la roadmap di una prevenzione nazionale mirata, il più efficace possibile, è necessario intercettare tutti i consumatori a rischio, a sostegno oltretutto degli obiettivi delle strategie europee e globali”.

Purtroppo, i numeri evidenziano che dei 750 mila consumatori abituali di alcol che si procurano danni alla salute e che quindi hanno necessità di aiuto e trattamento, è stata intercettata solo una quota residuale, pari all’8,5% dei soggetti. A livello ospedaliero, poi, sono stati 35.307 gli accessi in Pronto Soccorso causati dall’alcool, il 10% dei quali per soggetti minorenni.

Le linee guida del Ministero della Salute riprendono il detto “meno è meglio”. Tenuto presente che l’unità alcolica tollerata – a livello internazionale è riconosciuta quella pari a circa 12 grammi di etanolo – corrisponde a un bicchiere di vino o a una lattina di birra da 33 ml oppure a un bicchierino di super alcolici, la regola è: 2,1, zero. Il che significa che possono bere senza danni per la salute, sempre ai pasti e non a stomaco vuoto, fino al massimo di due unità alcoliche al giorno gli uomini adulti, solo un’unità le donne e nessuna chi è sotto i diciott’anni, in quanto sino a quell’età l’organismo non è in grado di metabolizzare l’alcol, poiché i sistemi enzimatici a ciò deputati sono ancora immaturi.

Meno alcol si assume, meglio è per tutti: l’organismo ringrazia perché ne guadagna in quantità e qualità della vita.

Maria D’Asaro

 

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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