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Comunicare con i giovani attraverso l’arte

di | 2022-03-04T18:21:42+01:00 6-3-2022 6:40|Arte, Sezione9|0 Commenti

NAPOLI – Nel ruolo di insegnante si ha la chiara percezione che la Comunicazione non può e non deve essere una autocelebrazione fine a se stessa ma serve, fondamentalmente, per trasmettere il Sapere. Soprattutto in un contesto, come quello scolastico, teso a consolidare o tentare di instaurare un rapporto più che una conoscenza, diventa prioritario percorrere una strada che permetta una esternazione di sé. Trasmettere la Sapienza, la forma estrema di conoscenza, come tentativo di connessione di sé con il tutto, con l’essenza del nostro esistere, con il significato del vivere. E l’arte, a suo modo, è una grande possibilità di trasmettere il significato del mondo, la vita dell’uomo, del suo quotidiano dimenarsi, il suo nesso con l’Uno.

“Gioia quotidiana” di Flavio

“Non protagonista ” di Francesco

Ma questo senza retoriche pseudo – religiose o altre menate ideologiche. L’arte, così come ogni tipo di percorso, di “metodo” utilizzato, serve a far esprimere la nostra tensione, il nostro desiderio di felicità. I grandi artisti, ma anche i più piccoli, si sono cimentati, nel corso dei secoli, per dire, per trasmettere, per porsi. Insomma l’arte può, anzi deve, in termini di comunicazione appunto, esplicare i contenuti per stringere legami di esistenza, di umanità con l’altro.

Quindi nell’insegnamento dell’arte la questione è quella di trovare una modalità di lavoro che aiuti lo studente ad acquisire comprensione e abilità utilizzando se stesso come risorsa prioritaria.

Perché farlo? Perché l’uomo ha consistenza nel dialogo, nella partecipazione alla vita e non può fare a meno di relazionarsi, di connettersi con il mondo per dire chi è. Un uomo, una donna, ancora di più un ragazzo. Questo salva, cioè rende la vita significativa. Senza domanda non c’è risposta, senza voce non c’è dialogo, senza segni non c’è comunicazione. L’uomo nel suo esistere comunica, parla, dice con la parola e/o con i segni, con lo sguardo, con gli occhi, con il disegno.

“Fuoco interiore” di Mattia

I giovani hanno bisogno di trovare un modo per esprimere se stessi, cercare un punto di fuga o di aggancio. La cultura dell’immagine forse non è ciò in cui alcuni trovano soddisfazione, altri però sì. I giovani di oggi cercano relazioni. L’arte, come strumento straordinario di comunicazione, forse ancor di più quella non figurativa o astratta suscita attrazione proprio perché mantiene quel velo di anonimato, di mistero, di non totale comprensione che tanto piace a chi già si pone di fronte alla realtà con il gomito davanti al volto o con il cappuccio per non svelarsi.

“Squarci di paura” di Valentina

Del resto, “Le cose visibili sono uno spiraglio sull’invisibile”, suggerivano Democrito e anche Anassagora. E allora la comunicazione di sé, necessaria, indispensabile per “rapportarsi” ha, nell’arte, una strada ipotizzabile, attraversabile.

A noi educatori la responsabilità di rendere tale strada percorribile, rispettandone la forma e i tempi.

Innocenzo Calzone

 

Nell’immagine di copertina, “Sprazzi di felicità” di Luigi, alunno (come gli altri autori dei disegni) di terza della scuola media “Ristori” di Napoli

 

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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