PESCOROCCHIANO (Rieti) – “Conquisto oggi il castello di Leofreni/Che al feudo di Varri fu guardia e leone/Passo e dogana tra monti sereni/Par che dorma ma rugge all’occasione/Genti unite con cuor d’orgoglio pieni/Comunità che vive di passione/E se dalla valle sboccia la luna/Leofreni appar bella come nessuna!/”. E’ Carnevale e nel Cicolano non può mancare La Compagnia degli Zanni e la Conquista del Castello con versi in ottava rima e la moresca, danza armata con la spada, che ricorda le guerre tra cristiani e saraceni, le gesta dei Paladini di Francia e dei poemi cavallereschi. Quest’anno gli Zanni hanno ‘assaltato’ Leofreni, in collaborazione con l’associazione viviamo Leofreni.
La prima tappa nella piazza della chiesa di S. Antonio da Padova, in cima alla frazione, che grazie alle iniziative in corso con raccolta fondi, tornerà a fiorire, poi in giro per le vie del paese e ritorno sulla piazza principale. La maschera dello Zanni (un Pulcinella con tanti campanacci, corde, barba e coppolone) precede rumorosamente il corteo composto dal Guerriero, dal Turco, l’Eremita, la sposa, il prete, il cacciatore, il dottore, l’orso, la strega, il mago Malagigi, i mazzamorelli (folletti dispettosi), lo Zannone con la gobba e altri personaggi. Il gruppo attraversa la frazione sostando dove gli abitanti hanno allestito il rinfresco: qui, tra un dolce, una pizza, castagnole, frappe e bicchieri di vino, ballano la saltarella, suonano canti della tradizione popolare con organetto e tamburello, ringraziando sempre con versi in ottava rima, chi ha offerto il rinfresco, salutando le signore affacciate alle finestre: è la loro ‘lascita’.
Alla fine del percorso, il gruppo è sempre più allegro e rumoroso (le soste sono tante e anche i bicchieri di vino), il dottore visita e opera il paziente, rilascia certificati medici, il prete celebra il matrimonio, il cacciatore uccide l’orso, i mazzamorelli saltellano dispettosi e infine, quando ormai è sera, si brucia Re carnevale, con la scritta No alla guerra. “No alla guerra, sì al Carnevale e che se la porti via”, gridano e danzano tutti insieme. La maschera dello Zanni, come satira contro il villano, è conosciuta anche a Rivodutri (ne fece uno studio nel 1899 Rodolfo Micacchi di Rivodutri), a Paganico Sabino la Moresca era una tradizione molto sentita e si tramandava oralmente.
La Compagnia degli Zanni è una associazione culturale attiva sin dal 1995 (dal 2001 affiliata alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari), per recuperare e divulgare il patrimonio immateriale e le tradizioni popolari millenarie della bassa provincia reatina, come la saltarella con permesso, la Pantasima, le satire, gli stornelli e i racconti in dialetto. Partecipa a numerose manifestazioni in Italia e all’estero (recentemente ha partecipato al Festival del Folkore a Enna e a Marsala). Oltre al Carnevale degli Zanni, che anima i paesi spopolati nel periodo invernale, l’associazione in estate organizza altri eventi come l’incontro internazionale del Folclore, recite con gustose scenette in dialetto di vita paesana e campestre che hanno come protagonista “Tuttopera”, un contadino simpatico e bizzarro, “L’arte di tener favella”, spettacolo di danze in costume, racconti e poesie popolari.
La “favella” è la capacità di saper parlare ed intrattenere con le parole, appartiene alla cultura pastorale, dote di pochissimi affabulatori locali, che davano sfoggio della loro abilità oratoria nelle fiere di paese, piazze e carnevali, con storie e leggende legate alla tradizione orale della valle del Salto. “La Compagnia degli Zanni” presieduta dallo storico e archivista Salvatore Luciano Bonventre, studia i balli popolari, le danze etnocoreutiche e le diverse forme di saltarella. Il Logo dell’associazione è un Pulcinella con la scritta ‘Da Carnavale ebbi il cognome antico’ ripreso dalle tavole del catasto dell’Archivio de L’Aquila. I costumi della Compagnia, quando si esibisce nelle danze popolari, sono tratti dai disegni storici, presi sempre dagli archivi aquilani (il Cicolano fino al 1927 era in territorio abruzzese), i colori delle stoffe sono ottenuti con le erbe tintorie, mantenuti dalle sarte dell’associazione ‘Il Cicolano insieme per ricominciare’ per la prevenzione oncologica.
Attualmente l’associazione è composta da 50 persone, di cui 15 ‘piccoli Zanni’, bambini e adolescenti che proseguiranno la tradizione. Negli anni passati, quando il territorio era maggiormente popolato, si scontravano gruppi di Zanni delle diverse frazioni. Il personaggio è legato alla terra, alla vita rurale, al carattere grezzo e volgare del contadino. Gli “Zanni”, discendono dalla maschera latina del “Sannus” citata da Cicerone nel “De Oratore”, rappresentano i vari personaggi dell’immaginario del mondo contadino dall’antichità ai giorni nostri, dalla fine del XVI secolo appartiene alla commedia dell’arte, che ai suoi primordi veniva definita anche Commedia degli Zanni. Il Carnevale degli Zanni è considerato patrimonio culturale immateriale della Regione Lazio.
Francesca Sammarco
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