ANZIO (Roma) – C’era il mare in tutte le sue declinazioni durante la prima Maratona di Coastal Rowing, uno degli sport più selettivi per l’impegno, la fatica e l’abnegazione necessari a praticarlo. Ad Anzio, presso il Circolo East Bay, ha ormai preso piede da quattro anni grazie a Maurizio Abbiasini, allenatore formatosi nel mare di Normandia dove questa disciplina è nata. La traversata Anzio – Fogliano (11 miglia equivalenti a 21 chilometri), è partita all’alba del 3 settembre dopo una preparazione di un anno, curata in ogni dettaglio, ed ha visto impegnati due equipaggi. Il primo, composto da Gabriele Caredda, Vito Coppi, Paolo Soffici, Giorgio Fatale, ha percorso la prima tappa ed ha ceduto il testimone dopo tre ore di regata. A Fogliano (qualche chilometro da San Felice Circeo), hanno impugnato i remi per la vogata di ritorno Matias Bravo, Claudio Galeazzi, Pietro Branco, Matteo Sini. Per tutto il percorso è stato al timone, vedendosela con il mare “difficile da governare”, lo stesso coach Maurizio Abbiasini. In appoggio, una barca con a bordo il responsabile del circolo East Bay Dante De Franceschi, Massimo Parmiggiani del Reale Circolo Canottieri Roma (poi ai remi nella seconda tappa), Filippo Stravato e Paola Orelliin riserva.
Quello che apparentemente può sembrare un percorso breve e semplice – 11 miglia – in realtà si è presentato ben presto complicato e possibile da affrontare solo grazie alla preparazione nei dettagli della rotta ma, soprattutto, alla passione e allo spirito di squadra, ingredienti necessari per giocare con successo contro l’imprevedibilità del mare. Anche per tutto questo, al termine, l’impresa è stata siglata con un banchetto, tanti brindisi e applausi per tutti, progetti per il futuro e un’acclamazione a gran voce del coach. “E’ stata dura – ammette lui – non solo perché il mare era grosso e contrario ma anche perché ogni atleta è stato costretto ad affrontare un paradigma di situazioni molto differenti tra loro cercando nella memoria e mettendo in pratica ciò che aveva imparato a lezione”.
Il mare, infatti, quel giorno è sembrato proprio intenzionato a darci dentro per mettere alla prova gli allievi di Abbiasini: otto atleti di età ed estrazioni diverse ma capaci, con il loro timoniere, di trasformarsi in una falange compatta contro le avversità delle onde o, meglio, per diventare una sola cosa con esse, quasi in maniera simbiotica. Ma questa è la magìa del Coastal la cui fatica viene poi ripagata da momenti di intensa connessione con la natura. Così, dopo una silenziosa partenza all’alba che prometteva una navigazione tranquilla, una volta doppiata Torre Astura, la piccola ciurma ha dovuto fare i conti con il mare mosso, poi con la pioggia.
“Le difficoltà ci sono state più all’andata – puntualizza il coach – tuttavia anche al ritorno, che è stato più veloce, non sono mancati i momenti di tensione ma devo dire che entrambi gli equipaggi hanno saputo affrontare tutto con perizia, prontezza e coraggio”. Il che è stato reso possibile da un allenamento per “uomini veri”. Anzi no, perché il gruppo di canottieri in realtà conta anche delle brave canottiere che stavolta, però, non hanno partecipato perché non sono riuscite a completare la preparazione atletica per tempo.
“Ma le aspetto alla traversata del Circeo – le avverte Abbiasini – che sarà il nostro prossimo obiettivo, un nuovo traguardo”. Anche uno step di soli pochi chilometri in più – come quelli tra Fogliano e San Felice Circeo – rappresentano infatti, per questo sport, una sfida, un successo da conquistare. E alla sfida del prossimo anno il coach, cui le sconfitte non piacciono affatto, vorrà tutte e tutti sulla barca in grado di vogare fino alla fine. Al circolo East Bay è già iniziato l’allenamento.
Gloria Zarletti
Lascia un commento