Il governo USA non ci crede, Trump si tira indietro e minaccia di uscire da tutti gli accordi presi in materia d’ambiente ma intanto ricercatori e scienziati di tutto il mondo ribadiscono le loro convinzioni: i cambiamenti climatici sono già in atto e ci porteranno a uno stravolgimento dell’ecosistema nell’intero pianeta con conseguenze inimmaginabili. Le attività umane producono sei giga tonnellate di anidride carbonica all’anno, la Terra è in grado di riconvertirne non più di tre. La rimanenza si accumula nell’atmosfera aggravando sempre più l’effetto serra.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a eventi catastrofici. Le emissioni di gas serra aumentano sempre più rapidamente e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L’aumento delle temperature ha portato e porterà ancora di più nell’immediato futuro al riscaldamento globale che avrà come effetto l’innalzamento del livello del mare, l’incremento delle ondate di calore e dei periodi di intensa siccità, delle alluvioni, l’aumento per numero e forza delle tempeste e degli uragani.
Un impatto devastante su milioni di persone le cui conseguenze negative colpiranno soprattutto coloro che vivono nelle zone più vulnerabili e povere del mondo. Habitat ed ecosistemi rischiano di mutare radicalmente con gravi danni alla produzione alimentare. Sarà messa a rischio l’esistenza stessa di specie vegetali e animali e l’Uomo non se ne potrà chiamare fuori. Nella comunità scientifica c’è un consenso pressoché unanime sul fatto che il cambiamento climatico è in atto e che esso derivi soprattutto dalle emissioni di gas serra prodotto dalle attività umane ma i Governi, le istituzioni pubbliche di tutto il mondo, le aziende stanno rispondendo con colpevole lentezza come se il cambiamento climatico non rischiasse di mandare a pezzi le fondamenta della civilizzazione umana e dell’economia.
Si dovrà lavorare sodo per ridurre le emissioni: noi tutti, singolarmente, dobbiamo cominciare ad adattarci agli impatti del cambiamento climatico ormai in atto e crescente.
Se l’aumento di temperatura raggiungesse e superasse la soglia di 2°C, le conseguenze sarebbero in ogni caso molto difficili da affrontare con i mezzi a disposizione. Oggi gran parte della comunità scientifica indica la soglia di rischio in 1,5°C: questo allerta è facilmente comprensibile se si pensa a tutti i fenomeni già in atto con l’attuale aumento che è di 0,8°C. Se è vero che a decidere sul nostro futuro sono essenzialmente le politiche delle Nazioni, è pur vero che anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa. Quel qualcosa di piccolo che sommato insieme diventa utile e importante. I comandamenti del buon cittadino europeo sono: abbassa, spegni, ricicla, cammina.
Gianni Tassi
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