L’argomento del giorno, soprattutto al Sud, è il caldo. Incessante, elevato, senza un attimo di tregua. Dagli inizi di luglio, in Puglia (ma non solo) le temperature si sono stabilizzate su livelli record: almeno 36-37 gradi, con punte spesso superiori ai 40. Di pioggia nemmeno a parlarne. con danni gravissimi per le colture visto che i pochi invasi disponibili sono ormai a secco. Se ne parla solo nei momenti di emergenza: quando l’allarme cessa, il problema finisce nel dimenticatoio, salvo poi ricordarsene nelle future (e purtroppo inevitabili) difficoltà. La politica (tutta, indistintamente) non se ne interessa perché si tratta di infrastrutture di scarsa visibilità e basso ritorno elettorale: meglio tagliare nastri in pompa magna per opere dal maggiore impatto mediatico. In realtà, se si amministrasse la cosa pubblica guidati semplicemente dai sentimenti del buon padre di famiglia, si penserebbe molto di più a mettere in sicurezza il futuro nostro e dei nostri figli e nipoti. Ma sono parole inutili: l’andazzo è questo dappertutto, salvo sparute e lodevoli eccezioni.
Anche dalla ricerche arrivano preoccupanti conferme: luglio 2024 è stato sia il secondo luglio più caldo della storia sia il secondo mese più caldo a livello globale con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,91 gradi centigradi (0,68 gradi centigradi in più rispetto alla media 1991-2020 per luglio e solo 0,04 gradi centigradi in meno rispetto al precedente massimo registrato a luglio 2023. Lo certifica il servizio Copernicus, sottolineando che una serie simile di record di temperatura globale mensile si è verificata in precedenza nel 2015/2016 durante l’ultimo forte evento El Niño.
Sebbene luglio 2024 non sia stato caldo in media quanto lo stesso mese del 2023, la Terra ha sperimentato i suoi due giorni più caldi: la temperatura media globale giornaliera ha raggiunto 17,16 gradi il 22 e 23 luglio. Negli ultimi 12 mesi la temperatura media globale è di 0,76 gradi al di sopra della media 1991-2020 e di 1,64 gradi al di sopra della media preindustriale 1850-1900. Copernicus aggiunge che “è sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato”.
Inoltre, per l’Agenzia europea dell’ambiente le temperature medie continueranno a crescere in tutta Europa e i picchi di calore aumenteranno con una maggiore rapidità. Gli europei dovranno quindi prepararsi ad affrontare un numero superiore di giorni di calore estremo ed eventi di precipitazioni più estremi. Nello specifico l’Europa meridionale dovrebbe mettersi in grado di affrontare estati più calde, siccità più frequenti e un maggiore pericolo di incendi. L’Europa settentrionale, invece, dovrà interagire con le precipitazioni annuali e le piogge abbondanti. La parte centrale del continente infine dovrebbe essere attraversata da piogge estive di minore entità, ma anche da condizioni meteorologiche estreme più frequenti e più accentuate, tra cui forti precipitazioni, straripamenti fluviali, siccità e pericoli di incendio. Infine, secondo le previsioni riscontrabili sul sito dell’Agenzia, la temperatura della superficie del mare, le ondate di calore marine e l’acidità dell’acqua aumenteranno in tutti i mari regionali europei. L’innalzamento del livello del mare evidenzia un’accelerazione lungo tutte le coste europee, ad eccezione del Mar Baltico settentrionale.
E le temperature sempre più alte stanno influendo anche sulle ore notturne, nelle quali in passato si poteva godere di qualche ora di sollievo. Si tratta delle cosiddette “notti tropicali”, cioè quelle in cui la temperatura non scende sotto i 20 gradi. L’aumento, secondo l’Istat, riguarda in tutto 96 città. OpenPolis ha elaborato tali dati e ha misurato l’andamento nei capoluoghi di regione: tutti presentano un incremento. Il principale si riscontra a Bologna: 46,8 notti tropicali in più rispetto alla media calcolata nel periodo 2006-2015. Seguono Genova (+45,4), Milano (+43,5), Cagliari (+40,3) e Torino (+35,2). Aumenti inferiori si riscontrano invece a Potenza (+8,0), Trento (+7,7), L’Aquila (+3,0) e Aosta (+0,6).
OpenPolis evidenzia anche che la Sicilia rientra fra le regioni più colpite. Messina è il comune capoluogo in cui si registra il maggior numero di notti tropicali, con 122 a temperature superiori ai 20 gradi. Seguono Agrigento e Reggio Calabria (121) e Palermo (119). In questi territori, circa un terzo delle notti del 2022 riportava temperature sopra i 20 gradi. Appena sette invece i comuni in cui si registra una diminuzione: Isernia (-0,2), Belluno (-0,4), Caserta (-0,5), Ascoli Piceno (-1,3), Verona (-12,6) Macerata (-15,6) e Teramo (-16,8).
In estrema sintesi, la situazione attuale è molto complicata e le previsioni ancor più drammatiche. Farà sempre più caldo e per periodi più lunghi. Possiamo solo rassegnarci, magari all’ombra di climatizzatori e ventilatori. Di più, noi cittadini comuni non possiamo fare. Compiti di maggior respiro e incisività spettano ai governanti ad ogni latitudine terrestre.
Buona domenica.
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