MILANO – Tra i tanti modi di fare didattica, si fa strada un metodo che è risultato efficace per l’inclusione di tutti gli allievi: il Circle Time. Tutto parte da come ci dispone in aula creando un cerchio chiuso che racchiude tutti i presenti ponendoli allo stesso livello. Le bellezza sta nello sperimentare in prima persona la potenza del “tempo del cerchio”, potersi affidare e fidare del gruppo, sentendosi parte di un’unica unità: la classe, appunto. Il Circle Time è una tecnica didattica utilizzata nelle scuole per promuovere l’inclusione e migliorare l’ambiente di apprendimento coinvolgendo gli studenti in una discussione strutturata e partecipativa all’interno di un cerchio, in cui ogni studente ha l’opportunità di condividere pensieri, sentimenti ed esperienze.
Uno degli obiettivi principali è promuovere l’ascolto attivo favorendo la nascita e il consolidamento di relazioni positive tra gli studenti all’interno di un ambiente in cui tutti si sentono valorizzati e rispettati. Gli studenti e l’insegnante si dispongono in cerchio, creando un ambiente di partecipazione e inclusione. È il docente a guidare la discussione introducendo un argomento o una domanda stimolante incoraggiando gli allievi a condividere pensieri, sentimenti o esperienze in risposta al quesito posto. Elemento fondamentale del Circle Time è l’ascolto attivo che porta gli studenti ad ascoltare gli altri senza interruzioni e senza giudizio.
Durante il Circle Time, gli insegnanti possono affrontare argomenti in grado di promuovere l’inclusione, lo sviluppo delle competenze sociali e l’educazione emotiva degli studenti. Così, scegliendo le tematiche in modo opportuno sarà possibile favorire la tolleranza focalizzando l’attenzione sulla diversità culturale, etnica e sociale, promuovendo la comprensione e il rispetto delle differenze, ma anche la gestione delle emozioni. Gli studenti avranno modo di esprimere le proprie emozioni e di imparare a gestirle senza paura di essere giudicati favorendo così il benessere emotivo di ciascuno.
Lavorare in questo modo creerà un senso di empatia verso i compagni di classe e svilupperà una maggior predisposizione all’ascolto attivo e al dialogo. Da tutto ciò nasce anche la cooperazione e il lavoro di gruppo. Le attività collaborative all’interno del cerchio permettono di sviluppare competenze di lavoro di squadra e la capacità di risolvere i conflitti in modo costruttivo attraverso l’analisi dei problemi e l’individuazione comune di possibili soluzioni, evitando la necessità di interventi autoritari da parte dei docenti. Fare gruppo diviene così una priorità e un modo per stare bene insieme.
Tra i tanti spunti di discussione si aggiunge anche quello relativo alle tematiche legate all’educazione alla cittadinanza che permette di promuovere la comprensione dei diritti e dei doveri dei cittadini e di favorire il coinvolgimento attivo nella società. Il Circle Time condotto in maniera continuativa durante l’anno scolastico può contribuire anche a migliorare l’autostima degli studenti, facendoli sentire valorizzati e accettati nella comunità scolastica. Da questa considerazione nasce una riflessione importante che induce a vedere in esso una valida tecnica per affrontare un tema molto scottante: il bullismo. Infatti sentendosi uniti in un unico cerchio ci si sentirà incoraggiati alla segnalazione di episodi di bullismo di cui si è a conoscenza e in maniera più spontanea nascerà la discussione su comportamenti negativi, su come affrontare la situazione da bullizzati e su come non diventare un bullo. Il tutto sotto la guida attenta dell’insegnante che fungerà da moderatore.
Compito dell’insegnante durante l’attività didattica di questo tipo è quello di osservare come gli alunni si dispongono nel cerchio, se tutti sono coinvolti nella discussione, se tutti si sentono a proprio agio, a chi sono dirette le comunicazioni, come si svolgono gli interventi. Dovrà inoltre facilitare la discussione, offrendo sostegno e incoraggiamento ai più timidi e cercando di “neutralizzare” i più aggressivi. Alla fine dovrà riassumere brevemente i pareri emersi esprimendosi su come si è svolta la discussione, mettendo in luce soprattutto gli aspetti positivi e invitando alla riflessione su quanto emerso. Un metodo inclusivo da attuare cominciando dai più piccoli fino agli allievi più grandi incoraggiando il dialogo e la comprensione, lasciando che le conoscenze passino attraverso canali differenti da quelli della lezione frontale.
Margherita Bonfilio
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