Una femmina di cinghiale e i suoi cuccioli uccisi all’interno di un parco pubblico di Roma. Prima narcotizzati poi soppressi. Adesso si scatena la polemica.
Ma prima vi raccontiamo come sono andate le cose.
Giorni fa una famiglia di 7 cinghiali, attirati da cumuli di rifiuti presenti nella zona, si erano rifugiati nel giardino del parco“Mario Moderni”, in via della Cava Aurelia, che a mamma-cinghiale era apparso come un rifugio sicuro per tutta la sua famiglia. Dopodichè è scattata la trappola con i cancelli del giardino che sono stati chiusi per bloccarli. Da quel momento sarebbe stato facile catturarli senza sopprimerli e casomai narcotizzarli per trasferirli in una zona adeguata. Tanto più che la famigliola di cinghiali non rappresentava un pericolo e anzi erano diventati un’attrattiva per i frequentatori del parco, soprattutto per i bambini. Invece le autorità cosiddette competenti hanno scelto la condanna a morte attraverso punture con liquido letale, nel pieno centro di Roma, sotto gli occhi di molte persone.
La peggiore soluzione che si poteva trovare, affermano in molti: addirittura un gruppo di cittadini è sceso in strada per protestare contro la soluzione adottata con l’ausilio della Polizia provinciale armata di fucili, a poca distanza dalla Basilica di San Pietro.
Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, definisce “indegno” quanto accaduto in quel parco. “Responsabilità della Regione Lazio – sottolinea Benvenuti – l’inerzia della sindaca Virginia Raggi (nella foto a destra), l’incapacità di raccogliere e gestire i rifiuti nella città, hanno condannato a morte una inerme famiglia di cinghiali che potevano agevolmente essere rimessi in piena libertà in natura”.
Ma a protestare è anche un gruppo di veterinari, quarantotto per l’esattezza, che in una lettera di fuoco accusano le autorità capitoline ed esprimono tutta la loro rabbia.
“La Medicina veterinaria moderna – affermano – ha scritto la pagina più nera con i fatti di cronaca del parco giochi di via della Cava Aurelia ai danni di una femmina di cinghiale con la sua cucciolata. Il piccolo gruppo di animali è stato, come noto a tutti, attirato in un giardino cintato e lì rinchiuso, fino alla sera in cui prima l’adulto e poi i cuccioli sono stati narcotizzati tramite teleanestesia e in seguito sottoposti a eutanasia”.
Va detto anche che subito c’era stato chi, chiedendo di salvare gli animali, si era offerto di accogliere mamma e cuccioli in un parco privato. Anche l’associazione Lidaa (Lega italiana difesa animale e ambiente), presieduta da Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, ex ministro al Turismo e sottosegretario alla Presidenza de Consiglio nel IV Governo Berlusconi, si era fatta avanti per prendersi cura dei cinghiali. Invece no, è stata scelta la strada dei fucili e l’annientamento.
Su quanto avvenuto nel parco giochi di via della Cava Aurelia è esplosa la polemica. E non protestano solo animalisti ed ecologisti. Davanti al parco ci sono stati anche tafferugli e proteste dei residenti, la gente voleva impedire l’uccisione degli animali. All’ingresso dell’area verde i bambini della vicina scuola elementare hanno affisso cartelli mostrando tutta la loro delusione e la loro commozione. E mentre Loredana De Petris, presidente del gruppo misto al Senato, annuncia un’interrogazione parlamentare, la vicenda oltrepassa i confini nazionali con la BBC, il più grande e autorevole editore radiotelevisivo del Regno Unito con sede a Londra, che gli dedica un intero articolo, intitolato “Wild boar family killed by police in Rome children’s playground”, letteralmente “Una famiglia di cinghiali uccisi dalla polizia in una area giochi di Roma”.
Intanto, ovviamente, è iniziato il classico scaricabarile all’italiana, con la sindaca Raggi che dopo l’inerzia del primo momento e a fattaccio ormai compiuto ordina agli uffici comunali la costituzione “immediata” (sic) di una commissione d’inchiesta amministrativa. Una commissione che dovrà chiarire le motivazioni che hanno spinto i tecnici a ordinare alla Polizia metropolitana di narcotizzare prima e sopprimere poi i 7 animali. I 48 veterinari firmatari della lettera vanno oltre e chiedono “che tavoli multidisciplinari possano essere aperti nei vari livelli istituzionali per scongiurare ulteriori drammatiche mattanze e soluzioni sommarie che non trovano nella scienza e nell’etica alcuna validazione”.
Statene certi, l’inchiesta della sindaca porterà come al solito al nulla di fatto e ci sarà pure chi affermerà “ma in fondo erano solo dei cinghiali”.
“Ab uno disce omnis”, da uno capisci come sono tutti. Questione di cultura.
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