PALERMO – Chi non ha sperimentato, almeno una volta nella vita, che una buona dormita aiuta a dipanare pensieri ingarbugliati, a trovare la soluzione a un problema, a imparare bene un capitolo di storia o un complesso teorema geometrico? Da semplice e diffusa intuizione popolare, questa è ormai una convalidata ipotesi scientifica. Il professor Luigi De Gennaro – uno dei maggiori studiosi italiani del rapporto tra sonno e apprendimento, ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica e di Psicofisiologia del Sonno normale e patologico alla Sapienza di Roma – ha ulteriormente confermato tale ipotesi, anche alla luce dei risultati conseguiti dopo un anno di sperimentazione in una scuola pugliese.
All’Istituto tecnico Industriale “Ettore Majorana” di Brindisi si è visto infatti, grafici alla mano, che gli alunni delle due classi che entrano un’ora più tardi a scuola, alle 9 anziché alle 8, sono più attenti in classe e hanno un rendimento scolastico migliore dei compagni delle classi “normali”: insomma imparano di più e meglio. “I primi risultati ci dicono di continuare, e ci incoraggiano ad andare avanti”, afferma il dirigente dell’Istituto, Salvatore Giuliano, secondo il quale l’ingresso posticipato rappresenterebbe anche un valido strumento contro l’abbandono e la dispersione scolastica: “Alcuni indicatori – continua – dimostrano che il nuovo orario incentiva la motivazione allo studio e la frequenza scolastica. I ragazzi sono meno stanchi e hanno migliori capacità di reazione. Vivono con meno stress, frequentano di più e con profitto”.
Non sarà facile però estendere la sperimentazione a molte classi: poiché l’Istituto “Majorana” accoglie circa 1300 alunni, molti dei quali provenienti dalla provincia di Brindisi, l’orario di ingresso posticipato dovrebbe essere compatibile anche con i trasporti, organizzati soprattutto in base ai consueti orari di ingresso e di uscita.
Allora, fatta salva la preziosa validità scientifica della correlazione tra quantità di ore di sonno e qualità dell’apprendimento, anziché spostare in avanti le lancette dell’ingresso a scuola non sarebbe più semplice ed efficace intraprendere nell’Istituto di Brindisi – e possibilmente in tutte le scuole italiane – una capillare opera di informazione/formazione verso tutti gli alunni perché, magari spegnendo prima tutti i dispositivi e le varie “distrazioni”, anticipino di un po’ l’orario di andare a dormire?
Maria D’Asaro
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