MILANO – Il romanzo “Chi dice e chi tace” di Chiara Valerio (Sellerio Editore Palermo) è rientrato nella cinquina finale del Premio Strega 2024 e ha tenuto col fiato sospeso i lettori nell’attesa dell’esito finale, tra speranza e delusione. È stato definito un giallo non giallo sebbene la storia inizi con il ritrovamento di un cadavere, quello di Vittoria, misteriosa donna «dagli occhi scuri ma pieni di luce», che da subito si fa riconoscere per ciò che è: eclettica, spontanea, magnetica e soprattutto estremamente reticente nel dare informazioni su di sé. Benvoluta dalla gente del paese per il suo sorriso e per la sua disponibilità. La sua grande casa aperta a tutti è abitata da Vittoria e da Mara di molti anni più giovane.
Che fosse la figlia? Adottata o rapita? Forse sì è una figlia, una lontana parente che è andata a vivere con lei oppure è molto di più. La storia è ambientata a Scauri, nel Lazio, sul Tirreno, seimila residenti nei mesi invernali e centomila nei mesi estivi. Scauri è la cittadina natale di Chiara Valerio, una frazione in provincia di Latina dove uomini e donne «osservano gli altri, lasciandosi osservare» e tutti sanno tutto di tutti. Un paese né bello né brutto, ma con una sua grazia scomposta. Qui ha scelto di vivere Vittoria, che è morta nella sua vasca da bagno. È stato uno stupido incidente, così dicono. Ma sarà vero? Di Vittoria tante cose non si sanno, lei appartiene al gruppo di Chi tace, Lea Russo, avvocatessa, intenta a scoprire cosa si nasconde dietro la morte di Vittoria si ritrova fin dall’inizio nel gruppo di Chi dice, di chi non si accontenta di uno sguardo superficiale ma ha bisogno di scoprire cosa si nasconde sotto la punta dell’iceberg.
Nell’intento di approfondire la storia dell’amica Vittoria e il mistero sulla sua morte finisce per scontrarsi con una fitta rete di verità non dette e vecchie cicatrici nascoste. Questo porterà Lea a mettersi in discussione. All’improvviso crollano le convinzioni che per tutta la vita l’hanno sostenuta mentre costruiva una carriera rispettabile e una bella famiglia col marito Luigi e due figlie. Muovendosi a fatica tra Chi dice e Chi tace capirà il vero legame tra Vittoria e Mara. È un legame forte il loro, d’amore, che ha sconvolto la vita di Vittoria donandole una nuova veste radiosa e gentile. Qui Lea comincia a seguire gli indizi che più o meno consapevolmente Vittoria ha lasciato prima di morire annegata nella vasca da bagno, proprio lei che era un’esperta nuotatrice. Presa dal vortice delle piccole e grandi scoperte l’avvocatessa finirà per entrare in crisi mettendo in discussione la propria esistenza.
Nel corso delle indagini dovrà fare i conti con sé stessa e inevitabilmente si troverà a percorrere una strada senza ritorno. Niente sarà più come prima. Soltanto a Roma, nel trambusto e l’euforia della capitale, Lea riscopre la «grazia scomposta» di Scauri, un paese dove in fin dei conti sono numerosi i segreti nascosti sotto la «sabbia non troppo chiara e nemmeno troppo scura, una sabbia qualsiasi, che somiglia alla pozzolana». In Chi dice e chi tace Chiara Valerio conduce il lettore in un viaggio intricato alla ricerca della verità sulla morte ma anche sulla vita di Vittoria portandolo a conoscere personaggi che ciascuno a modo suo costituisce un tassello importante della storia. Lea allo stesso modo intraprende un viaggio interiore alla riscoperta di sé e del valore delle relazioni mettendo in discussione il suo essere donna, madre, moglie, avvocato. Si arriverà a trovare il bandolo della matassa? Districandosi tra parole dette e non dette, fatti taciuti e fatti distorti Lea arriverà a capire cosa sia realmente accaduto.
Troppo semplice la spiegazione, intuibile in fondo, ma immersa in quel misto di detto e non detto che lascia sempre il lettore nel dubbio di aver colto tutti i particolari. Niente è fermo, in Chi dice e chi tace, le emozioni, gli amori, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il rumore assordante della memoria: tutto si muove, tutto si trasforma, tutto può sempre cambiare. Come nella vita di ciascuno. Niente è come sembra, solo andando al di là delle apparenze si può scoprire la vera natura delle cose. Un invito ad andare oltre, senza paura di ritrovarsi diversi.
Margherita Bonfilio
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