VITERBO – Praticare sport con passione e divertimento è il desiderio di molti ma trasformare tutto ciò in una vera e propria esperienza di vita è un successo che solo pochi riescono a raggiungere. Per comprendere meglio questi rari casi è necessario avere subito chiari dei numeri, attraversi i quali si intuisce facilmente la grandezza e la competenza di un runner davvero speciale e che serviranno per riflettere meglio sulle imprese podistiche realizzate con il proprio impegno sportivo, grazie al quale è riuscito a tagliare prestigiosi traguardi: 105 maratone (ognuna 42,5 km); 10 partecipazioni alla 100 km del Passatore, la classica delle ultramaratone; due partecipazioni alla Marathon des Sables (240 km nel deserto del Sahara); diverse partecipazioni alla Nove Colli Running di Cesenatico (206 km in tappa unica per circa 28 ore di gara) e tante altre gare ancora in giro per il Mondo. Tutti questi chilometri, macinati con la sola forza delle proprie gambe, fanno di Pino Tenti un’icona indiscussa nel mondo dei runners, riconosciuto da tutti i maratoneti italiani come il “maestro”.
“Ho sempre corso le maratone e le altre competizioni per il piacere assoluto di correre – racconta Pino Tenti – cercando di vivere pienamente il momento dell’evento e la bellezza della competizione, che si esprime anche attraverso la fatica. Correndo le maratone riesco ad apprezzare e a trasformare in positivo ogni aspetto della corsa, proprio perché è una cosa che amo fare. Nella mia lunga attività sportiva di runner non ho mai dato particolare importanza al tempo con il quale portare a termine la gara. Questa è la mia grande soddisfazione e la considero la vittoria più importante che mi ha permesso di crescere sul piano umano e sportivo: correre per il puro piacere di farlo”.
Tante belle esperienze in giro per il mondo: qual è, tra tutte le competizioni a cui ha partecipato, quella che è rimasta impressa nel cuore?
“Sicuramente per fascino e per il paesaggio che mi circondava, quella che non dimenticherò mai è la Marathon des Sables, una delle gare più impegnative al mondo. Un’esperienza di vita straordinaria. Correre i 240 km nel deserto, senza una vera e propria strada tracciata, con condizioni climatiche e alimentari davvero estreme, circondato dai colori straordinari delle dune di sabbia che variavano continuamente durante la giornata. E poi trascorrere le notti sotto quel fantastico cielo stellato, dove ti senti davvero solo ma a contatto con una natura aspra e selvaggia e per certi versi difficile. Sono ricordi ed emozioni che porterò sempre dentro di me”.
Nelle maratone cittadine invece c’è un’atmosfera diversa, più festosa, con una maggiore partecipazione di pubblico e di concorrenti…
“Sì, correre nei percorsi cittadini delle più belle città del mondo è completamente diverso. Lì il pubblico ti incoraggia dall’inizio alla fine e ti fa sentire il protagonista assoluto, acclamandoti con sostegno anche nei momenti di difficoltà. Correre nelle Capitali come ad Atene, Berlino, Londra, Parigi, significa calpestare le strade della storia, anche se nessuna di queste località riesce ad avere un percorso affascinante e importante come la Maratona di Roma. Non potrò mai dimenticare i volti degli atleti stranieri, provati dalla fatica, ma estasiati nel passare davanti alla maestosità dei monumenti storici della nostra bella Capitale: dai Fori Imperiali al Colosseo, da Trinità dei Monti a San Pietro. Correre su quei sampietrini per un atleta non è il massimo dal punto di vista tecnico, ma ti lascia i brividi dentro”.
Portare a compimento tante gare di notevole lunghezza comporta un notevole stress psico-fisico: quanto incide la determinazione mentale, rispetto alle qualità fisiche, nella preparazione di una maratona?
“Ripeto sempre a tutti che lo stress delle corse di lunga durata è più mentale che fisico. Bisogna avere il desiderio interiore di voler fare una maratona. È lì che si deve lavorare con determinazione; dobbiamo prepararci bene per allenare la nostra mente a combattere la fatica. Poi certo serve anche un buon allenamento fisico, affinché la maratona possa essere goduta, ma tutto parte dalla testa. Se sei convinto e vuoi completare una maratona allora trovi le energie e la forza per portare a termine la gara, se invece non hai una buona convinzione in quello che stai facendo, quando prima o poi arriva la crisi di fatica, troverai sempre un motivo valido per fermarti”.
Ha un gruppo di atleti che la segue costantemente in tutte le competizioni e negli allenamenti: cosa le trasmettono oltre al loro entusiasmo?
“I ragazzi che corrono con me, sono il mio stimolo a continuare. Sono loro che mi danno le più belle soddisfazioni. Guardare i loro occhi commossi all’arrivo di una maratona, abbracciarsi e condividere insieme la gioia per essere riusciti a completare una competizione così estrema mi ripaga di tutti i sacrifici, di tutte le fatiche e rafforza anche i nostri rapporti di stima e di amicizia. Loro sono il mio orgoglio. Riuscire a far vivere ad altri le stesse emozioni che ho vissuto io, vedere la loro felicità al traguardo è il mio appagamento più grande”.
Quanto allenamento è necessario per portare a termine queste impegnative competizioni?
“Noi, parlo anche a nome del gruppo di ragazzi che si prepara con me, ci alleniamo tutto l’anno quattro volte a settimana, alle 6 di mattina, con qualsiasi tempo, suddividendo queste giornate tra preparazione specifica e i ‘lunghi’ che generalmente facciamo nel week end. Poi naturalmente personalizziamo le attività e le differenziamo in base agli eventi sportivi di ognuno di noi, arrivando sempre pronti alla gara”.
In questo periodo con il problema del Covid-19 siete stati costretti a fermarvi. Come state vivendo questa fase di fermo forzato causato da un nemico terribile e invisibile?
“Noi runners tesserati siamo stati tra i primi a fermarci, per la nostra salute e per il bene degli altri. Abbiamo subito interrotto le nostre attività sportive prima del decreto restrittivo anche per non essere additati come dei possibili portatori di contagio. Ci siamo organizzati facendo esercizi a casa e correndo con il tapis roulant o con la cyclette. Aspettiamo che la situazione migliori, rispettando quanto previsto dal Decreto Ministeriale. In questo periodo non è il momento di pensare alla nostra attività, ma di assumere con coscienza e rispetto quei comportamenti corretti, utili per combattere insieme contro lo stesso nemico invisibile, ringraziando di cuore chi, in prima linea, si sta impegnando per la salute di tutti noi. Gli applausi, ora più che mai, sono esclusivamente per loro”.
Paolo Paglialunga
Banale continuare a ripetere che gli articoli di Paglialunga sono sempre interessanti , coinvolgenti e attuali…
Posso solo affermare che”Esistono due motivi per leggere un suo articolo: uno,
perche’ vi piace,e l’altro, che potete vantarvi di averlo letto”
Caro Paolo il .tuo articolo mo ha trasmesso l’entusiasmo dell’atleta…mi.ha ricordato quando correvo anche io e pur non facendo gli stessi km ho chiaro il ricordo della forza di spirito che devi.mantenere sempre alto
E’ con lo stesso spirito che dobbiamo avere la forza di sapere aspettare il traguardo di questa attuale grande salita sapendo che ci aspetta un futuro migliore in tutti i sensi
È il tuo primo articolo che leggo, e mi scuso per questo🤣
Veramente un gran articolo, sono felice di aver trovato qualche cosa da leggere nel mezzo alle migliaia di notizie …
Sono d’accordo con Pino, senza la forza che ti esce dalla testa si corre poco o nulla…
Se sei preparato mentalmente, ovviamente anche fisicamente, corri molto meglio e porti a termine i traguardi che ti sei prefissato …