//C’è il panino sospeso per chi ha bisogno

C’è il panino sospeso per chi ha bisogno

di | 2019-12-02T19:21:02+01:00 1-12-2019 6:39|Punto e Virgola|0 Commenti

A Napoli la consuetudine è antica: entrare in un bar, consumare la classica tazzulella e pagarne due. Si chiama caffè sospeso e permette di soddisfare la voglia di qualcuno (che non ne ha la possibilità) di gustare quel liquido denso e aromatico. Un’usanza che è stata esportata in tante altre città italiane e che sta riscuotendo cresccnti adesioni. 

Ma in tempi difficili, la solidarietà non può (e nemmeno deve) limitarsi a gesti simbolici come quello della tazzina di caffè: spesso c’è bisogno di altro perché talvolta le mense della Caritas o di altre organizzazioni umanitarie non bastano. E allora ecco il panino sospeso, con modalità simili a quelle partenopee, ma stavolta con un piccolo particolare in più:  i clienti che ne abbiano voglia possono lasciare un’offerta alla cassa, il valore dell’offerta si trasforma in uno scontrino che viene esposto sulla lavagnetta in bella mostra nel locale e così le persone bisognose quando vedono qualche scontrino appeso possono entrare e ricevere il pane offerto da qualche altro cliente.

Il locale “Il Panino” a Bologna

Funziona così nell’esercizio di Cecilia Ricciarelli, fornaia di 34 anni che lavora a Prato, che si è ispirata ad un’iniziativa simile attuata in una panetteria di Bologna. L’intento è semplice: offrire qualcosa a chi ne ha bisogno, a chi ha fame ma non si può permettere di comprare quell’alimento, La lavagnetta nera nel “Panificio da Sara” (nel quartiere San Paolo di Prato) da quando Cecilia ha lanciato l’iniziativa, ha sempre qualche scontrino appeso per chi non si può permettere di comprare il pane. Le offerte sono davvero minimo: bastano un paio di euro e si regala una porzione di pane ai bisognosi; i panini, poi, quando arriva qualcuno a ritirarli vengono riempiti di affettati (mortadella, cotto, coppa) e diventano un pranzo o una cena per chi ha fame. “Stare a contatto con il pubblico insegna anche a capire chi ha fame – spiega Cecilia -. Quando la capisco, offro sempre qualcosa senza che la persona di fronte si senta offesa. C’è chi storce il naso, c’è chi apprezza: non è carità, è solidarietà”.

All’inizio, la fornaia pratese aveva pensato ad una panchina solidale sul marciapiede per regalare il pane avanzato, ma per motivi igienici e per la necessità di emettere uno scontrino fiscale al cliente, l’idea non si era potuta realizzare. Anche il comune di Prato ha deciso di darsi da fare attraverso una mozione presentata da Rosanna Sciumbata, presidente della commissione consiliare 5, per potere estendere l’iniziativa anche nelle farmacie e in altri esercizi commerciali.

L’iniziativa anche a Giaveno in Val Susa

Ma le proposte sono tante. Ad esempio, il Cafè delle Arti di via Umberto a Giaveno (in Val Susa), dopo la chiusura, mette a disposizione di coloro che si trovano in difficoltà panini, brioches, muffin, pizzette e altro cibo in ottimo stato di conservazione che, durante il giorno, non è stato possibile vendere. L’idea è della titolare del bar, Marta Bertola, che, all’inizio di quest’anno, era già riuscita a coinvolgere il Comune e l’Ufficio Turistico nell’offrire a chi non se le può permettere le cosiddette “giacche della solidarietà”, giacconi invernali in buono stato donati da chi se ne vuole disfare. Inoltre, chi lo desidera  può lasciare anche il panino (o la brioche) in sospeso per chi non se lo può permettere…

A Bologna, in via Galliera (poco distante dalla stazione centrale ) c’è “Il Panino”, aperto circa 5 anni fa e gestito da Antonio e Raffaele, due giovani pugliesi. Nel locale si possono gustare panini, conditi in vari modi: molti ingredienti provengono dalla Puglia (il capocollo, le mozzarelle, melanzane, pomodori e altri ortaggi sott’olio, ecc.)  altri (come pane, mortadelle, salumi e prosciutti) dal territorio bolognese. Anche in questo caso, c’è la possibilità di offrire un panino sospeso al costo di 5 euro. I titolari sono in contatto con alcune associazioni di Bologna (“Iperbole”, “Centro emergenza freddo” e “Centro Accoglienza”) che cercano di fare fronte al disagio che può colpire certe fasce di persone. In accordo con queste associazioni viene stabilito il giorno in cui contemporaneamente sarà preparato un certo numero di panini, sarà staccato un corrispondente numero di scontrini  e sarà consegnato il tutto all’associazione con cui si è stabilito l’accordo. Quando eccezionalmente si presenta direttamente al locale una persona con evidente disagio, allora il panino viene offerto direttamente da Antonio e Raffaele.

 

La solidarietà insomma non conosce latitudine: meglio così.

Buona domenica.

Nell’immagine di copertina, la fornaia di Prato Cecilia Ricciarelli

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