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Catena Fiorello serve “I cannoli di Marites”

di | 2022-10-09T06:47:59+02:00 9-10-2022 6:30|Cultura, Sezione 7|0 Commenti

RIETI – Nel programma della rassegna letteraria “Un’estate in cerca d’autore” (ideata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Rieti e dalla Biblioteca Paroniana, realizzata con il contributo del Consiglio Regionale del Lazio), c’è anche Catena Fiorello Galeano con l’ultimo libro “I cannoli di Marites” (ed. Giunti), il seguito di “Cinque donne e un arancino”, pubblicato nel 2020, con le storie delle intraprendenti donne di Monte Pepe, di ritorno dalla fortunata trasferta in America. La formula speciale di questa rassegna è che il primo incontro degli autori è quello con i detenuti del carcere circondariale di Rieti, coinvolto nel progetto di interazione, accompagnati dalla referente della biblioteca Francesca Dominici, il collaboratore Antonio Olivieri e il responsabile dell’area educativa Luca Agabiti.

Catena ha portato in un luogo che cela storie di varia umanità, chiuso da sbarre e lucchetti, vitalità, grande capacità di comunicazione e affabulazione (buon sangue non mente), parlando a lungo con i detenuti, pronti per un autografo, seduta vicino a loro, raccogliendo piccole confidenze e a dispetto del nome datole, Catena (“purtroppo ha vinto la Madonna della Catena” ha detto sospirando) ha sciolto quelle del cuore e dell’anima. Un giovane le ha confidato che non era mai riuscito a leggere un libro, anzi, si era fermato sempre alle prime righe “invece sono riuscito a leggere tutto d’un fiato il libro Le madri non dormono mai di Lorenzo Marone (nel programma della rassegna) e sono contento”. Il fatto di essere reclusi non significa avere il tempo di leggere “bisogna essere motivati, avere un progetto di costruzione di sé, un’idea di futuro” ha sottolineato Catena che ha toccato vari argomenti di attualità, come ha fatto nel pomeriggio al polo culturale, coinvolgendo il pubblico, raccontando gli incontri fatti durante le presentazioni dei suoi libri, lo scambio di ricette familiari e della tradizione.

In alcuni incontri ha promesso e mantenuto, l’inserimento di ricette locali: ogni incontro ha lasciato qualcosa, che verrà in qualche modo rielaborato negli scritti futuri. Il prossimo libro potrebbe parlare dei “pìzzicotti” mangiati in un tipico locale di Rieti e della “Mimosa” di Adelmo, la vera torta Mimosa, con la segreta ricetta originale. “Perché la torta Mimosa è nata a Rieti” sottolinea il pubblico. “Non lo sapevo, l’assaggerò prima di ripartire”. Ma l’assaggio è avvenuto ancor prima della partenza: durante la presentazione una persona tra il pubblico (una giornalista per la precisione, perché anche i giornalisti hanno un’anima) ha preso la sua bicicletta e in pochi minuti è tornata con delle mini confezioni di Mimosa, particolarmente gradite.

Parlando di cucina si parla di emigrazione, dell’importanza della contaminazione culturale, dell’influenza araba nelle ricette siciliane, lo stare a tavola, la convivialità, le tradizioni, le ricette di famiglia. “La nostra è quella dello stoccafisso alla messinese che piaceva tanto a mio padre, primo piatto mangiato quando conobbe mamma e l’ultimo prima di morire” e quel piatto è nominato nei libri di Catena, insieme a citazioni di scrittori e poeti (Pasolini, Pavese, Neruda, Dickinson, Arminio). A 15 anni nel piccolo negozio ad Augusta, Catena iniziò a leggere le opere di Isaac Bashevis Singer, lette e rilette più volte, che ispirarono il suo primo romanzo Picciridda, storia di Lucia, figlia di emigrati, che vive con la nonna, burbera e austera in una Sicilia dei primi anni Sessanta, come tutti i bambini che non hanno fortuna, anche lei è ”figlia della gallina nera”. Quando i suoi genitori sono emigrati in Germania in cerca di fortuna hanno portato con sé solo il più piccolo dei due figli, affidando ”la grande”, pur sempre picciridda, alla nonna paterna, ma Lucia non accetta la condizione di una vita fatta di sacrifici e rinunce.

Col passare dei mesi il romanzo si popola di persone e di affetti: le zitelle Emilia e Nora, l’amica del cuore Rita, la Massara Donna Peppina. Gli uomini invece sono misteriosi e taciturni, un mondo da cui stare alla larga (come dice sempre la nonna) o tutto da scoprire (come sente Lucia). Le donne di Catena sono sempre intraprendenti, vibra in loro la volontà di non nascondersi, di affrontare le sfide della vita. I tempi ostili si superano con passione, istinto solidale e inclusivo. La sua passione per la poesia e la lettura la affida al personaggio di Nunziatina. Ne “I cannoli di Marites”, secondo libro sulla saga delle signore di Monte Pepe (ce ne sarà un terzo) Rosa, Nunziatina, Maria, Giuseppa e Sarina sono sempre più impegnate nella loro rosticceria “il Regno degli Arancini” e l’aiuto di Cettina, che si occupa principalmente di cudduruni e pane cunzato non è più sufficiente. Il gruppo pubblica allora un annuncio su un giornalino locale per cercare qualcuno che abbia un eccellente curriculum in materia gastronomica. “E vi pari facili?” esclamava Rosa, per ricordarlo soprattutto a se stessa.

Inizia la difficile selezione e alla fine Marites, che viene dalle Filippine, viene assunta. Si presenta come una vera cuoca che ha studiato cucina, ma la sua specializzazione è quella della pasticceria, soprattutto per uno dei dolci più amati della Sicilia: il cannolo. ”Ma u sapiti ca ‘sta carusa è proprio brava?” commentò Cettina assaggiando una fetta della cassata di Marites. Nel libro non mancano richiami alla buona musica, classica e moderna, suspence, amori, figli, emigrazioni e poi c’è da preparare la cena della vigilia di Natale… Nel 2016 esce L’amore a due passi, Picciridda è del 2017, nel 2019 esce Tutte le volte che ho pianto e nel 2021 Amuri. Il prossimo anno potrebbe uscire il terzo libro sulle signore di Monte Pepe.

Francesca Sammarco

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