FIRENZE – Al confine tra Toscana ed Emilia Romagna, su di un Poggetto, al di là del fiume, è possibile osservare e visitare il borgo di Castiglioncello, un paese fantasma oramai disabitato dagli anni ’50. E’ possibile accedervi scendendo lungo la strada che porta alla cascata di Moraduccio, attraversando il ponte sopra al fiume Santerno ed avventurandosi nella strada sterrata che permette una passeggiata nelle campagne circostanti. Non è semplice arrivarci, la strada percorribile è lunga e sotto il sole, e proprio per questo alcuni “avventurieri” hanno battuto alcuni sentieri, in ripida salita, che permettono un accesso più immediato al paesino.
Castiglioncello, fin dalla sua nascita, non ha avuto una vita semplice ed ha sempre contato circa una sessantina di abitanti. Si comincia a parlarne a partire dal 1373, quando la famiglia Ubaldini sfruttava la città per imporre grossi pedaggi a chiunque transitasse di lì. Firenze decise quindi di fondare una nuova città nei pressi del borgo, Firenzuola, costruendo così un nuovo tracciato per attraversare l’Appennino, questo fu l’inizio del declino di Castiglioncello. Nel XII secolo, ancora non era un borgo autonomo, bensì assoggettato in principio da S. Ambrogio della Massa (paese non più esistente) e poi come appartenente alla famiglia Alidosi, ed è quando la cittadina andò in mano a questi ultimi che venne chiesta protezione a Firenze, diventando così territorio toscano.
Fu solo nel 1450 che il borgo riuscì ad ottenere l’autonomia, quando il comune di Castel del Rio tentò l’annessione a Firenze che fallì. Il borgo diventò quindi una importantissima zona di confine, sia da un punto di vista militare che commerciale, il suo abitato subì un forte incremento fino al XVIII secolo, ma poi l’innovazione tecnologica, con la conseguente costruzione di nuove strade e ponti, causò l’abbandono dell’antica via di collegamento, una mulattiera definita scomoda e poco praticabile fin dal XVII secolo.
Da qui ha inizio il lento declino di Castiglioncello, nel 1833 la popolazione era di soli 63 abitanti, nel 1931 ammontava a 64. Si trattava di un paese immobile, che viveva di vita propria, e fu proprio il secondo dopo guerra che segnò l’abbandono definitivo da parte dei residenti: nel 1960 era già completamente abbandonato. Oggi, le vie di accesso sono due, arrivando all’ingresso del paese la prima cosa visibile è una chiesa, da un lato si trova una chiesa distrutta da un fulmine, sostituita poi dalla più recente con accanto un campanile, anch’essa oramai pericolante.
Boris Zarcone
Nell’immagine di copertina, la via principale del borgo di Castiglioncello
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