MILANO – La legge è del 2009 ma l’applicazione in Lombardia è arrivata solo nel mese scorso. E così, adesso, i cani possono entrare in ospedale per far visita ai loro padroni ricoverati. Primo tra tutti ad aprire le porte al nostro amico Fido è stato il nosocomio milanese di Niguarda che con un regolamento specifico ha illustrato le procedure per far entrare i cani (e altri animali domestici) nelle corsie. Adesso la speranza è che anche le altre strutture sanitarie italiane si adeguino e redigano regolamenti ad hoc. Comunque è bene specificare che non si tratta di pet therapy, bensì solo di un permesso d’accesso per il cane, ovviamente accompagnato, che però non potrà trattenersi più del tempo necessario alla visita. E inoltre – come peraltro anche per le persone – sarà vietato l’accesso in determinati reparti. In Lombardia sono già ventisette le aziende sanitarie locali che hanno deliberato un regolamento interno riferito alle visite degli animali domestici negli ospedali, altre undici sono pronte a farlo.
I regolamenti prevedono comunque delle disposizioni precise alle quali attenersi. L’ingresso sarà consentito solo agli animali domestici che vivono nelle famiglie dei pazienti. Sarà necessaria una richiesta che dovrà essere fatta dallo stesso paziente o dai suoi famigliari per iscritto, via fax o via mail. Saranno poi i medici a valutare la compatibilità delle visite con la malattia e lo stato di salute del malato. Cani, gatti ecc. dovranno essere iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione, essere vaccinati e assicurati. I cani dovranno portare la museruola ed essere condotti a guinzaglio. Per gatti e conigli è d’obbligo invece il trasportino.
Solo i degenti che sono ricoverati da più di cinque giorni possono chiedere al medico del reparto di poter ricevere la visita del proprio animale che prima dell’ingresso, cioè nelle 24 antecedenti la visita, dovrà essere sottoposto ad un trattamento antiparassitario e alla spazzolatura.
Ma non basta, chi accompagnerà l’animale in visita al degente dovrà essere maggiorenne e in grado di tenerlo sotto controllo, mentre al proprietario spetterà la responsabilità civile e penale per eventuali danni nel corso della visita.
Per quanto riguarda gli altri paesi europei c’è da sottolineare che tra le prime nazioni che si sono mosse in questa direzione c’è la Francia dove non solo agli animali domestici sono state aperte le porte degli ospedali ma già dal 2014, con un preciso artico del Codice Civile, è stato riconosciuto lo status di “esseri viventi dotati di sensibilità”. In Italia cliniche e ospedali privati nonché le case per anziani non hanno l’obbligo di rispettare questa legge. Ma sono molte le associazioni animaliste che in varie parti del territorio nazionale si stanno muovendo, laddove la legge del 2009 è stata recepita, affinché ciò avvenga. Con un interesse particolare alle case per anziani in quanto sono più di tutti questi ultimi a soffrire della mancanza del loro cane che spesso con loro ha condiviso la vecchiaia.
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