Un altro incidente di caccia, stavolta mortale. E’ accaduto ad Apricale, in provincia di Imperia, dove a perdere la vita è toccato a un giovane di 19 anni colpito all’addome durante una battuta al cinghiale. Un altro incidente, l’ennesimo di cui si parla in questa Italia dove gli amanti delle doppiette, nonostante il significativo calo degli ultimi trent’anni, restano circa 760 mila. Con la densità più alta d’Europa: 6 per chilometro quadrato. In Olanda e in Belgio ci sono 1,4 cacciatori per chilometro quadrato, in Germania 1,3, in Lussemburgo 1,2 e il valore medio dei paesi dell’Unione Europea (Italia esclusa) è di 2. Si parla dell’unico sport, se di sport si può parlare, che ferisce e uccide le persone stesse. Al termine della scorsa stagione venatoria l’Associazione vittime della caccia, che opera dal 2007, ha pubblicato un dossier relativo alle vittime umane in campo venatorio, o a causa di armi da caccia. Stagione 2017/2018, i dati sono i seguenti: civili non cacciatori 34, di cui 24 feriti e 10 morti; cacciatori 80, di cui 60 feriti e 20 morti. Totale: 84 feriti e 30 morti. Tre i minori coinvolti, di cui due feriti e un morto.
Andare a caccia è una questione di cultura e di educazione in famiglia. Gli ambientalisti puntano il dito contro il gusto di uccidere e di distruggere. Un conto è frequentare prati e boschi per osservare la natura, un conto è provare piacere a colpire gli animali selvatici in libertà togliendogli la vita. “La caccia è anacronistica” dicono in molti. E lo è sicuramente in un paese come l’Italia dove la densità venatoria è la più alta d’Europa.
Attualmente la maggior parte dei cacciatori – elaborazione Coldiretti su dati Istat e Federcaccia – ha un’età compresa tra i 65 e i 78 anni e l’età media è in aumento. Risiedono soprattutto in Toscana (110 mila), in Lombardia (100 mila) e in Emilia Romagna (70 mila). Ma anche in Piemonte (40 mila), Veneto (46 mila), Lazio (55 mila), Campania (45 mila), Sardegna (46 mila) e Umbria (40 mila).
È una vecchia storia. I cacciatori contano, ma conta anche l’industria delle armi con i suoi lobbisti in Parlamento e nelle Regioni. Cacciatori e industria delle armi. Un mix micidiale, che altera l’ambiente e uccide le persone. Per non parlare degli animali protetti (per esempio, lupi, orsi e rapaci) sottoposti a una vera e propria strage. Per non parlare di chi spara a due passi dalle abitazioni. E che dire del piombo – 17500 tonnellate annue, 500 milioni di cartucce – sparso nelle campagne italiche o dei cacciatori che uccidono gli animali che fuggono dagli incendi?
Dopo il recente incidente mortale in provincia di Imperia e le numerose vittime della stagione venatoria 2017/2018, il ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, ha proposto di vietare le battute di caccia di domenica e nelle giornate festive. Lo ha affiancato il gruppo regionale di Sì Toscana a Sinistra che ha presentato in Consiglio regionale una mozione nella quale si chiede di vietare battute di caccia nei festivi e posticipare e ridurre la durata della stagione venatoria.
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