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Buon cibo non mente: impariamo a mangiare

di | 2018-06-10T07:38:12+02:00 10-6-2018 6:40|Attualità, Cultura, Enogastronomia, Sezione9|0 Commenti

VITERBO – Si è appena concluso all’Istituto comprensivo “Luigi Fantappiè” di Viterbo il progetto “Buon cibo non mente: siamo ciò che mangiamo”, realizzato con la collaborazione di Slow Food Viterbo e Tuscia nell’ambito del bando “Sapere i sapori” sostenuto da Regione Lazio e Arsial. L’iniziativa formativa ha l’obiettivo di educare i ragazzi a corretti stili di vita e a scelte alimentari consapevoli e responsabili attraverso attività laboratoriali, incontri con esperti, momenti ludici e attività presso fattorie didattiche.

Protagonisti assoluti del progetto sono stati gli studenti della scuola elementare viterbese attraverso 5 incontri in classe toccando le seguenti tematiche: “Mani in pasta” (laboratorio culinario per imparare a preparare semplici pietanze manipolando il cibo), con Stefania Capati, scrittrice e foodblogger, e Mario di Dato, cuoco e ristoratore; “Stagioni che vai, cibo che trovi” (incontro didattico con sulla filiera produttiva) con Alberto Valentini, produttore da agricoltura biologica e presidente di Slow Food Viterbo e Tuscia, e Debora Valentini, agronoma; “In ogni senso” (laboratorio di educazione sensoriale per un approccio integrale con il cibo), con Maria Laura Nespica, assaggiatrice ufficiale; “Dimmi che cibo mangi e ti dirò chi sei” (incontro didattico sugli aspetti salutistici del cibo), con Claudia Storcè, nutrizionista e formatrice Slow Food; “Lotta tra titani: sprecosauri vs. riciclanti” (gioco di ruolo per apprendere l’importanza del consumo consapevole ed evitare sprechi) con Luigi Pagliaro, educatore e formatore Slow Food.

E per concludere è stata proposta una giornata nell’azienda agricola “Volta la terra” per conoscere sul campo tutte le fasi della filiera produttiva, dalla lavorazione del suolo alla commercializzazione, attività laboratoriali e un approfondimento sul tema del cibo come relazione attraverso la preparazione della tavola e l’educazione alla convivialità. Nel progetto sono stati coinvolti anche i genitori nell’incontro ”Il cibo a scuola: dalla merenda alla mensa” e i docenti con “Il cibo a scuola: un tempo e uno spazio educativo”.

“Il progetto ha avuto una ottima riuscita sia tra gli alunni – spiega la dirigente scolastica Maria Patrizia Gaddi – che tra insegnanti e famiglie. D’altronde la scuola è il luogo ideale dove promuovere lo sviluppo di abitudini alimentari sane, è anche il luogo  dove si impara quando  e cosa si deve mangiare e quali sono i cibi che si producono nel nostro territorio. Gli alunni tramite i docenti si sono avvicinati al consumo di prodotti freschi che hanno preso il posto delle più che mai diffuse merendine, diventando consapevoli che si possono cambiare le abitudini alimentari nutrendosi con alimenti sani e non manipolati. Pertanto ringrazio la Regione Lazio che da anni promuove questo progetto e lo diffonde nelle scuole”.

“Siamo molto soddisfatti – conclude Alberto Valentini, presidente di Slow Food Viterbo e Tuscia – per l’entusiasmo e l’interesse profuso dai ragazzi negli incontri previsti dal progetto che li ha visti coinvolti in attività pratiche stimolandoli  a un approccio con il cibo più ampio. È grazie ad attività di questo genere che coinvolgono le nuove generazioni e le figure educative che possiamo favorire una maggiore consapevolezza e quindi un  cambiamento nei consumi alimentari quotidiani”.

Nella foto di copertina, un momento del laboratorio di “Sapere i sapori”

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