LICATA (Agrigento) – All’Istituto d’Istruzione Superiore “Enrico Fermi” di Licata interessante e importante convegno su bullismo e cyberbullismo, introdotto dalla dirigente scolastica Amelia Porrello, che ha focalizzato l’attenzione sull’educazione all’uso delle nuove tecnologie e citando la Legge 71 (specificatamente il significato di cyberbullismo come pressione, aggressione, manipolazione realizzata per via telematica con scopo intenzionale di isolare un minore), ha reclamato una maggiore attenzione e tutela del minore da parte di tutti.
I dati sono allarmanti 1 adolescente su 2 (51%) si è trovato ad assistere episodi di bullismo/cyberbullismo, il 54% degli intervistati afferma di avere aiutato la vittima, 1 osservatore su 4 dichiara di essere rimasto a guardare senza far nulla, 1 su 5 è andato oltre ignorando quanto stava accadendo. L’ultimo dossier di Telefono Azzurro non lascia dubbi sul fatto che bisogna agire e presto. Aumentare le attività di formazione con studenti, docenti e genitori.
A sottolineare l’importanza del tema l’autorevole intervento dell’assessore regionale all’Istruzione e Formazione, già rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla. A moderare i lavori l’anima dell’evento il professor Gaetano Truisi, docente in pensione; tra gli altri relatori il presidente onorario provinciale Vincenzo Fontana. Presente e promotrice dell’evento l’Unione per la Difesa dei Consumatori di Licata. “Il bullismo e il cyberbullismo rappresentano due fenomeni di estrema rilevanza sociale e clinica, oltre che giudiziaria – spiega Fontana -. Quando le prevaricazioni verso i più deboli, sia da un punto di vista fisico che psicologico, equivalgono a un abuso di potere, estrinsecandosi in minacce verbali, fisiche, attacchi all’autostima e alla dignità personale, soprattutto nelle forme anonime e mediatiche del cyberbullismo, è necessaria la collaborazione tra famiglie, scuole e istituzioni demandate alla raccolta delle denunce e alla terapia e prevenzione delle vittimizzazioni e dei reati. Il bullismo e il cyberbullismo sono, a mio avviso, due realtà criminali che necessitano di interventi di natura psicologica, avvalendosi di programmi di educazione socio-affettiva, con partenza dai più precoci gradi di istruzione. A scuola, bisogna attivare una stretta sorveglianza durante il tempo mensa e gli intervalli, per intervenire tempestivamente in casi di soprusi”.
Durante l’incontro, la proiezione del video di Marco Mengoni “Guerriero”: “Solo, attenderò i predoni. Arriveranno in molti. Oltre queste mura troverò la gioia, O forse la mia fine comunque sarà gloria: io sono un guerriero”. Il docente universitario Francesco Pira, presente al tavolo dei relatori, ha sottolineato la “vetrinizzazione delle esperienze quotidiane, pubblicizzate non per se stessi, ma per piacere agli altri”. Ha intrapreso, da tempo, la sua personale battaglia contro bullismo e cyberbullismo e incontrato in tutta Italia centinaia di studenti avendo tenuto corsi di formazione per insegnanti e genitori. “L’invadenza delle tecnologie nella vita – spiega – è forte; ogni cosa è vissuta nella dimensione virtuale, quindi anche i rapporti si esauriscono velocemente così come la fruizione di tutte quelle informazioni che online ci vengono presentate. Tendiamo a costruire un giardino perfetto, capace di rendere ciò che pubblichiamo sul web, quindi noi stessi, forti e belli. Occorre dare sempre senso alle cose, occorre più consapevolezza, nella vita e soprattutto sul web, tenendo conto del messaggio, di quello che potrebbe generare negli altri utenti che è anche un dovere civico, quindi del rispetto di se stessi e dell’altro. Le tecnologie danno grandi vantaggi e possibilità ma solo se usate con intelligenza”.
“La cronaca ogni giorno – aggiunge il professor Gaetano Truisi – ci restituisce casi clamorosi con conseguenze disastrose sulla psiche dei nostri figli. E’ un dovere etico e morale sostenere ogni iniziativa volta a sensibilizzare adolescenti ma anche gli adulti”. La professoressa Mariella Mulè ha poi trasferito alla sala convegnistica gremita di ospiti, l’esperienza provata sulla pelle di una alunna, vittima di derisione e bullo essa stessa. Nel testo presentato al pubblico si tratta di “una bambina solare, ma che piangeva dentro, successivamente pentita di avere sbagliato: pur di essere accettata!” Adesso, la giovane ha trovato libertà, amici, grazie all’ascolto ed aiuto della professoressa di lettere ed alla scrittura che “ha aiutato lo sfogo e a ritrovare la pace”.
Antropologia e sociologia nell’intervento del teologo Enzo Di Natali. Attraverso un racconto ha rafforzato il significato della collaborazione tra diversi ambienti: “Famiglia, chiesa, scuola: tutti dovrebbero aprire gli occhi ed avere il coraggio di fare un cammino insieme per migliorare le cose e aiutare i deboli”. Poi è il momento del cortometraggio “Mai più un banco vuoto” (realizzato da Fare X Bene Onlus, associazione che combatte bullismo, cyberbullismo e ogni forma di discriminazione all’interno delle scuole di tutt’Italia), il racconto di una storia vera: quella di Carolina Picchio, studentessa morta suicida a 14 anni nel 2013. La ragazza si tolse la vita a causa di un video a sfondo sessuale diffuso in rete. Il corto, girato da Federico Brugia è adesso sul web per denunciare il fenomeno, ha ammutolito la sala e acceso nell’animo dei presenti una commozione grandissima.
Le informazioni preziose che il convegno ha dato agli insegnanti e ai genitori ed alunni e autorità presenti in sala, che hanno potuto aprire gli occhi sul mondo che circonda i nostri figli, ed aperto una porticina in una realtà che ci sembra così diversa. Di particolare interesse anche i momenti dedicati ai ragazzi della scuola, guidati magistralmente dalla professoressa Incorvaia. I ragazzi attentissimi in sala si sono relazionati molto bene con i relatori, partecipando attivamente al dibattito.
Giuseppe Mistretta
Nella foto di copertina, un momento del convegno di Licata
Lascia un commento