La Bella Italia, quella che rischiamo di perdere per sempre schiavi di memorie vacue e semiparalizzate da tecnologie sempre più invasive e invalidanti, quella che non compare nei libri di geografia, quella nascosta tra le montagne, quella coraggiosa che resiste al gelo, dove d’inverno si arriva facilmente a -10, quella dei silenzi impalpabili. Quella Bella Italia riparte da luoghi come Borgotufi, una manciata di case, frazione di Castel del Giudice, provincia di Isernia, Molise.
Lo chiamano albergo diffuso, un po’ come il gemello di Santo Stefano di Sessanio, Abruzzo. Lì hanno operato uno gruppo di nord europei, in Molise ha fatto il miracolo una cordata di imprenditori locali. Le case erano cadenti e si sbriciolavano, abbandonate, condannate alla fine sicura come tantissimi borghi del centro sud fuori dalle rotte del turismo più glamour o comunque sempre più massificato. Morte per spopolamento, questo era il verdetto.
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