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Blonde, la vita sfrenata di Marilyn Monroe

di | 2022-10-23T07:15:57+02:00 23-10-2022 6:35|Sezione 8, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – Libro e pellicola cinematografica si guadagnano la standing ovation di 14 minuti elargita alla 79ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, da un pubblico in visibilio. Il film è Blonde, basato sull’omonimo romanzo del 1999 della scrittrice Joyce Carol Oates che narra, in maniera libera, la vita dell’attrice Marilyn Monroe, interpretata sul grande schermo dalla sensuale Ana de Armas.
Blonde” in programmazione su Netflix rivive il mito di Marilyn Monroe e il regista Andrew Dominik con il lungometraggio esplora la sua vita attraverso un viaggio tra realtà e immaginazione. Un’infanzia travagliata fino alla morte prematura, il film si concentra soprattutto sulla  persona che si cela dietro al celebre personaggio (e al suo pseudonimo): Norma Jean, sua madre, i suoi affetti, le gravidanze, gli aspetti più profondi dei suoi matrimoni e della sua carriera.

Marilyn Monroe

Uno dei temi principali di Blonde è il disperato desiderio di Marilyn di incontrare il vero padre. All’inizio del film, la madre di Marilyn (Julianne Nicholson) mostra alla figlia una foto di Clark Gable e la convince che sia lui il suo vero papà. Per quanto assurdo, si tratta di un fatto realmente accaduto: Norma Jean ha creduto per buona parte della sua vita che il famoso attore fosse suo padre. Fatto curioso è che la Monroe e Gable hanno lavorato come co-protagonisti nel film del 1961 “Gli spostati” (per entrambi l’ultimo lungometraggio prima di morire). Intanto Marilyn si illude che prima o poi il suo vero padre tornerà nella sua vita per recuperare un rapporto che la porta, disperata, a cercare amore negli uomini.

Ana de Armas

Blonde è un film biografico e tratteggia Marilyn come una donna in crisi con la sua identità, spesso disconnessa dalle performance sullo schermo, non si riconosce nelle scene cinematografiche. Una doppia vita, una doppia identità: quella della donna Norma Jean e quella della diva. Una gran parte della pellicola è stata girata in bianco e nero, scene, costumi, fotografia, progetto le cui riprese sono state intraprese nell’agosto 2019, dove si esalta la bellezza di un mito degli anni 50 e ancora oggi iconica.

La carriera di Norma Jeane continua inesorabile e l’attrice durante le riprese di A qualcuno piace caldo, diventa incontrollabile: è sopraffatta dalla costante attenzione della stampa, si sente presa in giro, ha frequenti sfoghi sul set, soprattutto nei confronti del regista Billy Wilder, e si allontana sempre più dal marito drammaturgo Arthur Miller, così per far fronte al suo stress, inizia a prendere le pillole. Nel 1962 Norma Jeane è ormai diventata dipendente da droghe e alcol. Vive, neanche troppo dietro le quinte, la relazione con il presidente Kennedy.

Norma andrà in overdose di barbiturici e tornerà a letto incespicando; così mentre giace morente, ha una visione di suo padre, ritratto come l’uomo nella fotografia che Gladys le regalò il giorno del suo settimo compleanno, che la accoglie nell’aldilà. Joyce Carol Oates, l’autrice del libro su cui è basato il film, dopo aver visto il montaggio preliminare ha dichiarato: “Ho visto il primo montaggio dell’adattamento di Andrew Dominik ed è sorprendente, geniale, molto inquietante e (cosa forse ancora più sorprendente) è un’interpretazione completamente ‘femminista’… Non credo che un altro regista abbia mai ottenuto qualcosa del genere”. Marilyn Monroe sembra uscire dallo schermo,  rompendo i muri della bellezza, del bigottismo con la sua intramontabile bellezza.

Claudia Gaetani

Nell’immagine di copertina, Marilyn Monroe e, a destra, la protagonista di Blonde Ana de Armas

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