ROMA – Un recente report sulla biodiversità diramato dal WWF, il “Living Planet Report 2018”, ha evidenziato come il numero degli animali vertebrati del nostro pianeta sia diminuito del 60% in meno di 50 anni a causa dell’azione dell’uomo. La ricerca, che vuole sollevare ancora una volta l’attenzione riguardo i cambiamenti climatici e l’effetto dannoso della presenza umana sul nostro pianeta, è stata effettuata sull’abbondanza di 16.704 popolazioni di oltre 4.000 specie di vertebrati.
Secondo il WWF, l’eccessivo sfruttamento e le modifiche ambientali effettuate dall’uomo avrebbero dato vita a un processo distruttivo difficilmente reversibile. Così come i cambiamenti climatici legati all’inquinamento: anche questo processo evidenzierebbe come il pianeta Terra sia sull’orlo di un collasso senza precedenti. Un rischio di estinzione di massa delle specie animali che provocherebbe un danno inverosimile anche alla vita di ognuno di noi.
Attualmente, sempre secondo il report del WWF, solo il 25% del suolo terrestre sarebbe incontaminato. Una percentuale già di per sé bassissima, ma che potrebbe diminuire al 10% entro il 2050, se non dovessero avvenire cambiamenti di rotta. Lo studio, realizzato in collaborazione con la Zoological Society of London, parla inoltre dell’esagerato consumo delle risorse naturali da parte dell’uomo, incrementato del 190% solo negli ultimi 50 anni.
Il Living Planet Report 2018 richiama a un impegno globale per l’inversione di marcia di questa tendenza negativa della perdita della biodiversità. La drammatica situazione richiede l’intervento immediato e la stesura di una roadmap dal 2020 al 2050, con obiettivi ben definiti e manovre atte a salvaguardare la Natura.
Anche Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia, ha ribadito il concetto e la sua vitale importanza per il nostro pianeta: “Per ottenere risultati è necessario intervenire subito già dalla 14. Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Convention on Biological Diversity, che avrà luogo in Egitto) nel prossimo novembre. È fondamentale un accordo globale, ambizioso ed efficace per la natura e la biodiversità, come è avvenuto per il cambiamento climatico in occasione della Conferenza di Parigi nel 2015”.
Diego Galli
Nella foto di copertina, il panda simbolo del WWF
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