ROMA – Riparte il campionato di calcio di serie A. In un fine settimana in cui le scuole, dopo l’apertura ufficiale del 14 settembre, tornano a chiudersi per permettere in tutt’Italia le votazioni referendarie sul taglio dei parlamentari (oltre che in 7 Regioni per la scelta del presidente e in 962 Comuni per l’elezione del sindaco), prende il via ufficialmente anche la serie A. E questo avviene nonostante il Covid-19 non accenni a sparire ma anzi, negli ultimi giorni la percentuale dei contagi in tutta Europa abbia subito un’impennata così preoccupante da far temere in alcune zone del vecchio continente un nuovo e circoscritto lockdown.
La contemporaneità degli eventi di questo weekend è anche servito ai soliti ‘tuttologi’ italiani, prima grandi esperti virologi nel periodo di maggior diffusione del virus, poi tutti competenti professori nella fase delle discussioni scolastiche, ora capaci di indossare contemporaneamente nelle stesse giornate il vestito del politico e la tuta da allenatore di calcio per argomentare con la stessa perizia ed in qualsiasi contesto sia la scelta referendaria che le tattiche di gioco e le formazioni da adottare nelle partite di calcio. Comunque, volenti o nolenti, dobbiamo prendere atto che la ripartenza del massimo campionato è riuscita a calamitare su di sé una buona parte degli interessi di questo periodo, forse anche per il fatto che per molti rappresenta una distrazione importante, capace di distogliere le attenzioni dalle preoccupazioni quotidiane.
Il calcio, come si sa, è infatti una tra le “imprese” più importanti del Paese, in grado di spostare capitali e interessi importanti per l’economia, non solo quella italiana. Non dimentichiamo infatti che a spingere la palla di cuoio di questo sport ci sono milioni di cittadini legati direttamente o indirettamente al calcio, per passione o per business, partendo dai tifosi che sono gli unici a non guadagnarci nulla economicamente se non la sola soddisfazione di veder vincere i propri beniamini e sostenere i propri colori. Poi c’è chi realmente il calcio lo gioca, non solo in serie A ma anche sui campetti minori, quelli dei campionati dilettantistici, delle giovanili o dei tornei amatoriali. Proviamo quindi a immaginare quante attività ruotano intorno a questo mondo che va dalle società sportive di tutte le categorie e quindi: presidenti, allenatori, dirigenti, magazzinieri, massaggiatori, medici, preparatori, procuratori, osservatori e altro ancora…. Poi tutta la struttura che regola questo sport: federazioni, arbitri, giudici e commissioni. A seguire e a raccontare cosa avviene sul campo e negli spogliatoi ci pensano migliaia di giornalisti, addetti stampa, televisioni, radio e web con programmi e reti dedicate. Da non dimenticare tutte le attività di vendita di prodotti calcistici, di sponsorizzazione e gadgets, la gestione delle strutture e la loro manutenzione, che permettono lo svolgimento regolare a tutte le categorie di questo sport. Infine tutte le attività commerciali di prodotti e servizi collegati in qualche modo al calcio ma soprattutto ai consumi dei tifosi che vivono il calcio come punto di aggregazione per le partite in casa o in trasferta: bar, tabacchi, ristoranti, pizzerie, benzinai, ferrovie, autobus, noleggi e per le trasferte europee anche aerei, hotel e altro ancora.
Attualmente però, per le misure di prevenzione sanitaria che non permettono la presenza dei tifosi sugli spalti, assistiamo in solitudine da casa a partite che si svolgono negli stadi vuoti, senza la passione del tifo, senza veder sventolare i colori, senza i cori e i canti di incitamento, senza le coreografie, senza gli amici uniti dalla stessa maglia, senza gli sfottò agli avversari, senza vivere l’ansia dell’attesa e la gioia del gol tutti insieme, con senso di appartenenza. Questo rende tutto più triste e povero, per chi lo vive da tifoso e per chi lo vive da persona interessata economicamente ma intanto partiamo con l’inizio del campionato. The show must go on cantavano i Queen: lo spettacolo deve continuare, aspettando tempi migliori e il ritorno alla bellissima normalità, non solo per il calcio.
Buon campionato a tutti e che vinca il migliore.
Paolo Paglialunga
Bell’articolo. Complimenti. Il calcio ⚽ ci da sempre qualcosa di cui parlare