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Avatar, fantastica immersione nel mondo degli effetti speciali

di | 2023-01-07T23:59:52+01:00 8-1-2023 6:25|Sezione 6, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – Se volete godere di paesaggi idilliaci, floreali e fantastici avete l’occasione di fare un’immersione ad occhi aperti nel nuovo kolossal firmato da James Cameron: “Avatar – La via dell’acqua”. Già, in quasi quattro settimane, ha raggiunto record di incassi e consensi dal pubblico del grande schermo. L’ambientazione è nella foresta della barriera corallina, sulla costa orientale di Pandora, dove vive il clan guidato dal capo della popolazione Metkayina: Tonowari e da sua moglie Ronal (interpretati da Cliff Curtis e Kate Winslet, che ritorna sul set accanto al conosciuto regista). Le famiglie indigene del mondo di Pandora: i Na’vi e Tonowari sono le dinastie protagoniste come protagonisti sono i legami forti tra di essi, forte è la coesione, la fiducia gli uni degli altri, la responsabilità dei genitori nel curare, accudire e difendere i propri figli.

Cameron evidenzia anche la rivalità tra fratelli che si rafforza comunque con l’amore istintuale. Anche se gli attori in carne e ossa non sono affatto visibili nelle sembianze umane, restano protagonisti gli eccezionali costumi animati al computer. Il set di Avatar è un teatro vuoto nel quale gli attori con tute e caschi speciali girano le scene del film. Il film è stato girato nativamente e interamente in 3D, utilizzando cineprese progettate dallo stesso James Cameron, con la caratteristica innovativa di permettere al regista e agli attori di vedere in tempo reale le scene riprese in modo da poterne immediatamente correggere gli errori. Gli attori recitano in studio simulando ciò che accade nel mondo virtuale.

La trama di Avatar 2 – senza spoilerare troppo – vede i Na’vi cercare un posto sicuro perché gli umani pongono nuovamente un attacco a questo mondo parallelo e l’ospitalità viene data dai Metkayina, e nonostante alcune diffidenze, riescono ad ambientarsi apprendendo le loro abitudini. In particolare, uno dei figli di Jake Sally – Kiri sviluppa un legame interiore con il mare e le sue creature, mentre Lo’ak fa amicizia con Tsireya, la figlia del capo tribù. Protagonisti su Pandora, nel reef, sono draghi marini, meduse piccoline, farfalle di mare, ragnetti, razze, orchidee, fino agli imponenti tulkun, delle specie di balene amiche degli indigeni e tutto un parterre acquatico che ha la firma stilistica dei mondi creati da Cameron. Avatar- La via dell’acqua è un film sulla famiglia, sulla perdita, sulla ricerca di un ruolo.

I padri devono proteggere i loro figli, anche a costo di diventare durissimi, perché è quello il ruolo che dà loro un senso come uomini. Le madri invece sono decise, testarde, viscerali: capiscono e confortano ma mostrano anche rabbia e aggressività. I figli, adolescenti protagonisti del film, si mettono in pericolo e i genitori Jake, Neytiri e i Metkayina decidono di affrontare gli umani per difenderli e portarli in salvo. Colpi di scena e grandi effetti cinematografici protagonisti nelle profondità del mare. Dopo tredici anni dal primo Avatar, James Cameron celebra il mito del buon selvaggio e sottolinea il senso del riconnettersi alla Vita sia terrena che marina, per incontrarsi spiritualmente con le anime che abbandonano il loro mondo, lasciando un vuoto emozionale.

Cameron cerca di rendere universale la famiglia Sully che non lascia nessuno indietro, non si perde, è una specie di famiglia allargata all’americana, con figli e figliastri, che quando arriva il momento di cambiare casa e scuola si comportano tutti uguale identico a come si comportano i figli delle famiglie allargate americane nella grande provincia: si tirano le pacche sulla testa, dicono “ehi bro”, fanno le risse con i figli del vicino, e cose del genere. Il dramma teenager in pieno, insomma, anche su Pandora. James Cameron è una macchina da guerra ed ha arricchito tutto con abbondanti effetti speciali, con una produzione audio che solo quella sembra provenire da un pianeta alieno. La capacità di Cameron di costruire mondi coerenti che funzionano, non si incartano con banali errori di continuità, salti di trama, personaggi privi di un arco o di un perché. Qui poi l’arco può essere letterario, ma anche simbolico oppure un vero e proprio arco con il quale trafiggere un umano. L’effetto in 3D è garantito. Ritorna il grande cinema, finalmente: buona visione.

Claudia Gaetani

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