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AutoSole, l’Italia sprofonda nelle buche

di | 2018-02-26T10:45:30+01:00 26-2-2018 7:05|Prima Pagina, Punto e Virgola|0 Commenti

Sabato 24, anno domini 2018. Autostrada del Sole, direzione sud, tratto Reggio Emilia – Bologna (e anche oltre verso Firenze). Sulla corsia di emergenza decine di auto ferme con i rispettivi guidatori e accompagnatori, impegnati a cambiare le gomme. Una moria improvvisa e contemporanea di pneumatici? No, il motivo è assai più banale e per certi versi molto più preoccupante: le buche sull’asfalto. Autentiche voragini, in certi casi: crateri disseminati qua e là, soprattutto sulla corsia di destra, quella di solito maggiormente utilizzata dai mezzi pesanti. Ma è sabato e quindi di tir se ne vedono pochi in circolazione, c’è anche un po’ di sole, ma nei giorni precedenti (soprattutto venerdì) c’è stata neve, ormai però sparita.

Il fatto è che le segnalazioni sui pannelli autostradali variabili già da Parma e anche prima avvisavano gli automobilisti: “Pavimentazione sconnessa. Moderare la velocità”. Come se una semplice comunicazione potesse esonerare chi gestisce una delle più importanti arterie stradali italiane da responsabilità enormi e ben precise. Come si può spiegare, infatti, che un po’ di neve abbia potuto provocare un simile e così diffuso disastro? Basta una velocità di 90-100 chilometri all’ora (che in autostrada non è proprio il massimo) per provocare danni gravi quando si va ad incocciare una buca profonda ed estesa. Ed eccole allora spiegate le auto ferme in corsia di emergenza. E poi c’è Isoradio che racconta di decine di messaggi (opportunamente edulcorati) di automobilisti inferociti, anzi letteralmente incazzati contro chi gestisce l’AutoSole.

Già, perché è di tutta evidenza che qualcosa non ha funzionato. Cattiva manutenzione? Errata programmazione degli interventi conservativi? Asfaltatura scadente? Ogni ipotesi è possibile: non è ammissibile però (e questo è fuori discussione) che la più strategica delle vie di comunicazione tra Nord e Sud del Paese sia ridotta in così pessime condizioni. Tra meno di una settimana si vota: i candidati di ogni schieramento si impegnino ad intervenire sulle infrastrutture (strade, aeroporti, linee ferroviarie, porti, wi-fi…) che costituiscono l’asse portante di ogni nazione civile e avanzata. Questa sì sarebbe un’autentica rivoluzione che non ha bisogno di cannoni e fucili, ma solo di volontà politica ben precisa e di adeguati fondi,. Che si possono e si devono trovare perché sono veramente decisivi per lo sviluppo.

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