NUORO – Premiazione della XII edizione della borsa di studio “Bachisio Floris”, presso l’Auditorium della Biblioteca Satta di Nuoro. I familiari di Bachisio Floris, scrittore, autore televisivo, apprezzato autore di cabaret, nonché dirigente del Credito Fondiario, lo ricordano ogni anno dal 2012 offrendo ad allievi del Liceo Ginnasio Statale “Giorgio Asproni” una borsa di studio a lui intitolata, erogata con un contributo della Fondazione Banco di Sardegna. Al concorso hanno partecipato 30 studenti dell’Istituto presentando elaborati ispirati a “Nùoro forever” e a “Tre ore”, i romanzi scritti da Floris, i cui soggetti descrivono la sua città natale, Nuoro, degli anni ’40 e ’50, il rimpianto per la perdita di identità della Barbagia, le visioni e le esperienze adolescenziali dell’autore che sono modelli di confronto con la Nuoro di oggi.
Cinque gli studenti premiati dalla commissione esaminatrice che includeva, oltre alla famiglia Floris, la signora Anna Maria Pedaccini, moglie di Bachisio, i figli Daniela e Giovanni, giornalista e conduttore televisivo, il dirigente scolastico Antonio Fadda, il giornalista Giacomo Mameli e la professoressa Virginia Mariane. Trenta ragazzi, d’età compresa tra i 15 e i 19 anni, si sono cimentati nella prova mossi dalla passione per la lettura e l’amore per la scrittura. Nell’era digitale, nell’era della generazione Z, dove troviamo giovani generalmente presenti su tutti i social network, dinamici e amanti del cambiamento, riconosciuti anche per il forte orientamento individualista, molti studenti si sono distinti per la intima e personale narrazione di argomenti forti e complessi e da loro spesso molto lontani, ma raccontati in modo semplice, maturo, profondo. Diverse tracce si sono distinte per stile narrativo e contenuti, spesso arricchite da citazioni storiche, letterarie e da riferimenti intimi e personali.
L’orrore della guerra, tematiche come lo straniamento dei soldati che tornano a casa dopo il conflitto, avulsi ormai da un mondo che non sentono più loro e che non li riconosce, le restrizioni della vita in carcere, il dolore, i sogni, le speranze che vengono meno quando si perdono le certezze, gli affetti più cari o addirittura la propria identità, i social media e l’intelligenza artificiale, sono state espresse adottando differenti registri linguistici e affrontando la narrazione sia in prosa che in versi. Una prova ha persino presentato il connubio tra disegno e narrativa. Queste le tracce su cui si sono cimentati quest’anno gli studenti dell’Asproni partendo dal confronto con le opere di Floris. Dagli elaborati è emersa una grande avversione alla guerra e, come ha sottolineato il giornalista Giacomo Mameli, i ragazzi hanno utilizzato più volte un pensiero tratto dal De Rerum Natura di Lucrezio, “dictis non armis”, con le parole non con le armi.
Il primo premio, 1000 euro, è stato assegnato a Beatrice Loi della 4C, che ha proposto una riflessione sul ruolo sempre più centrale delle tecnologie nelle nostre vite, sottolineando le distorsioni che comportano e i timori del venirne fagocitati perdendo il senso della realtà. Il testo, ben costruito, ha denotato una buona pianificazione, con la scelta di argomenti pertinenti organizzati in modo funzionale, equilibrio fra le parti e continuità di idee. L’uso corretto di forme sostituenti ha conferito coesione al testo, rendendo chiari i legami fra le diverse parti e la scelta del dialogo, come stile narrativo, ha contribuito a dare ritmo alla narrazione esprimendo con chiarezza giudizi critici e valutazioni personali. Il secondo premio, 800 euro, è stato assegnato a Vincenza Selloni della 5G, che nel suo elaborato ha parlato del ritorno dei soldati dalla guerra, dell’ansia di riabbracciare i propri cari, dell’illusione che il mondo si fosse fermato in loro attesa, della delusione di non sentirsi riconosciuti. Il testo è stato costruito in maniera equilibrata fra le parti; la narrazione è risultata ricca di descrizioni, connettivi ed elementi coesivi che hanno conferito coerenza logica al testo. Il ritmo narrativo è stato inoltre coinvolgente, trasportando il lettore nel centro della storia che esprimeva un senso di equilibrio tra passato, presente e futuro.
Il terzo premio, 700 euro, è stato attribuito a Mattia Mossa della 5B, arrivato quarto nella scorsa edizione. L’elaborato dal titolo “Non sono mai stato tanto attaccato alla vita” ha presentato una narrazione lineare e corretta nella forma. Le argomentazioni sono state sviluppate con chiarezza. Immagini, speranze, sogni, drammi hanno preso corpo in questa narrazione in forma di dialogo tra un padre e una giovane figlia, col ricorso a citazioni di Primo Levi, Ungaretti, Madre Teresa di Calcutta. Molto belle le frasi conclusive. “Tu sei il futuro, conserva ciò che è accaduto e usalo per rendere il mondo un posto migliore. Solo dopo il temporale si rivede il sole, ma se ci si rinchiude in casa perché avversi alle nuvole non si potrebbe mai rivedere il primo raggio di luce che accarezza il nostro viso. […] A volte le cose brutte ci ricordano la bellezza intorno a noi; solo dopo una notte di veglia accanto al male, alla morte, alla guerra si scopre, di non essere mai stati tanto attaccati alla vita”, come scriveva il poeta Giuseppe Ungaretti.
Il quarto premio, 600 euro, è stato assegnato a Cristiano Castangia della 2C, uno dei pochi studenti a cimentarsi nella poesia. Il testo “Babbu meu” evocava immagini e suscitava forti emozioni. Il giovane autore è riuscito a presentare una soddisfacente sinergia tra forma e contenuto, cercando di offrire sonorità e ritmo. Il tema della tragicità della guerra, del dolore, della morte è stato espresso in brevi versi, quasi dei fotogrammi. La metrica del verso breve, la tecnica degli “a capo”, il ritmo incalzante, secco, duro hanno accentuato l’atmosfera di tragica sospensione fino all’epilogo finale “babbu non torrat prusu”. Il quinto ed ultimo premio è andato al più piccolo dei partecipanti al concorso, Leonardo Gusai della 1A. Anche lui ha affrontato il tema della guerra definita una “sciagura dell’umanità”. Il testo è stato argomentato in modo lineare, corretto nella forma e scorrevole nella lettura, con riferimenti puntuali alla storia passata (la battaglia di Maratona, Waterloo) e presente (le guerre in Ucraina e in Palestina), all’Iliade e persino a Confucio. Chiaro e ben delineato l’effetto di straniamento, l’orrore provocato dai conflitti e la sofferenza del soldato superstite. “Felice è colui che sa dimenticare, ma forse dimenticare gli orrori e le atrocità della guerra non è possibile e quindi, forse, non è possibile nemmeno tornare alla normalità, ad essere felici…o almeno non come prima”.
Come ha affermato il dirigente scolastico Antonio Fadda a inizio lavori, dallo scorso anno sono state introdotte alcune novità riguardo allo svolgimento della prova di concorso. Gli elaborati sono stati svolti in presenza, davanti ad una commissione, in un tempo massimo di 6 ore. L’aggiunta della produzione poetica e grafica sono state sicuramente delle innovazioni positive. “Lo scopo è quello di sollecitare i ragazzi alla lettura, alla riflessione, all’approfondimento, allo studio, per la loro formazione, sia in vista degli studi universitari, sia della loro formazione umana personale”. Gli elaborati sono stati tutti meritevoli e gli studenti che non hanno vinto hanno comunque ricevuto un attestato di partecipazione al prestigioso premio. A conclusione della mattinata, dopo le foto di rito, il giornalista Giovanni Floris ha affermato: “Gli elaborati sono belli perché partono dal lavoro di babbo ma vanno ad oggi in una maniera veramente molto profonda e molto leggera. Dei bellissimi lavori. Un gran Liceo”.
Nell’immagine di copertina, la giuria della borsa di studio intitolata a Bachisio Loris
Lascia un commento