Lui si chiama Federico, ha vent’anni ed è di Faenza; lei è fiorentina, si chiama Asia e di anni ne ha 22. Si sono conosciuti nel 2018 quando erano poco più che ragazzini e quando, come spesso succede in età giovanile, la loro sembrava solamente una storia estiva destinata ad esaurirsi quando i due, al termine della vacanze, sarebbero tornati nei rispettivi luoghi di residenza. E invece le cose sono andate in maniera differente: tra Asia e Federico è scoppiato l’amore vero e quindi si sono ufficialmente “fidanzati”. Ma ciò che conta davvero in questa vicenda è il “dove”. Perché l’incontro fatale avviene a Casaglia, frazione montana tra Marradi e Borgo San Lorenzo in Toscana: 28 abitanti d’inverno e 250 d’estate, un solo bambino residente. Un borgo dell’Appennino Tosco Romagnolo, a metà strada tra Faenza e Firenze tra panorami meravigliosi, ruscelli, aria pulita, ma nella sostanza isolato un po’ da tutto.
I bisnonni dei due ragazzi erano nati e vivevano qui, ma il richiamo delle comodità e delle opportunità offerte dalla città ebbe la meglio; i nonni e poi i genitori di Asia e Federico preferirono andarsene, come peraltro fecero tanti altri della loro generazione e come testimonia il numero dell’attuale popolazione residente. In estate però, le vacanze a Casaglia erano d’obbligo: tutti quelli che, per una ragione o per un’altra, si erano allontanati, tornavano con i figli e con i nipoti perché al richiamo della terra natia è impossibile resistere. La storia d’amore tra Federico e Asia germoglia e si sviluppa, ma c’è un fil rouge che la cementa e la fortifica: quel borgo, bello e impossibile.
Alla fine arriva la decisione coraggiosa: “Andiamo a vivere a Casaglia”. E per fare che? Per gestire l’unico bar-negozio della zona nel raggio di una ventina di chilometri: il “Circolo Coop Casaglia”, una specie di emporio che rappresenta un servizio indispensabile per i pochi residenti e dove si vende di tutto. Una scommessa? Sicuramente sì, ma soprattutto un atto di amore. Per il minuscolo borgo è una boccata di ossigeno, per i due fidanzati è il coronamento di un sogno. “Io e Asia – racconta Federico – ci siamo conosciuti proprio a Casaglia: i nostri bisnonni erano entrambi di qui e d’estate era d’obbligo trascorrere le vacanze in questo luogo da favola, tra i boschi a guardar le stelle”. Ed ora eccoli qui, a muoversi tra schiacciate e biscotti, mozzarelle e fagioli, qualche caffè o cappuccino da preparare. Il più classico dei “due cuori e una capanna”, in mezzo al bisbiglio dei torrenti e alla quiete della montagna. E come unica compagnia un cane e un gatto.
Lui arrivava dalla Romagna, lei da Firenze, giocavano insieme nel “campino” come lo chiamano, oppure si incontravano per lunghe passeggiate notturne. Una volta il paesello era molto più vivo, finché la modernità non ha spinto le nuove generazioni ad allontanarsi: “Tutti e due siamo rimasti attratti dal richiamo della natura, dalla voce delle nostre radici, finché anche i nostri cuori sono stati alimentati dal forte desiderio di vivere insieme qui, lontano dalle città”.
Federico e Asia sono andati ad abitare nella casa dei genitori di lei, una delle tante rimaste vuote dopo lo spopolamento. Sul lavoro hanno molta flessibilità: con 28 abitanti non c’è bisogno di fare orari impegnativi, anzi rimane parecchio tempo da dedicare a loro stessi e a ciò che amano. “Adesso ci stiamo organizzando – continua Federico –. Io sono appassionato di cucina, perciò almeno nel periodo estivo vorremmo attirare quassù un po’ di gente: stiamo pensando a delle offerte gastronomiche genuine, d’altronde siamo l’unico punto ristoro nel raggio di venti chilometri, abbiamo ottimi prodotti tipici: schiacciate con la finocchiona, formaggi, biscotti…”.
Ai due fidanzati non manca certo il sostegno della popolazione. “Qui ci conoscono da sempre, perché la nostra adolescenza l’abbiamo trascorsa nel borgo. Facciamo parte di una grande famiglia: è come se fossimo i nipoti e i figli di tutti. Adesso ci fanno sentire i ‘salvatori’ di Casaglia”. In realtà, è Casaglia ad aver salvato loro, nel senso che quella comunità ha consentito di concretizzare un progetto, certo un po’ visionario, ma sicuramente fatto col cuore. A Faenza Federico torna comunque almeno una volta a settimana. “E da settembre ci sarò anche più spesso – conclude – perché continuerò a giocare a calcio, come mediano nel Real Mamante, squadra del campionato Csi”.
Una bella e tenera fiaba del ventunesimo secolo. Perché sognare si può e si deve, soprattutto a quell’età. E perché le favole non allietano soltanto i più piccoli, ma alimentano anche l’anima degli adulti.
Che la vita vi sia propizia, Asia e Federico.
Buona domenica.
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