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Anziani così tanto soli da morire dimenticati

di | 2022-02-26T13:16:13+01:00 27-2-2022 6:05|Attualità, Sezione 2|2 Comments

ENNA – In un mondo in cui la nostra vita è sotto i riflettori dei social, dove nessuno sfugge all’occhio vitreo delle telecamere, ai controlli incrociati di banche e Agenzie delle Entrate, c’è chi muore nella solitudine o ancora peggio vive nell’oblio. Si tratta delle esistenze appartate, oblique, sdegnate di gente matura e anziana, di vecchi scordati, dimenticati, spariti, eclissati nelle loro case. Persone recise dalla memoria di parenti e amici e talvolta dei figli. Morti prima di morire.

Marinella, Salvatore, Nunzia, Ada sono solo gli ultimi in ordine di tempo ad aver perso la vita in casa senza destare un sospetto nel vicino, nel parente, nel parroco o nel medico di famiglia, senza aver lordato le  loro coscienze. Anziani ritrovati per caso, dopo giorni, mesi e talvolta anni, distesi sui loro letti, accasciati su una sedia, rannicchiati o riversi per terra magari in prossimità di un telefono nel vano tentativo di chiamare soccorso o trovare nella memoria un numero amico, di sentire una voce amata, di ricordare un volto adorato sul quale fermarsi prima di poter sfuggire alla vita. E non di rado, da nord a sud, nelle città come nei paesi, corpi disfatti, in putrefazione,  incartapecoriti si palesano dietro alle porte sfondate dai vigili del fuoco o dagli agenti dopo aver ricevuto la segnalazione di qualcuno, spesso un vicino di casa disturbato dal fetore di morte proveniente dall’appartamento vicino o dal guaire disperato di un animale domestico.

E non di rado ancora si preferisce ignorare persino il cattivo odore, sigillando la propria porta o la proprie finestre con un doppio strato di sigillante piuttosto che  scampanellare la porta accanto del vecchio burbero che non mette via la spazzatura per giorni. Vite sigillate, dunque, dietro ai muri ma soprattutto dietro l’indifferenza, la disattenzione, l’egoismo, la fretta, la paura. Una solitudine resa più fitta e opaca da un “biennio nero” di pandemia che ha atrofizzato le relazioni,  interrotto i contatti,  indurito le coscienze al punto che le notizie di morti “dimenticati” destano  un momentaneo moto di pietà nel lettore o nell’ascoltatore per ricadere presto nell’oblio, surclassati dall’incalzare di altre cronache o da uno tsunami mediatico che, soprattutto nell’ultimi mesi, ha avuto la capacità di indirizzare l’attenzione su querelle sterili e dicotomiche.

Quello che fino a qualche anno fa appariva distopico, vale a dire l’isolamento  dell’uomo in una società iperconnessa e virtualmente social, è divenuto invece il suo carattere principale e il prezzo più caro lo stanno pagando gli anziani soli. Troppo soli da morire dimenticati.

Tania Barcellona

2 Commenti

  1. Rosario 27 febbraio 2022 at 21:40 - Reply

    Una descrizione perfetta dell’amara realtà che stiamo vivendo. Complimenti Tania

  2. Rosario 27 febbraio 2022 at 21:41 - Reply

    Descrizione perfetta della realtà, complimenti

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