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Anziani, l’informatica aiuta la salute

di | 2018-05-04T19:20:48+02:00 6-5-2018 6:05|Attualità, Cultura, Sezione 2|0 Commenti

VITERBO – La conoscenza e l’utilizzazione dei sistemi informatici e degli strumenti che a questi fanno riferimento oggi possono aiutare a vivere meglio. Ma non può e non deve essere una condizione riservata alle generazioni dei più giovani.

Come scritto nel Green Paper on Mobile Health rilasciato dalla Commissione europea, nel 2014 “l’accesso e l’utilizzo di tecnologie digitali associate alla promozione di stili di vita sani e sostenibili potrebbe garantire un miglioramento della qualità di vita dei cittadini anziani e razionalizzare conseguentemente molteplici componenti della spesa sanitaria; le nuove tecnologie aprono spazi di indipendenza, libertà e fiducia nelle proprie possibilità”. In poche parole l’inclusione digitale crea inclusione sociale.

L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa con il 21,4% dei cittadini over 65, dove la spesa sanitaria è tra le più basse dei 34 Paesi dell’Ocse. La qualità del Sistema sanitario italiano è messa a dura prova con possibili impatti negativi sulla salute dei cittadini, in modo particolare quelli più fragili.

E’ per tale motivo che è nato il progetto SmartAGE, il percorso di alfabetizzazione informatica e sviluppo partecipato di strumenti digitali finalizzato ad avvicinare gli anziani alle nuove tecnologie riducendone gli aspetti complessi ma senza banalizzare le reali potenzialità degli strumenti.

SmartAGE è stato illustrato venerdì scorso nel corso di una conferenza stampa nell’aula magna dell’Università della Tuscia, a Viterbo. Il progetto, realizzato da Tony Urbani, conta sulla partecipazione di tre università pubbliche di cui è capofila l’ateneo della Tuscia, insieme ad associazioni no profit, sindacati, mutue e aziende private di livello internazionale.

Il percorso di alfabetizzazione informatica e sviluppo partecipato di strumenti digitali, della durata di tre anni, sarà diviso in quattro fasi più una di formazione avanzata, interesserà quattro regioni (Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo) e nella fase iniziale coinvolgerà circa 200 anziani over 60.

La prima fase prevede lo sviluppo di un metodo condiviso e partecipato all’utilizzo di un phablet, più grande di un smartphone ma non largo abbastanza per essere considerato un vero tablet. In questa fase i partecipanti impareranno a utilizzare le tecnologie digitali comprendendone rischi e potenzialità. La seconda fase si realizzerà con lo sviluppo di un’applicazione dedicata in grado di promuovere stili di vita sani e sostenibili. Il software sarà elaborato da una equipe di specialisti: informatici, medici, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti e sociologi.

Nella terza fase ai partecipanti verrà insegnato come utilizzare l’app dedicata e i braccialetti intelligenti-sensoring che verranno acquisiti e distribuiti ai soci che hanno partecipato a tutte le fasi del progetto. Tali apparecchiature sono in grado di tenere sotto controllo i valori vitali di chi li indossa.

Nella quarta fase (che sarà avviata già dalla prima fase) è previsto lo sviluppo di una piattaforma web-based (giornale web) di informazione e formazione dedicata agli anziani soprattutto sui temi della salute e del benessere.

Alla fine del percorso vi sarà una ulteriore formazione per i partecipanti delle fasi 1 e 2, così che gli anziani formati divengano a loro volta formatori.

Gianni Tassi

 

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