ROMA – Viviamo in un mondo dove domina la virtualità, un mondo di maschere, apparenza e finzione. “Il grande scopo della vita è trovare di nuovo la realtà”, scrive lo scrittore Fabrizio Caramagna, ma chissà se Anna Delvey è dello stesso parere. Capelli biondi, abiti couture accompagnati da foulard di seta come da tradizione: è Anna Sorokin che dalla fredda Russia, si trasforma in un’ereditiera tedesca, sempre presente alle sfilate di New York, che fa shopping a Parigi.
In questi giorni il suo nome è alla ribalta delle cronache perché lei è una vera ed abile truffatrice con uno scopo: vivere alla grande, nel lusso. La si potrebbe considerare un “genio” della truffa in gonnella, e che gonnella, oppure una donna senza scrupoli, così sfrontata da approfittare dei punti deboli della società. Sì, perché è questo il punto: una società che non va al di là di quello che vede e Anna Delvey lo ha dimostrato perfettamente. Ambiziosa, persuasiva, spietata nel suo folle quanto arguto piano, tra meravigliosi capi di abbigliamento di alta moda, spa di lusso: successo, ricchezza e potere, postato tranquillamente su Instagram. Naturalmente, come in tutte le storie a lieto fine, è stata arrestata per aver frodato banche, hotel e conoscenti, per la modica somma, si fa per dire, di 275.000 dollari, ossia tradotto in euro in quasi 230mila euro. Per non parlare di quando ha preso un jet privato, per volare alla conferenza-soirée di Warren Buffett a Omaha, Nebraska, senza però pagare i 35.390 dollari di anticipo, ed arrivando a falsificare una ricevuta di conferma del bonifico bancario.
La società dell’apparire, dell’essere in prima fila. Tutto avallato persino dai like che si ricevono attraverso foto che raccontano una vita di sfarzi e lusso sfrenato, tra la considerazione anche delle sue stesse vittime, alle quali ha lasciato debiti infiniti, perché era tutto falso, anzi, inesistente. Ma è questo che, purtroppo, accade. Anna Delvey, la finta ereditiera tedesca, ha dimostrato, ancora una volta a chi aspetta il cosiddetto fine mese a denti stretti, a chi timbra il cartellino, che l’abito, alla fine, fa il monaco, altroché. Questa bella ragazza per un anno si è servita di un guardaroba degno di una “falsa” ereditiera, per incantare l’alta società di New York, ovviamente accumulando debiti su debiti, tanto che la sua vicenda è diventata una serie Netflix, ossia “Inventing Anna”, una ragazza senza documenti che inganna abilmente banche, boutique di lusso, spa, per non parlare di ristoranti super stellati.
Come, ci si chiede? Ovviamente indossando abiti di Balenciaga, Alexander McQueen, Acne Studios e le scarpe rigorosamente a tacchi alti Aquazzura, il tutto accompagnato da borse ed occhiali Dior, creandosi un personaggio che le calzava a pennello e, soprattutto, le permetteva di fare la bella vita. Nessuno vedendola così sfavillante, ben inserita, dubitava delle sue effettive risorse finanziarie. Nessuno.
Era Anna Delvey, la bella e ricca ereditiera che tutti, per molto tempo, hanno creduto di vedere, nello sfavillio dell’apparenza che propinava. Una grande bugia che alla fine è diventata la verità di tutti, di chi ha creduto, si è fatto abbindolare dall’apparenza, fino a quando è stato interrotto dalla US Immigration and Customs Enforcement, un’agenzia federale statunitense, del Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, che si occupa del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, per approdare in galera, dopo un lungo viaggio nella finzione.
Un ruolo nel quale era calata perfettamente, interpretandolo con un copione di bugie che piano piano l’hanno sommersa e travolta.
Laura Ciulli
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